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CANTONE«Siamo vicini al picco, ma non abbassiamo la guardia»

16.11.20 - 14:39
Il medico cantonale Giorgio Merlani ha fatto il punto sull'andamento della pandemia in Ticino
Archivio Tipress
Il medico cantonale Giorgio Merlani ha fatto il punto sull'andamento della pandemia in Ticino
In calo mobilità e contatti: attualmente vengono messe in quarantena meno di due persone per ogni malato

 

Centotrenta nuove persone positive, diciannove ricoveri e otto decessi. Sono questi i più recenti numeri relativi alla diffusione del virus in Ticino. Si tratta di dati relativi a domenica, che di solito sono più bassi. Ma osservando gli ultimi quattordici giorni, si constata un rallentamento. «Non c'è più stata alcuna crescita esponenziale. Non siamo ancora in fase di discesa, ma probabilmente siamo vicini al picco» ha affermato, oggi in un incontro coi media, il medico cantonale Giorgio Merlani.

Il medico preferisce comunque parlare di una “collina”: la cima sarà piuttosto piatta e la discesa lenta. «Abbiamo davanti a noi ancora tre o più mesi di temperature invernali, in cui passiamo più tempo in luoghi chiusi: se cominciamo a dimenticare le buone abitudini che abbiamo imparato, il rischio di un secondo picco è elevato». L'invito è quindi di non abbassare la guardia. Anzi, Merlani rinnova l'appello alla popolazione: «Se avete sintomi, fatevi testare». È infatti fondamentale identificare i malati.

Virus sul territorio, anche negli ospedali - Il virus è nel frattempo nuovamente presente su tutto il territorio e non è più possibile determinare il luogo di contagio. «Non ci sono situazioni in cui si verificano più contagi che in altre» osserva ancora Merlani. Anzi, il medico ricorda che ci sono focolai anche negli ospedali. Pertanto va prestata particolare attenzione alle misure e alle norme igieniche, anche e soprattutto quando ci si reca in visita in strutture sanitarie o case anziani. In queste ultime avviene un terzo dei decessi, ha sottolineato Merlani.

La popolazione «ha capito» - La popolazione comunque ha capito che la situazione è cambiata: si rileva un calo della mobilità come pure degli incontri. È così anche per il servizio di contact tracing che attualmente deve mettere in quarantena meno di due persone per ogni malato (il valore è pari a 1,89), come ha spiegato Marina Lang, responsabile del dispositivo.

Contact tracing rinforzato - Con l'aumento dei casi, il contact tracing ha subito dei ritardi. Ma ora lo strumento è stato rafforzato, con 44 assunzioni. Al momento il dispositivo conta su una squadra di cinquanta collaboratori attivi sette giorni su sette e in grado di evadere 300-320 casi al giorno, di cui due terzi entro le 24 ore e il resto entro 48. Lang invita comunque le persone positive a stilare una lista delle persone incontrate.

15:27

La conferenza stampa è terminata. Vi ringraziamo di averla seguita su tio/20minuti.

15:26

Quando caleranno i decessi?
Merlani: «Se abbiamo effettivamente "scollinato", i decessi potrebbe calare tra circa una settimana. Ma dovrebbero per ora restare a questi livelli».

15:25

Non mancano le aziende che praticano un secondo tampone sui propri dipendenti. È possibile stabilire quanti sono i casi di ripositività.
Merlani:
«Una persona può effettivamente avere più tamponi positivi nello stesso tranche di malattia. Anche per motivi clinici. Ci sono casi di persone che hanno anche dieci tamponi positivi. I pazienti sono registrati con nome e cognome, e vengono identificati come una persona positiva». Il medico cantonale mette comunque in guardia dall'impiego di utilizzare il tampone come mezzo per determinare se la persona sia ancora contagiosa o meno: perché il tampone è talmente sensibile che potrebbe anche identificare pezzi di virus morto. «Vanno seguite le raccomandazioni della Confederazioni: 48 ore senza sintomi e almeno 10 giorni dall'inizio dei sintomi».

15:21

Sono numerose le situazioni di persone che, dopo il tampone positivo, non hanno ricevuto nessun codice per SwissCovid.
Lang: 
«Sui ritardi nel fornire questo codice, ci sono stati dei correttivi importanti. Da parte nostra il correttivo principale è dato dal fatto che il codice viene fornito in tempo reale: si chiede se la persona ha scaricato o meno l'applicazione e il codice viene fornito subito, al telefono. L'UFSP ha introdotto la possibilità di permettere anche ai medici di fornire il codice, per evitare troppi ritardi. Se abbia senso affidarsi all'app, è uno strumento - come il nostro lavoro - di tracciare la diffusione del virus. È uno strumento importante da utilizzare».

15:18

È vero che gli ospedali possono concedere deroghe alla quarantena per chi è entrato in contatto con una persona positiva?
Merlani: 
«Swissnoso ha emanato delle raccomandazioni per gli ospedali, secondo cui in caso di una carenza di personale è possibile la deroga. Questo perché se un certo rischio esiste, il rischio è quasi più elevato se c'è carenza di personale. Ad oggi in Ticino l'unica possibilità è la deroga per le strutture acute, ma solo per le figure sanitarie essenziali. Nelle case per anziani non è il caso attualmente».

15:15

Siamo in cima a una collina, quindi la discesa sarà lenta: perché abbiamo misure meno incisive di altri stati?
Merlani:
 «La previsione sulla discesa non la posso ancora fare. Potremmo anche non scendere mai. Dipende dagli atteggiamenti della popolazione, dalla stagione e dalle misure messe in atto. Bisogna valutare l'andamento».

15:13

Il turismo ha aggravato la situazione in Ticino?
Merlani: «Ogni incontro tra essere umani è alla base del contagio. A livello europeo la situazione è identica dappertutto, quindi non ritengo che il turismo in Ticino abbia fatto la differenza».

15:13

Il medico cantonale prende posizione sul caso di test rapidi venduti illegalmente?
Merlani: «È innanzitutto una questione di salute pubblica: se una persona utilizza un test inaffidabile e quindi va poi in giro con un risultato, quando invece è un altro, è un rischio per la salute pubblica».

15:11

La parola passa ai giornalisti.

15:11

Quando termina la quarantena?
Chi viene messo in quarantena, deve sorvegliare il proprio stato di salute. E se comparissero dei sintomi, si contatta il medico di famiglia o la guardia medica che provvederà a fare un tampone. Se non si sviluppano sintomi, all'undicesimo giorno si può uscire dalla quarantena. Per il datore di lavoro fa testo la mail del contact tracing per chi è in quarantena, mentre per le persone in isolamento (quindi positive al coronavirus) il documento da presentare è il certificato medico, ricorda Marina Lang.

15:09

Il malato può preparare una lista di contatti
Quando si risulta positivi a un test-Covid, il malato può stilare una lista dei contatti avuti con altre persone. Un'operazione, questa, che facilita il contact tracing. «Per le persone che vivono nella stessa economia domestica, scatta automaticamente la quarantena».

15:04

Per ogni malato, meno di due persone in quarantena
L'età media dei casi positivi è di 47 anni. Attualmente 1'898 persone sono in isolamento, perché positive al virus. E circa 3'600 sono in quarantena per essere stati in contatto con una persona positiva. Dall'inizio del tracciamento sono stati forniti 1'450 codici SwissCovid. «Stiamo assistendo a una diminuzione costante dei contatti da mettere in quarantena. Oggi si parla di 1,89 persone per malato. Significa che le misure stanno avendo effetto». I contatti sono più limitati.

15:02

Il contact tracing riesce a trattare fino a 300-320 casi
Per facilitare il lavoro di chi si occupa del contact tracing è stata sviluppata una nuova piattaforma informatica che sarà attivata nei prossimi giorni. Il dispositivo attuale permette di evadere 300-320 casi al giorno, di cui due terzi entro le 24. Il terzo rimanente entro 48 ore, spiega ancora Lang.

15:00

Un team di 50 persone per il contact tracing
La parola passa a Marina Lang, responsabile del contact tracing. «È uno strumento che è ormai diventato parte della nostra società» afferma, spiegando che il dispositivo è stato rinforzato per rispondere alla crescita delle cifre ma anche per poter durare nel tempo. Il team conta oggi 50 collaboratori attivi sette giorni su sette. Per il rinforzo sono avvenute 44 assunzioni tramite l'Ufficio regionale di collocamento.

14:58

Una questione di responsabilità
La popolazione sta capendo che la situazione è cambiata. La mobilità è in calo, come pure il numero delle persone che si incontrano. Anche la mascherina viene utilizzata con maggior rigore, osserva il medico cantonale. «Ci vuole responsabilità nelle scelte che facciamo».

14:57

I test rapidi «non si comprano sul web»
I test rapidi sono arrivati anche in Ticino. Vengono attualmente utilizzati nei checkpoint e nelle case anziani. Ma non si tratta di uno strumento in mano alla popolazione, bensì in mano al medico. Bisogna diffidare di quelli venduti su internet, alla stazione di servizio o nei negozi. «Ma vengono prescritti dal medico ed eseguiti dal medico».

14:56

Le mascherine «non hanno effetti collaterali»
Merlani parla dell'impiego delle mascherine, sottolineando che «non hanno effetti collaterali». Insomma, non riducono la quantità di ossigeno nel sangue. «Il beneficio della mascherina è superiore al rischio». Certamente c'è chi ha motivi medici per non indossarle, ma devono essere «veri motivi medici». Non mancheranno controlli.

14:54

Case anziani: «Piccola stretta sulle visite»
Si valuta una stretta sulle visite nelle case anziani. Le direzioni potranno stabilire se il diritto di visita sarà adempiuto in camera o in locali adibiti alle visite. Per quanto riguarda le uscite, queste sono possibili nel perimetro vicino alla casa. Ma i trasporti privati sono da evitare, spiega Merlani. Si tratta direttive discusse con Adicasi che tra alcuni giorni saranno implementate nelle strutture.

14:51

Decessi: un terzo nelle case anziani
Sul fronte dei decessi, i numeri sono «piuttosto importanti». Rispetto alla prima ondata, il dato della mortalità in casa anziani rispetto agli ospedali è un terzo. Il 30/35% avviene infatti nelle case anziani. È quanto si evince anche dai dati che, da oggi, vengono pubblicati quotidianamente dall'Adicasi. «Con 26 nuovi casi positivi nelle case anziani nelle ultime 24 ore, il dato è importante. Ma bisogna ricordare che anche in queste strutture ora si testa di più». Sono 183 i decessi totali in casa anziani dall'inizio della pandemia nel nostro cantone.

14:48

Focolai negli ospedali
Focolai ci sono anche negli ospedali, come riferito anche negli scorsi giorni. Bisogna dunque prestare particolare attenzione alle disposizioni e alle norme igieniche, ricorda Merlani. Anche e soprattutto quando ci si reca in visita in strutture ospedaliere o in case anziani. «Nelle case anziani le visite non sono vietate ma sono limitate».

14:47

Il virus è su tutto il territorio
Il contact tracing identifica i casi positivi e mette in quarantena i contatti. «Ma non è più possibile determinare il luogo del contatto: il virus è diffuso in tutto il territorio, è nella comunità. E non ci sono situazioni in cui si verificano più contagi che in altri». Non c'è dunque un luogo che si possa definire come problematico.

14:46

Bisogna anche aspettare che gli ospedali comincino a «respirare». Quindi bisogna arrivare in una situazione in cui le dimissioni sono superiori ai nuovi ricoveri, spiega Merlani.

14:45

Il rallentamento dei contagi
I dati, spiega comunque il medico cantonale Merlani, i dati sono relativamente stabili: «La crescita esponenziale, durante gli ultimi quattordici giorni, non c'è più stata. C'è un sostanziale rallentamento dell'andamento. Non siamo ancora in fase di discesa, ma probabilmente siamo vicini al picco». Anche se Merlani preferisce parlare di un “colle”: la cima sarà piuttosto piatta e la discesa poi lenta. «Abbiamo davanti ancora tre, forse cinque mesi di temperature invernali in cui stiamo al chiuso: se cominciamo a dimenticare le buone abitudini che abbiamo imparato, il rischio di un secondo picco è elevato».

14:42

Merlani lancia un appello: «Se avete sintomi, parlatene con il vostro medico: dobbiamo cercare i casi positivi, isolarli e tracciare i contatti». Insomma, «fatevi testare».

14:41

In Ticino oggi (sono i dati che riguardano la domenica) sono stati segnalati 130 nuove persone positive, 19 ricoveri e 8 decessi.

14:40

Prende la parola il medico cantonale Giorgio Merlani, che parla della situazione epidemiologica in Ticino: durante il weekend si osserva un rallentamento dei contagi.

14:11

A partire dalle 14.30 le autorità cantonali aggiornano la popolazione sull'andamento della pandemia in Ticino.

All'incontro informativo partecipano:

Giorgio Merlani, medico cantonale
Marina Lang, responsabile del contact tracing e psicologa della polizia cantonale

14:09
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