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Anita Posch: educazione, finanza, libertà

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Anita Posch: educazione, finanza, libertà

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Ospite del Lugano’s Plan ₿ Podcast, la divulgatrice tecnologica e attivista per i diritti umani ha parlato di Bitcoin e inclusione finanziaria in contesti critici.

Bitcoin può fungere da catalizzatore per raggiungere le libertà individuali, in quelle parti del mondo che sono ammorbate dalla presenza di regimi autoritari? Il “sì” è netto, se la domanda viene posta ad Anita Posch, una delle figure chiave nell'universo Bitcoin, dati l’impegno e il lavoro di divulgazione e supporto a comunità “sottorappresentate” in tutto il globo.

L’attivista ed educatrice austriaca è la fondatrice di Bitcoin for Fairness, nonché conduttrice del podcast “Anita Posch Show” e membro del consiglio direttivo di Bitcoin Austria, un'organizzazione di informazione e formazione no-profit. Come si legge sul suo profilo LinkedIn, l’obiettivo di Posch è portare Bitcoin a miliardi di persone: con questo traguardo in mente, ha creato appunto video e audio-lezioni su Bitcoin, un canale YouTube e ha scritto il libro “(L)earn Bitcoin”. Ha intervistato, quindi, persone in tutto il mondo, in particolare provenienti da Paesi in via di sviluppo come Nigeria, Sudafrica, Venezuela e Afghanistan, per comprendere gli effetti di Bitcoin sulla loro situazione di accesso al credito e al sistema finanziario. «Bitcoin potrebbe essere il nostro unico strumento per garantire il diritto umano alla privacy e alla libertà di transazione. È un mezzo di liberazione per miliardi di persone e un meccanismo di difesa per la privacy nelle nostre vite sempre più digitali», dice, riferendosi alle risposte ricevute. Educazione e inclusione finanziaria sono quindi le fondamenta del suo impegno, riferimenti attraverso i quali vuole seminare, per realizzare un percorso di consapevolezza sul potenziale rivoluzionario di Bitcoin come strumento di libertà.

Ospite della quinta puntata del podcast promosso, nell'ambito del progetto Plan ₿, dalla Città di Lugano e da Tether, Anita Posch, facendo leva su un background che coniuga tecnologia, didattica e diritti umani, ha dunque parlato di come democratizzare l'accesso alla conoscenza sulla prima e più conosciuta valuta digitale.

Bitcoin per gli attivisti

Nel suo intervento, ha sottolineato il peso cruciale dell'educazione per consentire a chi si occupa di diritti umani di utilizzare Bitcoin in modo sicuro e privato, come intermediari nei confronti degli ultimi. «Penso che questa sia la parte più importante del lavoro che svolgo: fornire un’istruzione che mostri agli addetti ai lavori come possono usarlo per fare transazioni liberamente e senza il rischio che il loro conto bancario - conto che spesso nemmeno hanno, per i costi di tenuta eccessivi - venga congelato». Considerata la natura rischiosa di tale compito, è fondamentale che gli attivisti comprendano, quindi, come tenere al sicuro le proprie risorse digitali da occhi indiscreti e regimi oppressivi, ottenendo così un alto grado di consapevolezza sulla privacy.

Uno strumento di empowerment

Come noto, la narrazione prevalente attorno a Bitcoin lo riduce a strumento di mera speculazione. Ribaltando tale visione, l’educatrice austriaca ribadisce il suo valore intrinseco come mezzo di emancipazione: una tecnologia capace di concedere o restituire alle persone il controllo sulle proprie finanze. L’ospite del podcast targato Plan ₿ ha riflettuto anche sugli ostacoli culturali e pratici nell'adozione della creazione di Satoshi Nakamoto, a partire dalla fisiologica diffidenza verso invenzioni, qual è questa, percepite come estranee o imposte dall'esterno. Barriere, queste, che per essere superate necessitano di un approccio sensibile e inclusivo, che valorizzi le voci e le esperienze locali. Anita Posch, non a caso, ha sottolineato l'importanza di costruire ponti tra diverse comunità, promuovendo un dialogo costruttivo e rispettoso. Ha rimarcato, infine, alcuni passaggi ottimistici: a suo modo di vedere, infatti, la crescente rete di individui e associazioni attive nel settore, insieme all'evoluzione continua della tecnologia, offrono nuove vie per la resistenza contro le oppressioni.

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