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LUGANOSe mi lasci, muoio!

12.11.18 - 07:00
Un marito spiega la situazione che vive ogni giorno, quando la moglie si allontana anche solo per un attimo. Si tratta di disturbo d'ansia da separazione
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Se mi lasci, muoio!
Un marito spiega la situazione che vive ogni giorno, quando la moglie si allontana anche solo per un attimo. Si tratta di disturbo d'ansia da separazione

Da qualche mese, se anche solo immagino che mia moglie possa allontanarsi da me, mi agito, sono spaventato, sudo e tremo; il mio medico curante mi ha detto che è un attacco d’ansia e mi ha prescritto dei calmanti. Mi capita però anche che magari sto guardando la televisione, mi giro a dire una parola a mia moglie, vedo che non c’è e mi sento svenire, quando magari è solo in cucina o in cantina. Non capisco; un po’ me ne vergogno e un po’ mi spaventa. Lo capirei se succedesse a un bambino, ma a quarant’anni… Sono questi gli attacchi di panico, o è una dipendenza affettiva? O sto proprio impazzendo?

È difficile dare una spiegazione di quanto succede al lettore e cosa scateni questi attacchi di ansia acuta. Non si tratta di "Disturbo da attacchi di panico" ma verosimilmente di quello che viene chiamato "Disturbo d’ansia da separazione". Nel passato, questo disturbo era attribuito soprattutto ai bambini ma negli ultimi anni è stato confermato che può presentarsi, sempre di più, negli adulti. Si tratta del non riuscire a sopportare nemmeno di poter stare distante da una specifica persona; basta la sola idea per provocare una reazione di paura e di preoccupazione molto forte. Da dove viene e cosa l’abbia innescato, dipende da molti fattori nella storia della persona. La preoccupazione e l’ansia nelle situazioni di distacco, di separazione, sono reazioni fondamentalmente normali, legati al valore affettivo personale delle relazioni importanti, ma se questo stato si ripete e si mantiene nel tempo, è sicuramente un disturbo da prendere sul serio ed è raccomandabile una psicoterapia. Non basta una farmacoterapia specifica con farmaci adeguati per diminuire l’ansia e non basta “stringere i denti” e “sopportare”.
Fondamentale è la capacità di riconoscere i propri pensieri disfunzionali e correggerli.

Roberto Ballerini, psicoterapeuta, ASI-ADOC
Michele Mattia, FMH in psichiatria e psicoterapia

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