Esiste davvero una ricetta far parlare migliaia... milioni di persone di ciò che vogliamo, o avviene solo per caso? Seguite queste regole, e avrete delle chances di farcela!
Video da milioni di visualizzazioni, foto e meme che tutti commentano: contenuti, insomma, che sembrano avere qualcosa di “speciale”, capace di provocare negli utenti un bisogno irresistibile di condividerli con i loro amici. È il mito della viralità: espressione di rara bruttezza, mutuata dall'epidemiologia, ma capace di fotografare in modo fedele e immediato lo sviluppo di un fenomeno che si propaga attraverso il contatto, la condivisione, la rete tra le persone: tutti elementi che permettono ai contenuti di diffondersi in modo veloce, incontrollato, esponenziale.
La magia del viral marketing è che messaggi e annunci passano di persona in persona, di bacheca in bacheca, semplicemente perché suscitano amore e interesse, odio, disgusto o forte discussione, e infine perché conquistano talmente la scena da divenire argomenti di conversazione, di attualità. Le persone stesse, i consumatori della campagna, quindi, ne sono gli attori principali attraverso reazioni (es. like), commenti, visualizzazioni, condivisioni. In questo caso, dopo il lancio della campagna, l’inserzionista non deve far altro che aspettare, leggere e misurare i risultati, orientare di conseguenza la comunicazione, raccogliere dei nuovi risultati e così via proseguendo.
Fantastico, vero? Peccato che non sia così semplice ottenere questo risultato. Anzi, meno dell’1% dei contenuti è in grado di raggiungere lo stato di “virale”.
Iniziamo allora a chiederci che cosa possa rendere vincente una campagna pubblicitaria che abbia questo scopo.
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Articolo a cura di Linkfloyd Sagl, agenzia di marketing e comunicazione in Ticino.