Impedirne l’uso significa salvaguardare il giovane da una miriade di sollecitazioni le quali devono essere inserite in una scala di priorità
È di qualche giorno fa la notizia che in una scuola medio superiore in un cantone della Svizzera confederata è stato proibito l’uso del cellulare durante le pause tra le lezioni. Apriti cielo… Ma le giustificazioni portate dal Direttore della scuola – al di là delle proibizioni che non sono quasi mai necessarie - non suonavano male: non ammettere l’uso del cellulare durante le pause consente agli studenti di mantenere alto il livello di attenzione e di concentrazione necessari per seguire con attenzione le varie lezioni. Io credo che non sia una giustificazione così banale...
Dobbiamo prestare attenzione al fatto che oggi i ragazzi sono sollecitati moltissimo e in continuazione e che gli stimoli arrivano loro da ogni dove. La difficoltà che si riscontra (che, però, potrebbe anche diventare un bel punto di vantaggio…) è che per stare al passo con quanto accade i giovani sono tenuti a tenere aperti tutti, contemporaneamente, i canali di comunicazione. Questo può portare a qualche difficoltà nel concentrarsi – appunto – su alcune cose essenziali, e la scuola è una di queste. Il cellulare è una sorta di collo di bottiglia, un punto di incontro su cui convergono tutti gli stimoli del mondo al quale i giovane viene sottoposto e confrontato. Impedirne l’uso durante l’orario scolastico significa anche – suppongo - salvaguardare il giovane da una miriade di sollecitazioni le quali, pur essendo importanti, devono essere inserite in una scala di priorità. Proibire non è mai l’unica soluzione; a volte, però, può diventare un aiuto concreto per perseguire obiettivi altrettanto importanti di quelli che si situano nelle relazioni, virtuali o meno, con le altre persone.