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CANTONEModa: «Serve un'analisi seria»

17.12.18 - 11:53
Matteo Pronzini interroga il Governo chiedendo di valutare se l'attrattiva del Ticino per certi settori non rischi di portare più costi che guadagni
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Moda: «Serve un'analisi seria»
Matteo Pronzini interroga il Governo chiedendo di valutare se l'attrattiva del Ticino per certi settori non rischi di portare più costi che guadagni

BELLINZONA - La Moda è uno dei settori su cui le autorità hanno deciso di puntare per lo sviluppo economico futuro del cantone. Su questo tema Matteo Pronzini (MpS), in un'interrogazione al Governo, chiede «un’analisi seria in base agli ultimi sviluppi e se del caso un riorientamento della politica economica cantonale».

«I futuri diplomati della scuola di moda di Chiasso non saranno formati per lavorare metalli preziosi, tagliare pietre, assemblare orologi o costruire macchine tessili e hanno il diritto di sapere quali e quanti sono gli sbocchi professionali dopo gli studi, soprattutto in un cantone dove disoccupazione e sottoccupazione sono sempre più alte della media nazionale, mentre i salari calano in molti rami economici», sottolinea Pronzini. 

Il deputato MpS trova che anche dal punto di vista delle finanze cantonali sarebbe «opportuna una revisione dell’analisi con cui sono stati scelti i settori “promettenti” perché l’attrattiva del Ticino per i grandi gruppi internazionali di moda rischia di risultare nulla se non potranno più praticare l’ottimizzazione fiscale grazie alle nuove regole internazionali contro l’erosione della base fiscale e il trasferimento degli utili (BEPS)». «Nel migliore dei casi - spiega - in Ticino terranno depositi di logistica che movimentano centinaia di camion e creano più costi di quanto rendono in tasse».

Qui di seguito le domande poste al Consiglio di Stato:

1 - Nella risposta alle domande 1, 2 e 3 dell’interrogazione 153.18 si afferma: “Recenti elaborazioni dell’Istituto di ricerche economiche (IRE) dell’Università della Svizzera italiana, sulla base di dati STATENT (da notare che i dati più recenti di statistica pubblica sono quelli provvisori relativi all’anno 2015), evidenziano le seguenti cifre per il meta-settore della moda:

    • Numero di aziende (2015p): 698
    • Numero di addetti (2015p): 9’252
    • Numero di addetti in ETP (2015p): 8’596”

Chi ha chiesto questi “recenti elaborazioni”, perché e a chi è stata inviata la documentazione?

2 - Queste “nuove cifre” sono state citate dal capogruppo PLR in Gran Consiglio Alex Farinelli il 12 ottobre 2018 durante un dibattito televisivo, dal consigliere di Stato Christian Vitta il 14 ottobre sul settimanale Il Caffè e da Giovanni Scolari dell’Ocst (che ha sottoscritto il contratto aziendale con LGI) il 21 ottobre. Tutte queste dichiarazioni sono posteriori all’annuncio da parte di LGI di una “riorganizzazione” del gruppo e del trasferimento di 150 dipendenti addetti alla fatturazione in Italia.

Le elaborazioni dell’IRE sono state fatte a seguito di questo annuncio?

3 – Come mai nello studio commissionato dal cantone al Bak Basel (“Analisi dei settori ticinesi: benchmarking internazionale e smart specialisation“), nello studio “Oltre la Metà del guado” (studio indipendente ma presentato nel corso di una conferenza stampa dal DFE) e nello studio dell’IRE “Ticino futuro” si afferma che il settore moda è costituito dalla fabbricazione di tessili e abbigliamento, commercio all’ingrosso, logistica e servizi alle imprese e non è utilizzata la definizione dello studio dell’IRE del 2013 tornata in voga ora, che comprende tutti i seguenti rami:

    • 131001. Preparazione e filatura di fibre tipo cotone;
    • 131002. Preparazione e filatura di fibre tipo lana cardata e pettinata;
    • 131003. Torcitura e preparazione della seta e di filati sintetici o artificiali;
    • 131004. Preparazione e filatura di altre fibre tessili;
    • 132001. Tessitura di filati tipo cotone;
    • 132002. Tessitura di filati tipo lana cardata e pettinata;
    • 132003. Tessitura di altre materie tessili;
    • 133000. Finissaggio dei tessili;
    • 139100. Fabbricazione di tessuti a maglia;
    • 139901. Fabbricazione di ricami;
    • 139902. Fabbricazione di passamanerie;
    • 139903. Fabbricazione di altri tessili n.c.a.;
    • 141100. Confezione di abbigliamento in pelle;
    • 141200. Confezione di indumenti da lavoro;
    • 141301. Confezione di indumenti per uomo e per bambino;
    • 141302. Confezione di indumenti per donna e per bambina;
    • 141303. Confezione di indumenti esterni senza predominanza;
    • 141401. Confezione di biancheria personale per uomo e per bambino;
    • 141402. Confezione di biancheria personale per donna e per bambina;
    • 141403. Confezione di biancheria personale esterni senza predominanza;
    • 141900. Confezione di altri articoli di abbigliamento ed accessori;
    • 142000. Confezione di articoli in pelliccia;
    • 143100. Fabbricazione di articoli di calzetteria in maglia;
    • 143900. Fabbricazione di altri articoli di maglieria;
    • 151100. Preparazione e concia del cuoio; preparazione e tintura di pellicce;
    • 151200. Fabbricazione di articoli da viaggio, borse e simili, pelletteria e selleria;
    • 152000. Fabbricazione di calzature;
    • 244100. Produzione di metalli preziosi;
    • 265201. Fabbricazione e assemblaggio di orologi;
    • 265203. Fabbricazione e assemblaggio di meccanismi di orologi;
    • 265204. Fabbricazione di casse e quadranti;
    • 265205. Fabbricazione di altre parti di orologi;
    • 289400. Fabbricazione di macchine per le industrie tessili, dell'abbigliamento e del cuoio; 321201. Lavorazione di pietre preziose;
    • 321202. Fabbricazione di oggetti di oreficeria e gioielleria n.c.a. (esclusa la fabbricazione di oggetti di bigiotteria);
    • 321300. Fabbricazione di bigiotteria e articoli simili;
    • 325004. Fabbricazione di occhiali;
    • 461600. Intermediari del commercio di prodotti tessili, abbigliamento, calzature e articoli in pelle;
    • 462400. Commercio all'ingrosso di pelli e cuoio;
    • 464100. Commercio all'ingrosso di prodotti tessili;
    • 464201. Commercio all'ingrosso di capi d'abbigliamento;
    • 464202. Commercio all'ingrosso di calzature;
    • 464500. Commercio all'ingrosso di profumi e cosmetici;
    • 464801. Commercio all'ingrosso di orologi;
    • 464802. Commercio all'ingrosso di gioielleria;
    • 464904. Commercio all'ingrosso di marocchinerie e articoli da viaggio;
    • 466400. Commercio all'ingrosso di macchinari per l'industria tessile, di macchine per cucire e per maglieria.

4 – Se - come afferma lo stesso Consiglio di Stato, nella risposta 4 all’interrogazione 153.18 - non esiste nessuno studio sulle interazioni fra le grandi aziende di moda e le imprese presenti sul territorio, come è possibile includere nel meta-settore moda tutti queste attività elencate nello studio IRE del 2013 e riportate nella domanda precedente, visto che “per metasettore si intende un comparto che presenta stretti e intensi legami con altri settori, nei quali le tradizionali separazioni merceologiche tendono progressivamente ad attenuarsi, portando ad un crescente intreccio tra gli stessi”?

5 - Nello studio del Bak Basel, basato sulle cifre del 2011, si parla di “alta produttività” del settore moda o più precisamente del commercio all’ingrosso di abbigliamento, senza però tener conto che le cifre sono gonfiate artificialmente dalle pratiche di ottimizzazione fiscale. Il gruppo Kering, che conta circa 30'000 lavoratori in tutto il mondo, faceva figurare il 70% degli utili dell’intero gruppo in Ticino, dove non ha neppure 1'000 dipendenti. È bastato spostare 150 addetti alla fatturazione per far crollare gli utili e l’introito fiscale.

Non ritiene il Consiglio di Stato che l’analisi della produttività del settore moda debba essere aggiornata dopo la partenza di Armani e la “riorganizzazione” di LGI?

6 – nella risposta all’interrogazione 153.18 il Consiglio di Stato afferma che le 40 principali società di moda presenti in Ticino hanno versato 40 milioni di imposte al cantone nel 2017. Lo spostamento di 150 dipendenti delle LGI in Italia causerebbe una minore entrate per il cantone di 20 milioni di franchi secondo i media.

Può il Consiglio di Stato confermare questa cifra? Prendendo in considerazione solo le 10 principali aziende del settore della moda in Ticino, a quanto ammonta l’introito fiscale per il 2017?

7 - Nello studio dell’IRE del 2013 citato dal Consiglio di Stato si afferma che in Ticino il settore moda è costituito da “logistica dedicata, commercio, servizi alle imprese” e si aggiunge: “Non sembra essere una strategia vincente quella di costruire l’intera filiera in un unico paese: La Svizzera mantiene competenze elevate in termini di servizi alle imprese e logistica dedicata, Milano mantiene la forza di essere riconosciuto centro mondiale della moda e la specificità in design, ricerca e marketing.”.

Il Consiglio di Stato condivide questa analisi?

8 – L’analisi dei possibili sbocchi professionali dei diplomati alla scuola di moda di Chiasso su che presupposti si è basata?

9 – Rispondendo alla domanda 6 dell’interrogazione 153.18 il Consiglio di Stato afferma che la candidatura ticinese di un polo delle Moda e della Logistica per il Parco nazionale dell’innovazione è stata boccata per “la mancanza dell’identificazione di spazi idonei ha influito sul non accoglimento del progetto”.La valutazione delle candidatura, pubblicata sulla pagina della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione[4] sembra però mettere in risalto altre mancanze, inparticolare per quanto riguarda l'effettivo coinvolgimento delle aziende della moda nelle attività di ricerca e sviluppo, le interazioni fra le aziende e il loro legame con le università. Questi dubbi sembrano confermati, almeno per quanto riguarda la logistica, da un recente studio dell’Osservatorio dello sviluppo territoriale che mette in risalto come le grandi aziende internazionali non lavorino a contatto fra di loro o con le aziende locali e non siano implicate in dinamiche di cluster.

Cosa può dirci il Consiglio di Stato a questo proposito?

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