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27.02.23 - 12:45
Reportage sulle tracce del grande ingegnere, scienziato e pittore (prima parte)
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Monumento a Leonardo da Vinci e ai suoi allievi in Piazza della Scala.
Monumento a Leonardo da Vinci e ai suoi allievi in Piazza della Scala.
Milano, città di Leonardo da Vinci

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Reportage sulle tracce del grande ingegnere, scienziato e pittore (prima parte)

BERNA - Leonardo da Vinci è stato uno dei più grandi geni universali di tutti i tempi. Visse a lungo a Milano e si interessò di tutto: natura, scienza, arte, edilizia. Durante il dinamico periodo del Rinascimento, lavorò come ingegnere, scienziato, pittore e designer. Le sue opere sono ancora attuali e Milano è una meta importante per quanto riguarda Leonardo da Vinci.

Leonardo nacque il 15 aprile 1452 come figlio illegittimo nel villaggio di Anchiano, vicino a Vinci. Suo padre era il notaio fiorentino Piero da Vinci e sua madre la domestica Caterina. Leonardo raggiunse il padre a Firenze all'età di 5 anni, dove ricevette una formazione nella bottega dell'artista Andrea del Verrocchio. Quest'ultimo riconobbe fin da piccolo lo straordinario talento e le capacità scientifiche di Leonardo. Leonardo da Vinci viene descritto come una persona aperta e amichevole. Nella bottega del Verrocchio conobbe il pittore Sandro Botticelli e il Perugino. In seguito, anche Michelangelo Buonarroti venne a Firenze. Nel tempo libero, Leonardo da Vinci si dedicava intensamente allo studio di attrezzi da guerra. Gli schizzi di questi si trovano nel Codice Atlantico e come modelli nel Museo della Scienza e della Tecnologia di Leonardo da Vinci a Milano. Con questi schizzi si candidò alla corte milanese come progettista.

Leonardo trascorse due lunghi periodi della sua vita a Milano. Il primo iniziò nel 1482 dopo la sua partenza da Firenze. A Milano, però, Leonardo fu assunto dal principe non per costruire macchine da guerra, ma per la "gestione degli eventi" a corte. Dal 1482 al 1499 lavorò al Castello Sforzesco di Milano sotto il Duca Ludovico Maria Sforza, detto Ludovico il Moro. Fu responsabile della vita culturale e dell'arte della dinastia Sforza e ideò molte nuove idee.

Fin da subito, Leonardo iniziò a raccogliere le sue scoperte e i suoi schizzi in un taccuino che portava sempre con sé. In questi libri, i "Codici", disegnò volti, fenomeni naturali, calcolò relazioni matematiche, costruì carrucole e invenzioni tecniche. Era mancino e scriveva a specchio e talvolta in una sorta di scrittura segreta, il che rese difficile decifrare i suoi appunti scientifici dopo la sua morte. Per questo motivo, i suoi appunti scomparvero in collezioni private per diversi secoli.

Entrato nella cerchia di Ludovico il Moro, Leonardo partecipa come consulente alla realizzazione del tiburio del Duomo (1487-1489), riceve incarichi per la decorazione del Castello Sforzesco e avvia il grandioso progetto per il monumento equestre in bronzo dedicato a Francesco Sforza. Quando la peste colpì nuovamente Milano, Leonardo si rese conto del legame tra pulizia e salute. Si occupò pur del sistema idrico e fognario e organizzò la raccolta dei rifiuti a Milano, migliorò la navigazione sul sistema dei Navigli.

Nella sua ventennale permanenza a Milano, Leonardo da Vinci, infatti, ebbe modo di creare capolavori e opere che stupiscono ancora oggi per il loro straordinario fascino e incredibile potenza. Ecco quindi il mio itinerario costellato da luoghi meravigliosi di Milano dove Leonardo da Vinci ha lasciato il segno: Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, chiesa di Santa Maria delle Grazie con il famosissimo Cenacolo, la Casa degli Atellani con la vigna di Leonardo, l’esposizione Leonardo3 con i modelli ricostruiti e la conca dell’Incoronata, parte del tragitto che Milano vorrebbe riaprire! Seguitemi!

Ovviamente, tra i luoghi dove si può ammirare il segno lasciato da Leonardo, non può mancare la sua statua che si trova proprio Piazza della Scala. Realizzata dallo scultore Pietro Magni nella seconda metà del XIX secolo, rappresenta il genio toscano insieme ai quattro suoi allievi: Marco D’Oggiono, Salaino, Cesare da Sesto e Giovanni Antonio Boltraffio (vedi anche foto).

 

Testo a cura di Claudio Rossetti

 

 


Questo articolo è stato realizzato da Progetti Rossetti, non fa parte del contenuto redazionale.
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