Mio figlio, 10 anni, non parla ormai più con nessuno

Il Mutismo Progressivo isola completamente il bambino dal resto del mondo
Ho letto la storia di Fabio e mi sono riconosciuta, purtroppo. Mio figlio ha iniziato così e non ce ne siamo accorti, impegnati come eravamo con una crisi coniugale che ha portato alla separazione conflittuale e ripetuti traslochi in breve tempo. Mio figlio ha dovuto cambiare scuole e in prima media la sua “tranquillità” che fino ad allora mi aveva fatto pensare che capisse la mia situazione difficile, si è trasformata in un silenzio assordante, diventato angosciante quando mi sono accorta che non parlava nemmeno più con me. La scuola l’ha sospeso a gennaio e non so se potrà tornarci a settembre.
Il Mutismo Progressivo è un aggravamento del Mutismo Selettivo. È un mutismo totale acquisito che si manifesta in tutti gli ambienti impedendo a chi ne soffre di parlare con tutte le persone; anche con quelle familiari. Può comparire all’improvviso, dopo un evento vissuto in modo molto ansioso, oppure insinuarsi lentamente, fino a condurre il bambino alla chiusura completa. Le parole si bloccano nella gola e, chi ne soffre, non riesce a tirarle fuori, come se ci fosse un ostacolo a impedirne l’uscita. Grande è la sofferenza di tutta la famiglia: i genitori vivono sensi di colpa e anche un semplice mal di pancia può portare a conseguenze fisiche gravi perché non è verbalizzato. Per gli adolescenti, un’alleata potente è la scrittura; per i piccoli, lo sono i gesti e il disegno. La collaborazione stretta tra genitori, insegnanti e professionisti è indispensabile. Un intervento clinico specifico, e il più tempestivo possibile, è spesso risolutore del disturbo e chi ne soffre riprende a comunicare prima sottovoce e poi a voce piena in casa e successivamente all’esterno.
Articolo di Emanuela Iacchia (psicoterapeuta, A.I.MU.SE. - Associazione Italiana Mutismo Selettivo, formatrice CRS) e Roberto Ballerini, psicologo specializzato in psicoterapia FSP





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