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Le parole nell'educazione

Che valore hanno le parole nell'educazione dei nostri ragazzi? 
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Le parole nell'educazione
Che valore hanno le parole nell'educazione dei nostri ragazzi? 
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Ammesso e non concesso che sia lecito fare una differenza tra le parole dell'educazione e quelle, ad esempio, dell'economia, o della scienza o della poesia, una cosa la possiamo già dire: le parole sono una forma di impegno. A volte (c'è chi lo fa) si potrebbe pensare che ad una parola (o ad un insieme di parole) si possa andare semplicemente oltre una volta pronunciate, così, come se niente fosse. Le parole sono invece, a mio parere, qualcosa di vincolante, di – appunto – impegnativo.

In educazione (forse soprattutto in chi dell'educazione ha fatto il proprio mestiere) le parole assumono un significato addirittura particolare per chi le pronuncia. Si parla molto, oggi, ad esempio, di ascolto attivo, di co-costruzione di empatia. Concetti centrali, fondamentali, che richiamano all'impegno assoluto chi li usa. E che non lasciano scampo. E allora chiediamoci quali sono le parole che usiamo e se ne facciamo – come dovremmo – un punto di contatto tra il nostro modo di pensare e la nostra azione concreta. A pagare il prezzo della menzogna in educazione sono sempre in un modo o nell'altro i bambini e i giovani con i quali si entra in relazione. Una forma di impegno per ognuno di noi adulti: trovare le parole giuste per entrare in relazione con i nostri giovani e fare in modo che queste parole si traducano in fatti concreti, mantenendo in questo modo l'impegno con chi le ha ascoltate quando le abbiamo pronunciate.

 

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