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ITALIA«Non voglio andare dal nonno», la Cassazione dà ragione ai nipoti

01.02.23 - 18:09
Non si può costringere i bambini a fare visita ai nonni, che non possono far prevalere il loro diritto di vedere i nipoti
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«Non voglio andare dal nonno», la Cassazione dà ragione ai nipoti
Non si può costringere i bambini a fare visita ai nonni, che non possono far prevalere il loro diritto di vedere i nipoti

ROMA - Quello di frequentare i nipotini è da sempre un diritto e un piacere per qualsiasi nonno. Però tale diritto non può prevalere sulla volontà dei nipotini che si dimostrano contrari alla frequentazione. Anche se a spingere i bimbi nelle braccia degli anziani parenti è un giudice e anche se gli incontri non sono di alcun «pregiudizio» agli stessi bambini. Ad affermarlo è stata la Cassazione - il più alto grado di giudizio in Italia - che ha accolto il ricorso dei genitori di due bimbi "costretti" a vedere i nonni.

Il caso - Il centro della vicenda - come ha reso noto oggi l'agenzia Ansa - è quello di una famiglia dai rapporti conflittuali: genitori di due bambini da una parte e nonni e zio paterno dall'altro. Questi ultimi avevano fatto richiesta ai giudici di vedere i nipoti. In primo grado il Tribunale di Milano aveva dato parere positivo agli incontri tra i nonni e lo zio paterni, a patto che avvenissero alla presenza di un educatore. Altra condizione è che la nonna - molto aggressiva verso i genitori dei piccoli - dimostrasse di essersi fatta curare da uno psichiatra.

Il secondo grado di giudizio - La Corte di appello aveva poi di fatto confermato la possibilità degli incontri perché «non sussisteva un reale pregiudizio per i bambini nel passare del tempo con i nonni e lo zio», che - come riferisce l'agenzia di stampa italiana - erano stati descritti come effettivamente affezionati ai nipoti, occorreva che fosse riconosciuto il diritto del clan paterno a mantenere i rapporti con i due bambini. 

Il sì al ricorso - Secondo la Cassazione invece, non basta dire che i nonni non costituiscano un pregiudizio ai bambini ma si rende necessario dimostrare che gli anziani parenti siano nelle capacità «di prendere fruttuosamente parte attiva alla vita dei nipoti, attraverso la costruzione di un rapporto relazionale e affettivo e in maniera tale da favorire il sano ed equilibrato sviluppo della loro personalità». Non si può dunque imporre «una relazione sgradita e non voluta». Ancor più se i ragazzini sono capaci «di discernimento» o abbiano compiuto 12 anni.

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COMMENTI
 

bic66 1 anno fa su tio
Decisione sacrosanta

andytt 1 anno fa su tio
W la famiglia.... Ma servono i giudici non bastano i genitori? A no sono a loro volta figli... Quindi i genitori non hanno diritto di vedere i figli e i figli dei figli... Biblico....

Capra 1 anno fa su tio
giusto