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ti.mammeCosa c’è dietro l’iperattività dei piccoli?

10.05.23 - 07:00
Imparare a gestire un bambino con disturbi ADHD serve a migliorare la vita di tutti
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Cosa c’è dietro l’iperattività dei piccoli?
Imparare a gestire un bambino con disturbi ADHD serve a migliorare la vita di tutti

Qualsiasi stimolo esterno li distrae, non hanno pazienza, spesso non portano a termine un’attività perché l’abbandonano per passare ad altro e non riescono a star fermi: sono i bambini che la scienza definisce affetti da disturbo da deficit di attenzione e iperattività, in breve detto ADHD. Il problema, che coinvolge soprattutto i maschi, ha una spiccata componente genetica e i suoi sintomi si profilano entro i sette anni con il coinvolgimento di più ambiti. Tra i fattori di rischio, oltre la familiarità, ci sono conflitti tra genitori, storia familiare di alcolismo, disturbi depressivi della mamma e sovraffollamento familiare. Una diagnosi di ADHD è fondamentale per intervenire in modo da evitare comportamenti antisociali e problemi di carattere psicologico durante la crescita ed è importante che il piccolo paziente sia seguito con attenzione e amore, pazienza e grande competenza, avvalendosi anche della guida di specialisti. 

Gli scenari che si profilano con l’ADHD possono essere differenti e per riconoscere un disturbo bisogna osservare attentamente i bambini che sin da piccoli manifestano comportamenti particolari. Sin dalla scuola materna, infatti, un pargolo con problemi di deficit di attenzione e iperattività avrà difficoltà a rispettare le regole, sarà insofferente e in continuo movimento, apparirà distratto quando gli si parla e non eviterà atteggiamenti provocatori, ma soprattutto apparirà più immaturo rispetto ai suoi compagni. Crescendo la situazione appare più grave perché aumentano regole e limitazioni che il piccolo ha notevoli difficoltà a rispettare, mentre diventa maggiore il rischio che i piccoli vengano segnalati come disturbatori in classe con l’adozione di strumenti e rimedi che finiscono per minare l’autostima dei bambini facendoli sprofondare in uno scomodo loop in cui l’insicurezza scatena una maggiore iperattività accompagnata da atteggiamenti di sfida che snobbano limiti e punizioni. 

La cooperazione tra scuola e famiglia diventa fondamentale per aiutare i bambini con disturbo da ADHD, le regole dovranno esistere in entrambi gli ambienti e dovranno essere sufficientemente semplici da permettere al piccolo di comprenderle e rispettarle senza eccessivo sforzo. Ogni progresso così come ogni successo del piccolo dovrà essere giustamente evidenziato con una gratificazione utile a dimostrare l’apprezzamento per il suo impegno. Gli atteggiamenti connessi al disturbo non pericolosi possono essere ignorati, e tutti devono essere concordi nel far rispettare le regole fissate, in modo da non generare incertezze o favoritismi. Al piccolo interessato da disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività bisognerà rivolgersi sempre in modo calmo, senza aperti divieti che servirebbero solo a scatenare la sua ostilità, bensì utilizzando espressioni positive. Allo stesso modo dovranno essere evitati i rimproveri in pubblico, mentre dovrebbe essere curata una routine di gesti e attività che possa risultare rassicurante insieme ad esempi di pacatezza e riflessione utili per far capire al piccolo quale possa essere il modo migliore per affrontare ogni situazione.

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COMMENTI
 

Kaykay 11 mesi fa su tio
Trovo davvero triste il commento che l'ADHD é correlato alla situazione finaziaria dei genitori. Noi ad esempio abbiamo 2 ottimi lavori e nostro figlio ha l'ADHD. Conosco maestre, psicologhe, medici con figli con l'ADHD. L'ADHD non é una moda, ma una neurodiversità che va capita e aiutata... chiunque parli a caso forse dovrebbe documentarsi...

flame 11 mesi fa su tio
ADHD è la malattia più sovra diagnosticata. La correlazione principale, di cui non si parla mai, è la situazione finanziaria dei genitori. Più si vive in povertà e più è marcato la diagnosi di ADHD. ADHD è una malattia che non si può constatare fisicamente, non ci sono geni che suggeriscono la presenza della malattia e neppure da una risonanza, è puramente una malattia da parere personale. QUESTO NON SIGNIFICA CHE NON ESISTA. Ma troppo spesso si diagnostica un bambino affetto da ADHD quando molto probabilmente sono solo dei ragazzi che passano tanto tempo davanti a degli schermi per scappare dalla relazione instabile con i genitori (che sono troppo stressati e non sono disponibili per accudire in modo corretto i figli). Quando qualcuno di urla addosso le scelte sono due, o ci si allontana oppure si lotta. Se fisicamente non puoi allontanarti e non sei in grado di lottare è naturale per il cervello intorpidire e sfumare quello che si vive. Un bambino che vive costantemente queste realtà si comporta come un bambino con ADHD ma magari non ce l'ha. Dopo appena 6 mesi seguito da uno specialista può essere diagnosticata AHDH e non è mai successo che uno psichiatra abbia ritirato il suo giudizio e ammesso di avere diagnosticato in moro scorretto precedentemente. Una volta che un bambino è marchiato dalla diagnosi si relaziona per sempre con questa etichetta in testa: influenzando negativamente decisione future e interpretazioni di pensieri ed emozioni associandolo alla malattia e non alle vere motivazioni.

Voilà 11 mesi fa su tio
Risposta a flame
flame per diagnosticare l'ADHD ci sono test specifici, associati, se necessario, ad un'osservazione puntuale, ad esempio a scuola. Ho un figlio con ADHD per il quale ho avuto problemi con gli insegnanti, poco preparati a seguire questi bambini, spesso preferiscono etichettarli come disadattati. Mio figlio tra un paio di mesi terminerà l'università con ottimi voti nell'ambito scientifico.

Voilà 11 mesi fa su tio
Risposta a flame
Tra l'altro, praticando uno sport molto impegnativo, ha passato pochissimo tempo davanti ai videogiochi

Don Quijote 11 mesi fa su tio
Meglio l'iperattività a 7 anni che la calma a 80 anni.