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Una prolungata "finestra di crisi" che tocca solo alcuni
Regole diverse solo per il settore alberghiero, i cantieri e l'industria. Il resto si allinea alla Svizzera

 

Il Consiglio federale ha autorizzato il Ticino a prolungare fino al 3 maggio la “finestra di crisi”, spostando oltre il 26 aprile (termine dell’attuale "regime" nel resto della Svizzera) le limitazioni ordinate in determinati settori dell’economia. Rispetto all'ordinanza svizzera, sono diverse le regole per il settore alberghiero, i cantieri e l'industria.

Lunedì 27 aprile, come nel resto della Svizzera, torneranno operativi parrucchieri, saloni di bellezza, negozi fai-da-te, centri per giardinaggio e fioristi, impianti di autolavaggio. Riprenderanno la loro normale attività anche gli studi di medicina dentaria, di fisioterapia e di massaggi medici. Gli ospedali potranno eseguire tutti gli interventi, anche quelli non urgenti. 

La decisione di attendere un'altra settimana per ripartire in linea con la Confederazione, tiene conto - oltre che della situazione epidemiologica ticinese - della proroga fino al 3 maggio da parte della vicina Italia delle limitazioni ai movimenti delle persone e delle attività economiche, come pure dell’impatto delle restrizioni del traffico dei lavoratori frontalieri in Ticino.

Se non vi saranno repentini cambiamenti sul fronte sanitario, a partire dal 4 maggio ci si allineerà al resto della Svizzera.

 

18:20

La conferenza stampa si è conclusa. Grazie per averla seguita su Tio.ch!

18:20

Il Ticino potrebbe muoversi diversamente tra il 27 aprile e l'11 maggio?

De Rosa: «Tra la fase 1 del 27 aprile e la fase 2 dell'11 maggio è un periodo corto, lo abbiamo scritto nella lettera al Consiglio federale. Sono solo due settimane. Speriamo si possa analizzare l'impatto delle misure nonostante il breve tempo. Abbiamo anche chiesto i controlli alle frontiere. E anche l'aumento dei test».

18:18

Parrucchiere ed estetiste riceveranno indicazioni precise? Quanti clienti entreranno? Si indosserà la mascherina?

De Rosa: «È fondamentale disporre di piani di protezione. Lo avevamo già detto. Sono le associazioni di categoria a dover sottoporre all'UFSP i piani di protezione. Auspico che possano essere precisi, chiari e semplici. Oltre a doverli implementare, mi auguro possano essere chiari per le attività necessarie di controllo. Sarà importante anche per i professionisti poter gestire le agende. Non ci dovranno essere più persone in attesa se non una massimo due e con distanze sociali, norme igieniche accresciute, materiale di disinfezione, disinfettante per gli spazi, eventualmente le mascherine».

18:16

Contact tracing, ci dà qualche dettaglio in più?

De Rosa: «Le informazioni tecniche sono state date dalla Confederazione agli uffici dei medici cantonali. La tecnologia non sarà obbligatoria ma facoltativa, le informazioni saranno decentralizzate grazie alla app scelta dalla Svizzera. Ma ora è prematuro. Bisogna prima riuscire a scendere sotto i 100 nuovi casi al giorno a livello svizzero. Da maggio sarà pronta la nuova app e rispettivamente noi saremo pronti con diversi militi a Rivera per avere ben 10 linee telefoniche nel caso entrassimo nella fase di contact tracing».

18:14

Non c'è il rischio di vedere aumentare i numeri dei casi infetti solo perché facciamo più tamponi? Non verranno falsati i dati?

De Rosa: «Il cambiamento nella case definition ha un'influenza diretta sul numero di persone testate e il numero dei positivi rintracciati. Ma è importante effettuare più test anche per rintracciare immediatamente tutta la catena di contatti che la persona contagiata ha avuto. Il sistema è già pronto per essere operativo e passare dalla fase di mitigazione per poi arrivare al contenimento». Vogliamo riuscire a evitare che la curva riparta e tornare in una fase di lockdown».

18:11

Il canton Vaud ha ridotto gli affitti per le attività economiche. E in Ticino?

Vitta: «Abbiamo visto un'evoluzione rapida a livello federale. Anche su questo tema Berna prenderà delle misure. A breve, quando le sapremo e avremo un quadro preciso sugli aiuti che arrivano dalla Confederazione, anche il Cantone deciderà come muoversi.

Per quanto riguarda i crediti Covid, elargiti a condizioni favorevoli, per chi ha attività economiche... ieri sera erano 8'450 i crediti concessi per un totale di 990 milioni. Abbiamo quasi raggiunto il miliardo di franchi. Cifre importanti. I crediti o sono soldi già dati o sono linee di credito aperte alle quali attingere al momento del bisogno».

18:08

Si riapriranno sentieri e percorsi comunali?

Gobbi: «I percorsi comunali sono di pertinenza comunale. Le autorità possono prendere misure, limitando ad esempio l'affluenza (Foce Cassarate, laghetto di Origlio) come nelle scorse settimane. Il rispetto delle regole permetterà di poter riaccedere a questi luoghi se tutti rispettano le regole. È difficile riaprire per poi richiudere. Ma decideranno i Comuni».

18:07

Test sierologici per tutti? E più tamponi anche in Ticino?

De Rosa: «Sono circa 1'500 persone in tre tappe quelle che verranno coinvolte, per vedere l'evoluzione degli anticorpi nel sistema sanitario. Anche l'IRB partecipa a questo progetto. Desideriamo fare più tamponi e oggi l'UFSP ha cambiato le misure. Oggi EOLAB effettua 400-500 test al giorno. Sono previsti nuovi macchinari, anche con l'EOC, per effettuarne di più. Ma il potenziamento richiede un po' di tempo, insieme al personale formato. La volontà c'è».

18:02

Sono previsti controlli particolari sui frontalieri? Tipo controllo della temperatura in dogana?

Gobbi: «Avevamo chiesto a inizio marzo alla Confederazione di avere più controlli. Già allora avevamo chiesto controlli di carattere sanitario alle frontiere».

18:01

Siamo già pronti per iniziare con i test sierologici? E con i tamponi per tutti quelli che hanno sintomi?

De Rosa: «È partito il test sul personale medico e sta riscuotendo successo. I tempi brevi si avranno risultati interessanti. Sotto un rigido protocollo pensato dall'ufficio del medico cantonale, l'EOC, Usi e Supsi, è previsto un progetto di mappatura anche sulla popolazione».

17:59

Perché tanti morti in casa anziani? Cosa è andato storto? Le visite saranno vietate ancora a lungo?

De Rosa: «L'anziano è una persona a rischio, fragile. La stessa situazione c'è in altri cantoni, come Vaud. Anche lì ci sono percentuali alti di decessi nelle case anziani. Venerdì abbiamo previsto un infopoint, insieme all'associazione dei direttori delle case anziani, e i medici geriatrici, di fare un momento informativo. Per il futuro è probabile che i divieti di accesso rimangano per un po' di tempo. Ma restano le iniziative delle case anziani, con finestre in cui incontrarsi con i parenti in tutta sicurezza. Sono progetti e iniziative che si stanno diffondendo».

17:56

Il Ticino allenterà le misure con l'Italia. Ci sarà una strategia comuni sui frontalieri?

Vitta: «I contatti con il nord Italia sono presenti e costanti. Ma ognuno si rifa alle sue regole».

17:55

È vero che il Governo voleva chiedere la finestra di crisi per tutti gli ambiti?

Vitta: «Noi abbiamo una discussione fra i partner sociali, che deve restare tra le mura. Dopo si consolida un testo che viene inviato. I cambiamenti introdotti sono limitati (da 10 a 15 il numero sui cantieri, dal 50 al 60% il limite sopra il quale bisogna chiedere le autorizzazioni per le industrie). Per noi è importante che la necessità è stata sottoscritta da tutti i partner sociali, anche se poi ognuno poteva avere desideri diversi. Era importante l'unità sul principio».

17:53

Mantenere le distanze sociali tra bambini non è facile. Cosa intendete fare?

Bertoli: «Un'entrata più ordinata, scaglionata. In aula ci si alza uno a uno per lavarsi le mani con il sapone, se c'è il lavandino in aula. Altrimenti ci saranno i disinfettanti. Sulle ricreazioni bisognerà capire la logistica, per farle a scaglioni. O decidere di eliminarli, essendoci mezza giornata di scuola. Sono nuove cose che gli allievi dovranno imparare, come pure i docenti. Cose che forse si dovranno replicare anche in settembre. Cambia la normalità in tempi di coronavirus».

17:53

Mantenere le distanze sociali tra bambini non è facile. Cosa intendete fare?

Bertoli: «Un'entrata più ordinata, scaglionata. In aula ci si alza uno a uno per lavarsi le mani con il sapone, se c'è il lavandino in aula. Altrimenti ci saranno i disinfettanti. Sulle ricreazioni bisognerà capire la logistica, per farle a scaglioni. O decidere di eliminarli, essendoci mezza giornata di scuola. Sono nuove cose che gli allievi dovranno imparare, come pure i docenti. Cose che forse si dovranno replicare anche in settembre. Cambia la normalità in tempi di coronavirus».

17:50

Ci sono direttive diverse per i docenti che sono a rischio?

Bertoli: «Per i docenti che sono persone a rischio il problema si pone. Dovranno andare in malattia e restarci finché il problema non verrà risolto. Lo stesso vale per gli allievi, ad esempio quelli con un diabete forte. Questi allievi vengono trattati come i pochi casi di allievi gravemente malati (ad esempio in cura oncologica), seguiti con programmi individualizzati e speciali.

Per chi invece ha a casa persone a rischio è diverso. È un tema che tocca tutti i settori, tutta la società. Bisognerà trovare una soluzione, anche se è uno dei problemi più difficili da risolvere».

17:47

È davvero l'ultima finestra di crisi? Le misure più restrittive riguardano il settore alberghiero, l'industria i cantieri. Per gli altri settori valgono le misure federali?

Vitta: «A partire dal 4 maggio saremo allineati all'Ordinanza 2 Covid a parte cambiamenti repentini nel settore sanitario. Sì, vi sono le regole previste dall'ordinanza, con tutti i settori che possono aprire. Ci sono restrizioni per il settore alberghiero, i cantieri e l'industria. Le attività che hanno già aperto e riapriranno devono rispettare le regole per poter operare».

17:43

Cosa comporta per gli insegnanti il modello pensato (metà classe in aula)?

Bertoli: «Per le scuole comunali quello che è possibile fare è avere la propria classe, metà alla mattina e metà al pomeriggio. Oppure avere metà classe il lunedì e l'altra metà il martedì. Interagire con metà della classe. Alle scuole dell'infanzia i piccoli non sono tenuti ad andare a scuola, immaginiamo classi da 8-10 allievi per volta, anche alle elementari. È un altro modo di fare scuola. Si sta pensando alla mascherina facoltativa per i docenti, fornita dai comuni. Non per gli allievi, sarebbe controproducente».

17:41

Il Ticino ha cercato di chiudere più tardi possibile le scuole per evitare di mandare i bambini dai nonni. Si è poi capito che i bambini sono poco contagiabili e contagiosi. Riaprire con metà classe potrebbe essere una soluzione fin troppo prudente?

Bertoli: «Aspettiamo le linee direttive, ma nel frattempo abbiamo lavorato con l'ufficio del medico cantonale. È possibile che noi siamo più prudenti di quanto dirà la Confederazione. Ma dobbiamo garantire sicurezza. Se si è ammalato Giorgio Merlani, è doveroso essere prudenti anche più di quanto ci dirà Berna. Se questo aiuterà a togliere o diminuire le preoccupazioni dei genitori, è doveroso e giusto».

17:39

Seguono ora le domande dei giornalisti.

17:37

Tocca ora al direttore del DI, Norman Gobbi: «Se c'è un allentamento delle misure attuate in Ticino lo possiamo fare perché da un lato ci sono i dati confortanti e dall'altra un comportamento disciplinato. Ma l'allentamento ulteriore non dev'essere frainteso, "da domani non è curt bandida", continuano a valere le regole di comportamento individuali e collettive di distanze sociali e di igiene. 

Restano le misure di controllo alla frontiera, che rimangono anche nelle prossime settimane. Solo oggi ci sono stati 40 respingimenti alla frontiera. Anche la polizia continua a fare controlli sugli assembramenti (finora sono stati fatti 9'000 controlli). Questa settimana sono stati svolti 72 controlli sui cantieri ed è stata riscontrata la responsabilità. I veicoli in transito (trasportano operai) sono stati pure controllati (270). Attività di controllo che continueranno. Le forze di polizia sono state poco toccate: abbiamo solo un caso di malato a seguito del Covid-19 e un agente in quarantena, ad oggi».

Gobbi è grato anche del supporto dall'Esercito e dei civilisti/protezione civile. 

17:32

«Il Governo federale deciderà il 29 aprile definitivamente sull'apertura delle scuole. Il Governo ticinese deciderà poi rapidamente. Sappiamo che non è facile, ma viviamo in tempi difficili. e sappiamo che per i bambini e i ragazzi, soprattutto della scuola dell'obbligo, poter ricominciare per un certo periodo ad andare a scuola in presenza, seppure limitato, è determinante e importante. La scuola è fatta prima che di contenuti, di relazione a quell'età. E serve ricominciare, elaborare quello che si è vissuto, e capire che anche da settembre qualche differenza ci sarà rispetto alla scuola che conosciamo. È questo il senso dell'operazione, che speriamo venga compresa da tutti».

17:30

Prende la parola Manuele Bertoli (Decs): «Riferisco dei primi contatti avuti sulla riapertura delle scuole. L'orizzonte temporale dato dal Consiglio federale per l'11 maggio è la riapertura delle scuole dell'obbligo. Questa discussione sta avvenendo in tutti i cantoni. Tutti vogliono andare in questa direzione, ma tutti vogliono che si garantiscano condizioni di sicurezza. Il Decs ha messo a punto dei modelli che prevedono una presenza a scuola (nelle 6 settimane fino al 19 giugno, fine anno scolastico) di metà classe per volta. Con la facoltatività dei bambini di 3 anni. L'idea è di avere piccoli gruppi e gestire la distanza in questo modo, gestire anche l'entrata e l'uscita da scuola, evitare la mensa (salvo casi eccezionali), ridurre anche le presenze sui trasporti (scuola media). Oggi abbiamo cominciato le prime consultazioni con i Comuni e il colloquio è stato aperto, franco. Le opinioni non sono unitarie, ma la maggioranza è pronta a entrare in questa logica, pur con tutte le problematiche che devono essere definite».

17:27

I Cantoni possono decidere in un secondo momento di ri-sospendere gli interventi non urgenti. «Continueremo a monitorare la situazione, per adattare l'offerta sanitaria. La capacità di adattamento delle strutture ospedaliere è fondamentale nelle prossime fasi. Il Consiglio federale, giustificando l'ultima finestra di crisi, ha parlato anche di necessità di garantire la coesione nazionale. Anche noi facciamo appello alla coesione, alla necessità di unire le forze per tutelare la salute della popolazione».

17:27

I Cantoni possono decidere in un secondo momento di ri-sospendere gli interventi non urgenti. «Continueremo a monitorare la situazione, per adattare l'offerta sanitaria. La capacità di adattamento delle strutture ospedaliere è fondamentale nelle prossime fasi. Il Consiglio federale, giustificando l'ultima finestra di crisi, ha parlato anche di necessità di garantire la coesione nazionale. Anche noi facciamo appello alla coesione, alla necessità di unire le forze per tutelare la salute della popolazione».

17:26

«Fino al 31 maggio resta garantito il servizio dei check point in Ticino. Lo SMCC potrà adottare questo dispositivo e decretare l'obbligatorietà dei medici a spostare i pazienti con i sintomi nei check point, per salvaguardare gli studi medici e gli altri pazienti. Da settimana prossima in particolare, quando ripartiranno gli interventi non urgenti. La ripresa della presa a carico dei pazienti non urgenti (ospedali, medici e dentisti) è benvenuta. È fondamentale che chi necessita di cure possa accedervi».

17:24

«Il virus è ancora qui. E sappiamo che con il graduale allentamento dei provvedimenti, aumenteranno i casi. Ecco perché è indispensabile la responsabilità individuale. Siamo certi che tutti i cittadini, insieme, possiamo fare molto per proteggere noi e gli altri. Continuiamo a rispettare le regole. Le misure sono state efficaci. Ecco perché il Governo ha chiesto un'altra settimana di crisi. Nella graduale ripresa dell'attività è necessario procedere a piccoli passi. Oggi è stata mandata una lettera a Berset: nella strategia a fasi occorre dare tempo alle varie fasi di concretizzarsi. Le riaperture sono attese, ma si può fare solo adottando piani di protezioni, rigorosi, chiari a precisi. Dal 27 aprile all'11 maggio è troppo poco tempo per capire le conseguenze delle prime aperture e pronunciarsi sulle seconde».

17:21

«La situazione resta difficile. Nelle case anziani sono morte 133 persone per Covid-19 (sui 295 cantonali). Circa 130 anziani sono riusciti a superare il virus, compresa una signora di 101 anni. È ancora un bilancio parziale».

17:20

Prende la parola il direttore del DSS, Raffaele De Rosa: «Dal picco, il numero di persone in ospedale si è dimezzato. negli ultimi sette giorni abbiamo registrato anche un sensibile calo del numero di pazienti in cure intense. Aumentano anche i dimessi. Sono dati incoraggianti, che devono stimolarci a proseguire sulla strada tracciata. Il Ticino ha saputo reagire in modo compatto ed esemplare all'emergenza. Ma non dobbiamo abbassare la guardia ora. La malattia può colpire chiunque. Tra gli intubati vi sono anche persone sotto ai 40 anni. E dietro ogni numero c'è la storia di una persona, di una famiglia, dei cari. Oggi purtroppo ci sono stati 4 nuovi decessi, di cui uno in casa anziani. A chi soffre il lutto va il nostro cordoglio e vicinanza».

17:18

«Questa situazione può rappresentare lo stimolo per seminare e far crescere insieme qualcosa di nuovo, portando avanti progetti a favore della collettività. Insieme dobbiamo portare avanti i valori che abbiamo saputo consolidare, unione, vicinanza e solidarietà. Uniti possiamo guardare al futuro con coraggio», ha concluso Vitta.

17:17

«Cari cittadini e cittadine, la parola "cambiamento" ben riassume la difficile situazione che stiamo attraversando. Un cambiamento improvviso che ha causato sofferenza. Che ha toccato nel profondo tutti noi, costringendoci a prendere una pausa dalla nostra vita fatta di programmi e certezze. Ci ha posto dinanzi una situazione nuova, fatta di incertezza. Che ci ha spaventati. Sicurezze e certezze sono crollate, mostrandoci anche la nostra fragilità e debolezza. Abbiamo vissuto da un lato un senso di solitudine, dall'altro ci siamo sentiti uniti, parte di una sfida più grande e collettiva. Ognuno sta facendo la sua parte per contenere il virus e i risultati si stanno vedendo. Siamo fieri e orgogliosi del vostro agire - ha aggiunto Vitta -. Grazie a voi siamo riusciti a contenere la diffusione di questo virus. Un impegno che dobbiamo portare avanti, con regole igieniche e distanze sociali, che fanno parte della nostra nuova normalità. Ogni comportamento o gesto richiede più attenzione e consapevolezza. È un grande cambiamento e la sfida è passare dal cambiamento alla trasformazione. Cogliere le opportunità a favore di una crescita per noi stessi, la nostra comunità e il nostro paese».

17:12

«Ci attendono mesi impegnativi - ha detto Vitta -. L'Amministrazione cantonale opererà a regime ridotto la prossima settimana, per poi riprendere a regime il 4 maggio».

17:11

Per informazioni resta a disposizione l’hotline informativa SMCC Attività commerciali allo 0840 117 112. Ma si invita a rivolgersi prima alle associazioni di categoria.

17:10

Il Ticino ha disposizione più restrittive rispetto al resto della Svizzera, la prossima settimana, in questo senso:

«Gli alberghi e i campeggi possono continuare a esercitare solo per accogliere personale legato alle attività permesse e alla gestione dell'emergenza a patto di non accogliere contemporaneamente più di 50 persone (personale incluso), garantire le norme igieniche accresciute e di distanza sociale, non aprire il bare altri servizi quali aree fitness, spa, ecc.

Le attività nei cantieri restano sospese. Sono permesse, nel rispetto delle norme igieniche e di distanza sociale, se svolte da 15 o meno persone (fino al 26 aprile sono 10). Lo SMCC può concedere deroghe nel caso in cui esista un'evidente urgenza o preminente interesse pubblico.

Le industrie che intendono, per attività non procrastinabili o di interesse pubblico, impiegare contemporaneamente oltre il 60% del personale attivo a regime ordinario (fino al 26 aprile è 50%) devono chiedere un’autorizzazione se superano i dieci dipendenti impiegati contemporaneamente».

17:07

Dal 27 aprile al 3 maggio

«Resta in vigore l'ordinanza federale per alcuni settori: niente manifestazioni pubbliche e private, comprese quelle sportive. Sono chiusi negozi e mercati, ristoranti, bar, discoteche, locali erotici, strutture per il tempo libero, musei, cinema, sale per concerti, teatri, casinò, palestre, piscine, centri benesseri. 

Le seguenti strutture e manifestazioni possono operare, se rispettano il piano di protezione delle direttive emanate: negozi di generi alimentari, chiosi, stazioni di servizio (se vendono derrate alimentari), negozi di cibo d'asporto, take-away, farmacie e drogherie, uffici e agenzie postali, punti vendita serivzi telecomunicazioni, banche, stazioni di servizio, stazioni ferroviarie, pubblica amministrazione, strutture sociali, funerali nella cerchia familiare, strutture sanitarie, studi e strutture di professionisti della salute, centri commerciali del fai da te e del giardinaggio, compresi fiori, strutture che offrono servizi alla persona quali parrucchieri, saloni di massaggio, centri estetici, solarium».

17:03

«Berna ha concesso un'ultima finestra di crisi. Dal 4 maggio il Ticino sarà integralmente integrato alle regole dell'ordinanza federale».

17:02

Apre la conferenza stampa il presidente del Consiglio di Stato Christian Vitta: «Con passi controllati e attenti stiamo gradualmente allentando le misure. Continuando a monitare la diffusione del virus. A voi tutti chiediamo di sostenerci con responsabilità e un comportamento scrupoloso».

16:27
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