Il linguaggio del corpo dei neonati

Capire i bisogni del bebè è possibile grazie i suoi atteggiamenti
Chi l’ha detto che capire un neonato è impossibile? La tendenza è quella di ritenere difficile interagire e comprendere i bebè poiché non si esprimono a parole, ma la verità è che anche loro hanno un linguaggio non verbale grazie al quale esprimere i propri bisogni. È il linguaggio del corpo che, correttamente osservato, consente di intuire quali siano le loro necessità. Gli occhi che si chiudono piano piano per riaprirsi di colpo dicono che il piccolo ha sonno, mentre se sono sbarrati manifestano sovraeccitazione o eccessiva stanchezza.
La testa mossa da una parte all’altra indica ancora stanchezza, mentre se si allontana dagli oggetti esprime l’esigenza di cambiare stanza e se la gira di lato allungando il collo manifesta fame. Anche la bocca lancia segnali importanti: gli sbadigli esprimono evidentemente sonno, mentre le labbra contratte manifestano fame, il labbro inferiore che trema indica freddo e la bocca spalancata come per urlare senza emettere suoni e con la lingua arrotolata in avanti è sinonimo di fastidio o aria nella pancia.
Le smorfie sono sinonimo di dolore, le manine portate alla bocca indicano fame o, se ha mangiato da poco, il desiderio di ciucciare. Espressione di fame è anche il busto inarcato all’indietro che esprime il bisogno di essere cambiato se contorto muovendo il sedere. E ancora la pelle sudata indica che il piccolo ha caldo, mentre la pelle d’oca con estremità tendenti al viola dice che ha freddo; e le gambette agitate con forza, ma in modo scoordinato sono sinonimo di stanchezza, mentre raccolte al petto indicano presenza di aria nella pancia o dolori nella zona addominale.
TMT (ti.mamme team)






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