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CANTONETutte le sfaccettature di un paradosso... in musica

21.04.23 - 06:30
"Paradox" è il nuovo album di Emmanuel Pfirter, che unisce le sonorità tipiche dello strumento a quelle dell'elettronica
EMMANUEL PFIRTER
Tutte le sfaccettature di un paradosso... in musica
"Paradox" è il nuovo album di Emmanuel Pfirter, che unisce le sonorità tipiche dello strumento a quelle dell'elettronica

LUGANO - Con il singolo "Over the End", qualche settimana fa, ci eravamo fatti un'idea di cosa Emmanuel Pfirter avesse creato per il suo nuovo album. Ma a partire da oggi si può scoprire cosa è "Paradox". Abbiamo quindi chiesto al musicista ticinese, con un passato decisamente rock, di raccontarci il concetto alla base di questo lavoro.

Cosa dobbiamo aspettarci?
«In linea con il singolo, "Paradox" è un album concepito a partire dall'handpan ma con inserti di sintetizzatori, tastiere, effetti. La direzione è quella, già intravista, della musica elettronica».

Avevi già fatto due album con l'handpan. Cosa porta in più questa componente elettronica?
«Dopo quei lavori mi sono detto: "Caspita, adesso cosa faccio?". Introdurre le potenzialità della musica elettronica in un contesto abbastanza meditativo, come quello dell'handpan, crea un ambiente sonoro totalmente differente: più ritmato, coinvolgente... Cambia decisamente l'atmosfera».

Sempre però in quella dimensione riflessiva propria dello strumento...
«Esattamente, il fil rouge dei brani è sempre quello. Ma le campionature e i synth rendono questi brani più vivaci... Energetici, più che rilassanti!».

È quanto ti proponevi con questo disco?
«All'inizio non sapevo bene dove andare ma adesso, ascoltandolo, non lo userei per fare meditazione. Lo trovo decisamente più congeniale per fare una corsa in un bosco o in palestra, ma non voglio musica super-pompata e martellante».

C'è una tematica comune a tutto il disco?
«Sì, e fin dal titolo: il paradosso. Come ho già avuto modo di dire, un metallaro che suona l'handpan (quale io sono) è di per sé un paradosso (ride, ndr). I brani sono strumentali e quindi non c'è il testo, ma è il titolo a indirizzare l'ascoltatore».

Sono questi, quindi, a fornire la chiave di lettura e d'interpretazione dell'opera?
«Anche se ormai il cd non si vende più, ne ho stampate alcune copie per me. All'interno c'è un inserto dove ogni canzoni ha la sua immagine associata e una frase: un aforisma, una domanda esistenziale... È la mappa che conduce nel mondo creato da ogni brano, o almeno quello che ho vissuto portandoli alla luce».

Perché c'è una doppia copertina?
«Sono la fronte e il retro del supporto fisico. Sulla fronte c'è l'immagine in positivo, sul retro la stessa ma girata in negativo. Non con il mio nome, ma con il mio alias storico Wiz De La Croix. Quindi il mio alter ego (che è anche una canzone del disco)».

Cosa hai voluto fare, con questo album?
«Non qualcosa di nuovo, perché ormai è stato fatto tutto. Piuttosto qualcosa che non ci si aspetta: appunto un paradosso».

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