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«Queste risorse alternative non sono una soluzione utile alla crisi climatica odierna»

Per soddisfare la domanda in forte crescita di minerali e metalli si guarda anche allo Spazio e ai fondali marini, distogliendo l'attenzione
Per soddisfare la domanda in forte crescita di minerali e metalli si guarda anche allo Spazio e ai fondali marini, distogliendo l'attenzione
Nel pieno della corsa alle miniere, facciamo il punto con la ricercatrice in metalli critici e tecnologia Kathryn Moore, dell'Università di Exeter

A Lützerath (Germania), a Kiruna (Svezia), nello Spazio e sui fondali marini. Con la transizione verde che si impone in gran parte delle agende politiche, è corsa alle miniere e in particolare a tutti quei minerali che fino a oggi non erano stati utilizzati in grandi quantità: sono litio, cobalto, grafite e tutti gli elementi che compongono le terre rare.

Servono, in particolare, a sviluppare tutta una serie di tecnologie sofisticate e moderne e a facilitare il raggiungimento di obiettivi carbon-zero, passando anche attraverso l'implementazione dell'elettrico. Entro il 2030, quindi, l'Unione Europea, che non apre una miniera da 15 anni, intende estrarre dal proprio sottosuolo il 10% dei materiali considerati "critici". Tuttavia, non tutte le miniere che alcuni colossi puntano ad aprire possono avere un peso nella transizione di oggi.

Ne abbiamo parlato con Kathryn Moore, ricercatrice in metalli critici e in tecnologia verde presso l'università di Exeter, Camborne School of Mines, e che ha coordinato il progetto Imp@ct in cui è stato studiato come l'estrazione mineraria su piccola scala sia in grado di garantire l'accesso alle risorse europee per la transizione con basse emissioni di carbonio.

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Un settore in rapida crescita - Il vivace interesse che è andato costituendosi per tutti quei minerali il cui uso era fino a oggi limitato significa, spiega la ricercatrice, che «le industrie di esplorazione ed estrattive devono lavorare molto duramente per soddisfare le richieste in rapido aumento e non sono quindi da escludersi delle interruzioni occasionali delle catene di approvvigionamento».

Ma non perché mancano le materie prime. «Le affermazioni secondo cui una merce si esaurirà in un determinato numero di anni non sono mai vere. I minerali sono disponibili geologicamente, nei depositi di minerali. Tuttavia, non tutti i giacimenti minerari soddisfano i requisiti per essere considerati economici da estrarre: devono essere sufficientemente grandi da fornire un ritorno sull'investimento».

In sostanza, se le miniere più grandi estraggono abbastanza risorse da considerare economicamente esaurito un giacimento, o se eventi politici impediscono la buona continuazione dei lavori, «non significa che metalli e minerali non siano più presenti nel terreno, ma solo che è necessario avviare un'altra miniera altrove».

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E, perlomeno per quanto riguarda l'Europa, spesso indicata come il continente che necessariamente deve appoggiarsi su altre realtà di mercato per garantire il proprio approvvigionamento, la ricerca di un nuovo sito non è davvero difficoltosa. «L'Europa è benedetta dalla diversità geologica e dall'abbondanza di depositi di minerali piccoli e di alta qualità». Il punto è che però a livello geologico e dei costi questi depositi non sono molto attrattivi.

Bisognerebbe quindi «apportare dei cambiamenti nella pratica mineraria e anche un cambiamento negli atteggiamenti nei confronti degli investimenti nelle miniere basati su criteri che vanno oltre il rendimento finanziario». E Moore aggiunge che «dobbiamo pensare in modo diverso ai materiali della Terra a cui abbiamo accesso e al modo in cui guardiamo ai depositi di minerari.

Sia dal punto di vista geologico, che ingegneristico economico e legislativo. Quando guardiamo alla transizione verde dal punto di vista delle materie prime, dobbiamo riconoscere che la società moderna sta affrontando una serie di sfide che richiederanno alcuni significativi cambiamenti di mentalità nel prossimo futuro».

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Aperture non necessarie - La ricercatrice sottolinea in particolare che iniziative come l'estrazione di minerali e metalli nello spazio o sui fondali marini non sono al momento necessari. E concentrarsi su questi siti di estrazione sarebbe deleterio.

«La letteratura scientifica ci suggerisce che gli elementi del gruppo del platino potrebbero essere riportati sulla Terra dallo spazio o che una varietà di prodotti potrebbe essere estratta dall'ambiente marino profondo». Tuttavia «le implicazioni di progetti così ambiziosi non sono completamente comprese e potrebbero volerci molti decenni prima che problemi veri e propri si manifestino».

E soffermandosi in particolare sull'aspetto oceanico: «Temo che gli impatti sulla qualità dell'acqua abbiano implicazioni globali. Non ritengo opportuno scommettere su scala planetaria, al fine di soddisfare le richieste della società per continuare ad aumentare i consumi. Penso che ci sia un freno filosofico ed etico che deve essere applicato quando si pensa alla commercializzazione della scoperta scientifica e dell'innovazione».

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E a coloro che descrivono queste iniziative come a beneficio della transizione verde: «La necessità di abbassare le nostre emissioni di carbonio è presente ora. Questo tipo di risorse alternative non è una soluzione utile alla crisi climatica odierna».

Ambiente e spazi abitativi - Negli scorsi mesi ha fatto molto discutere lo sfratto della cittadina di Lützerath, arrivato al suo apice, con scontri tra polizia e manifestanti, nei primi giorni di gennaio. «È innegabile che l'estrazione mineraria interrompa e influisca sull'ambiente più di altre industrie, e che l'eredità dell'attività mineraria non regolamentata ha avuto un impatto molto dannoso sul panorama europeo. La moderna percezione pubblica delle miniere è guidata da questa storia e dalla continuazione di cattive pratiche».

Cita per esempio i casi di «miniere regolamentate in cui operatori senza scrupoli non hanno aderito a regolamenti e/o seguito consigli e ne sono seguiti esiti catastrofici». Ma tiene a ricordare che non ci sono solo loro. «Molte miniere in Europa e altrove operano in silenzio, con licenze rigorose, in armonia con le comunità locali, e con efficaci piani di risanamento ambientale».

Resta tuttavia da considerare che «il mining informale supporta molti più milioni di lavoratori di sussistenza a livello globale rispetto al mining regolamentato. In alcune parti del mondo esiste una pressione tra la necessità di guadagnare un reddito di sussistenza e di preservare l'ambiente per una vita sana. Tali tensioni necessitano di soluzioni efficaci e specifiche per il contesto, al fine di creare risultati positivi per gli ambienti e le comunità locali, che rendano la miniera un'impresa proficua».


Appendice 1

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