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TIMAMMEAborto spontaneo: sintomi e cause

22.05.23 - 07:00
Caratteristiche di un evento doloroso nella vita delle aspiranti mamme
Depositphotos (AntonioGuillemF)
Aborto spontaneo: sintomi e cause
Caratteristiche di un evento doloroso nella vita delle aspiranti mamme

Un’interruzione spontanea, quindi non voluta, della gravidanza che avviene prima del sesto mese di gestazione è definita aborto spontaneo e può essere precoce o tardivo. Nel primo caso l’interruzione avviene nei primi tre mesi di gravidanza ed è determinata da alterazioni cromosomiche o genetiche non trasmesse dai genitori le cui conseguenze non possono essere contrastate con terapie o riposo. In pratica, le alterazioni genetiche che intervengono risultano letteralmente incompatibili con la vita stessa del feto.

L’aborto tardivo, invece, è quello che sopraggiunge tra le 14 e le 24 settimane di gestazione e può essere causato da una malattia della mamma, come diabete, malattie della tiroide, infezioni, problemi ormonali, denutrizione, obesità, traumi, pressione alta, età avanzata, uso di droghe o alcol, disturbi immunitari, problemi uterini. Un’altra causa di aborto spontaneo che si può verificare nel secondo trimestre di gravidanza è la dilatazione del collo uterino, definita incompetenza cervicale.

Esiste un’ulteriore definizione dell’aborto spontaneo che può essere:

    • Interno, con scomparsa dell’attività cardiaca del feto presente, evincibile solo con un’ecografia. Un particolare tipo di aborto interno è il cosiddetto blighted ovum o uovo vuoto, per il quale l’impianto
      dell’uovo fecondato nell’utero non è seguito dallo sviluppo embrionale.
    • Incompleto, con parziale espulsione di materiale ovulare e fetale e rimanenze dello stesso materiale adeso alle pareti uterine.
    • Completo, con totale espulsione del feto.

I sintomi tipici dell’aborto spontaneo possono comparire anche diversi giorni dopo l’interruzione di gravidanza e sono crampi, dolori addominali e lombari, macchie di sangue o abbondante sanguinamento vaginale, espulsione di materiale ovulare o di coaguli.

La diagnosi dei casi meno evidenti prevede controlli ravvicinati comprendenti visita ginecologica, ecografia endovaginale e test delle BHCG. L’aborto completo non lascerà residui di materiale nell’utero e l’ecografia accerterà questa situazione, mentre quello incompleto richiederà il ricorso a procedure chirurgiche per l’eliminazione dei residui rimasti adesi alle pareti dell’utero: il noto raschiamento che diventa necessario anche in caso di aborto interno.

Prevenire un aborto è quasi impossibile considerata l’assenza di segnali indicativi e l’evento viene scoperto in sede di controlli, ma in caso di aborti ripetuti bisogna considerare una particolare condotta ridurre il rischio di aborto spontaneo, grazie all’assistenza di esperti. Svolgere moderata attività fisica, smettere di fumare, perdere peso e alimentarsi in modo corretto, evitare droghe e alcol, ridurre l’assunzione di caffeina sono alcuni fondamentali comportamenti da adottare per limitare il rischio di aborto e riuscire a portare a termine la gravidanza.

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