Rapimenti e torture: tremano i milionari delle cripto

Le autorità stanno riscontrando un notevole aumento dei furti di criptovalute. E non si tratta di hackeraggi.
Il caso del turista italiano a New York, torturato e minacciato con una motosega perché rivelasse le password dei suoi portafogli digitali, è solo l'ultimo di una lunga serie di crimini legati al mondo delle criptovalute.
Per il rapimento del milionario Michael Carturan (la vittima in questione) è indagato il trader John Woeltz e il titolare di un fondo di investimento con sede a Lugano, William Duplessie, oltre a due detective della polizia di New York, di cui uno era membro della scorta del sindaco della Grande Mela, Eric Adams.
Il movente del rapimento, come detto, era estorcere a Carturan le password dei suoi conti Bitcoin e, per raggiungere tale scopo, i due indagati non hanno esitato a drogarlo e torturarlo per una settimana prima che lui riuscisse a darsi alla fuga.

Un caso non isolato - A Washington D.C. è in corso un'indagine federale su una banda criminale accusata di hacking informatico e riciclaggio di denaro per un valore di 260 milioni di dollari in criptovalute. Delle tredici persone arrestate, alcune sono accusate di aver hackerato siti web e server per rubare criptovalute, altre invece avrebbero fatto irruzione nelle case delle vittime per rubare i loro portafogli hardware e aver accesso ai loro conti crittografici.
Lo scorso anno, una coppia di Danbury, in Connecticut, dopo essere stata costretta a uscire dal proprio Suv Lamborghini, è stata aggredita e caricata sul retro di un furgone. Durante le indagini è emerso che si potrebbe trattare di una vendetta ai danni del figlio della coppia, che avrebbe contribuito a rubare più di 240 milioni di dollari in Bitcoin a una singola persona.
In Canada, invece, l'amministratore delegato di una società di criptovalute di Toronto è stato rapito e trattenuto per alcuni giorni per lo stesso motivo, e la polizia di Montreal sta conducendo indagini sull'omicidio di un influencer di criptovalute di appena 24 anni. Anche se le autorità non hanno rilasciato ulteriori informazioni sui casi in questione, è apparso subito evidente che si trattava di reati legati al furto di valute digitali.

Anche in Europa si assiste a un aumento di casi simili - In Francia, il padre di un noto imprenditore nel settore delle criptovalute è stato rapito mentre stava portando a passeggio il proprio cane e sono stati inviati al figlio dei filmati molto cruenti chiedendo milioni di riscatto.
Lo scorso maggio, una banda di criminali mascherati ha tentato di rapire la figlia di Pierre Noizat, cofondatore della piattaforma di scambio francese Paymium, ma il tentativo è fallito grazie alla decisa reazione del marito della donna e di alcuni passanti che, muniti di un estintore, hanno messo in fuga i sequestratori.
A gennaio di quest'anno, invece, sempre in Francia il noto imprenditore David Balland, cofondatore dell'agenzia di criptovalute Ledger, è stato rapito assieme alla moglie da un gruppo di nove uomini e una donna che avevano chiesto un riscatto di dieci milioni in Bitcoin. A Balland è stato mozzato un dito, mentre sua moglie è stata trovata a oltre 150 chilometri dalla propria abitazione a Châteauroux, nella Francia centrale, legata e rinchiusa nel bagagliaio di una macchina.
In Francia nel solo 2023 vi sono stati circa quattrocento sequestri legati al mondo delle criptovalute. L'aumento di questi sequestri è principalmente dovuto all'apprezzamento di Bitcoin e alle sue caratteristiche, che garantiscono l'anonimato ai suoi detentori.

L'attacco "con chiave inglese" - I furti di criptovalute in cui viene adoperata violenza fisica vengono definiti "wrench attack", ossia attacco con chiave inglese: il nome deriva da un meme che ironizza sulla facilità con cui si può aggirare le misure di sicurezza informatica colpendo il proprietario di un conto di Bitcoin con una chiave inglese fino a fargli rivelare la password.
In un suo recente post, l'esperto della società di tracciamento Trm Labs, Phil Ariss, ha detto che i "wrench attacks" sono in aumento a causa dell'adozione delle criptovalute da parte della finanza tradizionale. Secondo Ariss «i gruppi criminali già a loro agio con l'utilizzo della violenza, sono ora propensi a occuparsi di criptovalute». «Finché c'è una strada praticabile per riciclare o liquidare i beni rubati - ha aggiunto Ariss - fa poca differenza per l'autore del reato se il bersaglio è un orologio di alto valore o un portafoglio di criptovalute».
Le caratteristiche - Le criptovalute possiedono numerose caratteristiche che le rendono particolarmente appetibili per i criminali. Il possesso di chiavi d'accesso a conti crittografati, ad esempio, permette di acquisire criptovalute senza l'intervento di intermediari o banche di riferimento. A differenza del denaro tradizionale, sono sufficienti pochi passaggi per movimentare enormi quantità di denaro da un indirizzo all'altro.
Un mondo che cambia - Il furto di criptovalute non è un fenomeno nuovo. Sono semplicemente cambiate le modalità di esecuzione: se prima si hackeravano i dati del titolare del conto, ora si agisce con il metodo della chiave inglese. Secondo Abc News, un tempo tale tipo di reato era più raro in quanto la complessa attività di hacking era eseguita da hacker esperti, come «quelli nordcoreani, che si ritiene abbiano rubato miliardi di dollari in criptovalute negli ultimi anni».
Così, la maggior parte dei detentori di criptovalute ha optato per portafogli completamente scollegati da internet, i cosiddetti "cold wallets", considerati sicuri e affidabili. Questi, però, pur essendo efficaci contro gli assalti degli hacker più esperti, sono inutili di fronte a criminali violenti che tentano di estorcere le chiavi d'accesso dei conti. Come sottolineato dal giornalista finanziario della rivista Fortune, Jeff John Roberts: «Gli investitori sono molto orgogliosi delle password digitali che proteggono le criptovalute, ma se subisci un wrench attack probabilmente svelerai la tua password e questa non sarà più così efficace».

L'importanza dell'anonimato - Per correre ai ripari, molti proprietari di criptovalute stanno cercando di rimanere il più anonimi possibili. L'utilizzo di soprannomi o avatar sui social media è una pratica sempre più diffusa nella comunità crittografica, anche tra i più noti trader e investitori di criptovalute. Come detto da Roberts, «penso ci sia una specie di consapevolezza culturale: sai che è meglio non vantarti della tua ricchezza, perché può succedere anche a te».
Appendice 1
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