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Sui siti porno, solo da maggiorenni

Dal 12 novembre gli utenti dovranno dimostrare di aver compiuto la maggiore età per accedere a una lista di siti hard
Dal 12 novembre gli utenti dovranno dimostrare di aver compiuto la maggiore età per accedere a una lista di siti hard

Dal 12 novembre anche in Italia scatterà l'obbligo della maggiore età per poter accedere ai siti pornografici, tra i quali Pornhub o OnlyFans, oltre a servizi simili ma meno noti. Secondo quanto disposto dall'Autorità per le garanzie per le telecomunicazioni (Agcom) lo scorso aprile, i siti Internet nei quali è possibile visualizzare o condividere contenuti di carattere pornografico dovranno avvalersi di strumenti di controllo volti a verificare l'età degli utenti che fruiscono di tale materiale.

Perché bisogna certificare l'età - Tale obbligo riguarda una lista di 48 siti pornografici raggiungibili dal territorio italiano, anche se con sede all'estero, oltre a quelli con contenuti dannosi per lo sviluppo mentale e fisico dei minori, come le piattaforme di gioco d'azzardo o di vendita di alcolici online. Se prima era sufficiente che l'utente autocertificasse la propria maggiore età, senza che fosse previsto alcun controllo esterno, dal 12 novembre in poi ci si affiderà a “soggetti terzi certificati” preposti alla verifica dell'età. La finalità di tale provvedimento è quella di tutelare i minori nel mondo digitale, in conformità a quanto stabilito dall'articolo 28 della legge europea, che impone che le piattaforme accessibili ai giovani debbano dotarsi di tutti gli strumenti volti a garantirne la sicurezza e il benessere.

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Come ricordato anche da Wired, la delibera dell'Agcom è in linea con il Digital Services Act europeo del 2022 ed è stata adottata in attuazione delle misure contenute nel cosiddetto "decreto Caivano", un pacchetto di norme approvate dal governo Meloni nel 2023, volte a contrastare la criminalità minorile e l'assenteismo scolastico. Tale decreto è stato adottato in seguito al verificarsi di gravi episodi di violenza sessuale ai danni di due cugine di 10 e 12 anni abitanti a Caivano, in provincia di Napoli, da parte di un gruppo di minorenni.

Come funziona - Tale sistema di controllo può dividersi in due fasi distinte: l'utente dovrà sottoporsi al controllo dell'età rivolgendosi a un soggetto terzo certificato, superato il quale potrà visitare il sito pornografico d'interesse munito del codice di sblocco numerico, o QR code, rilasciato dall'organo di controllo. Tale sistema di verifica non è permanente, ma dovrà essere reiterato ogni volta che si effettuerà l'accesso a un sito presente nella lista stilata dall'Agcom, e garantirà un “doppio anonimato”: l'ente che riceverà la richiesta di verificare l'età dell'utente non sarà informato del perché viene inoltrata tale richiesta, mentre il portale pornografico riceverà solo un codice che certifica la maggiore età senza la possibilità di acquisire i dati personali dell'utente stesso.

Le piattaforme interessate dal provvedimento, quindi, non potranno gestire direttamente i dati personali dell'utente né caricare documenti dello stesso - così come non verrà utilizzato, come da molte persone erroneamente creduto, il Sistema pubblico di identità digitale (SPID) o la Carta d'identità elettronica (CIE) che servono solo per i servizi della Pubblica amministrazione. Il sistema sarà inoltre tracciabile e open source, e quindi verificabile pubblicamente.

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Le sanzioni per chi non si adegua - L'Agcom ha previsto anche un sistema graduale di sanzioni per quei siti che non si adegueranno al sistema di controllo, prevedendo inizialmente un oscuramento temporaneo degli stessi che potrà diventare permanente nel caso di una reiterata inadempienza. È bene sottolineare come nelle direttive Agcom non vengano indicati i sistemi di verifica da adottarsi, ma vengono specificati solo quelli che non possono essere utilizzati: il riconoscimento biometrico, la raccolta della carta d'identità e, chiaramente, le autocertificazioni così come avveniva in passato.

La verifica tramite app - L'Italia, insieme ad altri Paesi membri dell'Unione europea, sta testando una applicazione di verifica dell'età promossa dalla Commissione europea che potrebbe diventare pienamente operativa alla fine del 2025, mentre nel 2026 tale applicazione potrebbe confluire nel "portafoglio digitale europeo", un vero e proprio portafoglio virtuale per conservare dei documenti digitali verificabili, quali la patente o la propria carta d'identità. L'app funzionerà come una soluzione "white-label", ossia un prodotto che ogni Stato membro potrà personalizzare con il proprio marchio nazionale, adattabile alle esigenze specifiche nazionali.

Nel periodo intermedio tra l'entrata in vigore del provvedimento Agcom e l'individuazione dei sistemi più adatti per procedere alla verifica della maggiore età dell'utente, è possibile che in molti si rivolgeranno al Play Store di Google o Apple per scaricare una delle tante applicazioni di "age verification" per le quali, però, è necessario scansionare un proprio documento di identità o procedere attraverso il riconoscimento facciale, in contrasto formale con lo standard di doppio anonimato voluto dalla normativa finora analizzata.

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Il caso francese - La verifica obbligatoria della maggiore età per accedere ai siti con contenuti pornografici riguarda molti altri Paesi europei che hanno adottato, pur con delle differenze, la medesima procedura. In Francia, ad esempio, dallo scorso gennaio è obbligatorio affidarsi a dei soggetti terzi indipendenti per procedere a tale controllo - anche se, a differenza dell'Italia, è consentito anche un semplice selfie dell'utente interessato. Il regolamento dell'Arcom, l'autorità pubblica indipendente garante della libertà delle comunicazioni, è stato adottato per tentare di risolvere il problema dell'ingente numero di utenti minorenni che, ogni mese, navigano nei siti pornografici: oltre 2,3 milioni, secondo gli ultimi dati condivisi, che rappresentano il 12% del totale dei visitatori.

La nuova normativa non è stata accolta con favore da Aylo, il gigante dell'industria pornografica che, lo scorso giugno, ha sospeso in Francia l'accesso ai contenuti per adulti delle sue tre principali piattaforme: Youporn, Pornhub e RedTube. Al posto dei video hard è apparsa l'effige della Marianne, simbolo della Repubblica francese, e il provocatorio slogan «La libertà non ha un interruttore». Contro il regolamento dell'Arcom sono stati presentati diversi ricorsi, ma senza alcun successo. Motivo per il quale Aylo ha dovuto rettificare la precedente affermazione, dichiarando che «la libertà ha un interruttore. Per ora». Secondo quanto riferito da Wired, anche Solomn Friedman, vicepresidente per la conformità di Ethical Capital Partners, holding di Aylo, si è espresso negativamente sulla normativa definendola inefficace e sostenendo che «la verifica dovrebbe avvenire a livello di sistema dato che Google, Apple e Microsoft hanno già le capacità integrate per verificare l'età degli utenti».

Gli altri esempi - In Germania sono stati adottati regolamenti molto rigorosi tramite la Commissione per la protezione dei minori nei media, KJM, motivo per cui i siti pornografici devono verificare l'età legale utilizzando soluzioni di verifica quali i servizi di identità digitale o l'acquisizione delle carte d'identità nazionali. Nel Regno Unito, tutti i servizi che contengono materiale pornografico devono avere dei controlli sull'età degli utenti «altamente efficaci» dallo scorso mese di luglio. Ciò riguarda sia le piattaforme che pubblicano i propri contenuti pornografici, sia quelle che permettono la condivisione di tali contenuti da parte degli utenti stessi.

Come riferito dalla Bbc, Pornhub ha rilevato una diminuzione del 77% di accessi al proprio sito da quando sono entrate in vigore le norme sulla verifica dell'età degli utenti, e i dati di Google mostrano una diminuzione della metà degli accessi con le nuove norme. Secondo l'Ofcom, l'autorità regolatrice indipendente per le società di comunicazione del Regno Unito, tale diminuzione sottintende il buon funzionamento della normativa che «ha messo fine all'era di un Internet cieco sull'età, quando molti siti e app non avevano dei sistemi di controllo significativi per verificare se i bambini stessero servendosi dei loro servizi». In Danimarca viene incoraggiato tale tipo di controllo, lasciando però alle piattaforme un ampio margine di discrezionalità su come attuare tali limitazioni, mentre negli Usa ben diciannove Stati hanno approvato delle leggi favorevoli alla verifica della maggiore età per tali piattaforme.

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Anche in Svizzera è stato recepito l'obbligo di verifica dell'età degli utenti per effettuare l'accesso ai siti pornografici: non sono stati ancora definiti i metodi da adottarsi anche se è molto probabile che ci si rivolgerà a delle app o servizi di terze parti certificati che utilizzano codici Qr o token anonimi, senza però che vengano acquisiti i dati personali dell'utente interessato. Di sicuro sono stati fatti notevoli passi avanti nel campo della protezione dei minori che navigano su Internet, e anche se i detrattori di tali misure di controllo non perdono occasione per rimarcare il fatto che si tratti di misure facilmente aggirabili, rappresentano comunque un'importante svolta rispetto alle evidenti lacune del passato.


Appendice 1

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