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Smascherato il signore dell’odio online: il caso Tattle Life scuote la rete

Il forum Tattle Life, noto per il trolling anonimo contro personaggi pubblici e privati, è al centro di una battaglia legale dopo lo smascheramento del suo fondatore.
Il forum Tattle Life, noto per il trolling anonimo contro personaggi pubblici e privati, è al centro di una battaglia legale dopo lo smascheramento del suo fondatore.

Tattle Life è un forum, molto usato in Gran Bretagna e Stati Uniti, nel quale i propri iscritti possono sparare a zero su personaggi pubblici più o meno noti. Pur dichiarando di «avere una politica di tolleranza zero riguardo a qualsiasi contenuto abusivo, odioso o dannoso», e un team di moderatori all'opera sette giorni su sette, ventiquattr'ore al giorno, vengono permessi, se non sollecitati, i commenti malevoli e distruttivi nei confronti di persone attive sui social, colpevoli di «incoraggiare i propri follower a sentirsi amici e parte della famiglia solo perché è più facile vendere loro i propri prodotti».

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La filosofia del forum - Su Tattle Life, quindi, viene ritenuto lecito fare commenti e illazioni diffamatorie su tali persone ritenendo di riequilibrare, in questo modo, la posizione di svantaggio nella quale si trovano le persone comuni, inondate dai messaggi «falsamente veritieri di personaggi interessati solo ad incassare quanti più soldi possibili».

L'idea che c'è alla base del forum, aperto nel 2017, è quella secondo la quale, potendo gli influencer condizionare liberamente lo stile di vita, e spesso la salute mentale, dei propri follower, per vendere i propri prodotti senza dover sottostare alle leggi sulla pubblicità, è giusto che questi ultimi possano fare dei commenti «su persone che hanno scelto di monetizzare la propria vita personale come azienda e renderli pubblici».

Le vittime illustri - Questa politica aziendale, però, si è trasformata in concreto in decenni di trolling a danno di personaggi pubblici, o anche persone comuni con una scarsa presenza online, molti dei quali hanno pagato al forum un grosso tributo in termini di salute mentale. La modella e cantante britannica Katie Price, ad esempio, ha confessato alla Bbc di aver dovuto leggere centinaia di commenti anonimi sul proprio aspetto fisico, sulla sua famiglia e suo figlio Harvey che ha molteplici disabilità. «È assolutamente orrenda la roba che viene pubblicata su di me sul sito web. L'abuso è ingestibile, soprattutto quando coinvolgono la mia famiglia» ha detto la Price che ha passato lunghi periodi in un ospedale psichiatrico a seguito del trolling su Tattle Life, tanto da aver pensato al suicidio.

Anche la nota influencer Carly Rowena è finita nel mirino degli haters attivi su Tattle Life, dove è stata accusata di aver causato la malattia del figlio ricoverato in ospedale, dicendo che traeva profitto da tale situazione. L'influencer ha anche denunciato il fatto che sul forum in questione fosse stato pubblicato il suo indirizzo, e il nome e l'indirizzo dei suoi genitori.

«Sono un'esperta di cura della pelle, non è necessario pubblicare le foto dei miei nipoti» ha invece detto alla Bbc Caroline Hirons, un'esperta di bellezza con un notevole seguito sui social media, «questo non è normale trolling, ma un posto che fa sembrare giusto che vada bene perseguitare e molestare costantemente le persone». Lo stesso dicasi per Lydia Millen, una influencer da 1,6 milioni di follower su Instagram, che negli ultimi cinque anni è stata perseguitata da «un trolling implacabile» arrivando a temere per la sicurezza della propria famiglia.

ImagoKatie Price

L’anonimato come scudo - Tutte le persone intervistate dal quotidiano britannico si sono dette certe che questo sistema di cose è potuto andare avanti per così tanti anni grazie all'anonimato garantito a coloro che scrivono questi commenti al vetriolo mentre, come rimarcato da Price, «dovresti essere in grado di rintracciare queste persone perché immagino che la maggior parte di loro non direbbe queste cose se usassero un account con il loro vero nome».

L'anonimato, quindi, fino ad ora è stata l'arma vincente usata da Tattle Life per permettere la proliferazione dei commenti d'odio e portare al successo un forum di cui, fino a poco tempo fa, non si conosceva neanche il nome di chi lo avesse creato. L'anonimato del suo fondatore, e delle tante persone che l'hanno frequentato in questi anni, hanno reso impossibile qualsiasi azione legale di risarcimento danni da parte delle vittime. La stessa Price ha detto di aver tentato una causa legale contro il sito web ma la polizia non è mai riuscita a rintracciare gli haters interessati.

Lo smascheramento del fondatore - Questo stato di cose è però radicalmente cambiato dallo scorso 13 giugno, quando è stato reso noto il nome di colui che ha dato vita al forum incriminato: si tratta del quarantatreenne Sebastian Bond, noto anche come Sebastian Durward, un ex creatore di contenuti relativi alla cucina vegana e autore del libro Nest and Glow, che su Tattle Life si presentava come Helen McDougal. L'uomo è stato citato in giudizio da una coppia di imprenditori dell'Irlanda del Nord, Neil e Donna Sands, autori dello smascheramento, ed è stato condannato a pagare alla coppia un risarcimento danni di trecento mila sterline, oltre le ingenti spese legali La coppia è riuscita laddove tanti hanno fallito, ossia scoprire la vera identità del creatore di Tattle Life ed inchiodarlo alle proprie responsabilità.

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La battaglia dei Sands - Come raccontato dal Guardian, Donna Sands gestisce il popolare marchio di abbigliamento Sylkie, mentre Neil opera nel campo dell'Intelligenza Artificiale e, per molto tempo, la coppia è stata oggetto di diffamazione e molestie sul sito internet. Il giudice McAlinden ha affermato che Tattle Life era «volto unicamente a trarre profitto dalle miserie delle persone. Un giorno arriverà la resa dei conti per coloro che stanno dietro a Tattle Life e per coloro che vi hanno pubblicato i loro commenti», mentre i Sands hanno dichiarato che il forum «si proponeva come uno spazio in cui gli utenti potevano diffamare, molestare, perseguitare e attaccare gli altri online, il tutto dietro un velo di apparente anonimato».

Nel 2021,Donna Sands, come raccontato dalla stessa al Guardian, su segnalazione di alcuni amici, ha appreso che su Tattle Life erano stati lasciati molti commenti negativi sulla propria persona riguardanti il suo aspetto fisico e altri commenti malevoli sul suo modo di vestire e atteggiarsi. Veniva messa in dubbio anche la veridicità della sua attività imprenditoriale, e in tanti sostenevano che la donna comprasse «tutto su Shein e poi lo avvolgesse in una bella carta per spedirlo ai clienti».

Commenti di questo tenore hanno generato una perdita economica che ha danneggiato seriamente l'azienda di Donna, la quale ha visto anche pubblicato sul sito la posizione della sua nuova casa prima ancora di averlo detto ufficialmente alle persone conosciute. «La goccia che ha fatto traboccare il vaso-ha raccontato Neil Sands-e aver dovuto inviare una email a Tattle Life per pregare di smetterla. Mi sono sentito umiliato di dover implorare qualcuno di smetterla di umiliare tua moglie».

Le conseguenze per le vittime - A causa dei commenti negativi lasciati su Tattle Life tante piccole realtà imprenditoriali sono fallite o hanno dovuto chiudere, e in tanti si sono visti addirittura mandare gli assistenti sociali a casa o sul posto di lavoro dopo essere stati segnalati sul sito. Delle decine di vittime contattate dai Sands ci sono persone che hanno tentato il suicidio, tra cui una donna incinta, oppure accusate di strumentalizzare il dolore provato per un recente lutto o la malattia di una persona cara, e di tutte loro sono state sistematicamente ignorate le richieste di rimuovere i commenti diffamatori. C'è anche chi, ricoverato in una struttura di salute mentale, si è visto pubblicare la propria cartella clinica dall'infermiere preposto alle sue cure.

«Le storie ti fanno girare la testa» ha dichiarato al quotidiano britannico Neil Sands che ha ottenuto una ulteriore sentenza che ha reso possibile rendere pubblico il nome del creatore del forum incriminato.

La rete di haters smascherata - La coppia è riuscita a risalire all'identità di Bond dopo un lungo periodo di ricerca delle connessioni esistenti tra Tattle Life e gli account dei social media attivi sul sito, e poi tra l'account delle ricette vegane di Bond e altre aziende. «È stato come cercare di colpire un bersaglio in movimento. Ha così tanti pseudonimi diversi. Penso che avesse quattordici indirizzi email e la maggior parte di essi era attiva» ha raccontato Neil Sands che, insieme alla moglie, per agire il più correttamente possibile, ha ottenuto che l'identità di Bond fosse tenuta segreta fino a che non si arrivasse a un verdetto certo di colpevolezza.

Molti di coloro che si erano impegnati anche sedici ore al giorno a lasciare commenti negati sui Sands e la loro famiglia, una volta vistosi scoperti, sono spariti: tra di loro vi erano infermieri, avvocati contabili professionisti e docenti universitari britannici, australiani o statunitensi, e solo una piccolissima parte delle persone coinvolte ha chiesto scusa alla coppia per il male procurato, imputando il proprio comportamento ad un periodo particolarmente stressante o negativo della propria vita.

La lotta contro l’odio online - Lo scopo della battaglia legale intrapresa dai Sands è quella di smascherare coloro che, con la protezione dell'anonimato, hanno sparso odio online e la chiusura di Tattle Life, oltre che la sospensione degli introiti dalle pubblicità di Google. L'odio, infatti, non può essere redditizio ed è quanto mai urgente che vengano combattute simili realtà in cui è possibile diffamare delle persone incolpevoli nella certezza della propria impunità.


Appendice 1

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