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Fare un mare di figli per salvare il mondo (ma soprattutto l'America)

Nella seconda era Trump il pronatalismo non è mai stato così popolare (anche grazie a Elon Musk). E la missione di una progenie numerosa (e geneticamente perfetta) passa anche dalla Silicon Valley.
Nella seconda era Trump il pronatalismo non è mai stato così popolare (anche grazie a Elon Musk). E la missione di una progenie numerosa (e geneticamente perfetta) passa anche dalla Silicon Valley.

«Il collasso della popolazione a causa dei bassi tassi di natalità è un rischio molto più grande per la civiltà rispetto al riscaldamento globale». Lo aveva scritto su X Elon Musk, e bisogna riconoscere che l'imprenditore ha preso molto sul serio il compito di ripopolare il pianeta Terra, dato che è già padre di quattordici figli e sembra che abbia intenzione di metterne al mondo altri. Musk non è il solo a pensarla in questo modo: il vicepresidente J. D. Vance, salito sul palco poco dopo la sua elezione, ha detto di volere «più bambini negli Stati Uniti d'America», così come il presidente Trump che, alla Conservative Political Action Conference del 2023, aveva detto «voglio un baby boom».

Sam Altman, Ceo di Open Ai, dopo aver affermato convinto «ovviamente avrò una grande famiglia», ha iniziato a investire in una tecnologia sperimentale per la fecondazione assistita che progetta ovuli umani a partire da cellule staminali. Pavel Durov, fondatore di Telegram ha invece deciso di donare il suo sperma, e si stima abbia già contribuito a generare un centinaio di figli.

I personaggi citati sono solo alcuni tra i più famosi sostenitori del pronatalismo, un movimento che promuove la genitorialità quale strumento per preservare la specie umana per fini sociali e politici. I dati sciorinati dai pronatalisti parlano di catastrofe imminente, e se per i sostenitori del movimento è necessario che nascano una media di 2,1 bambini per donna per mantenere in vita una popolazione, attualmente in Inghilterra e Galles il tasso di natalità è di 1,49. mentre negli Stati Uniti è di 1,6 e in Cina 1,2. In Corea del Sud, invece, con 0,72 figli a donna, vi è il tasso di natalità più basso al mondo; secondo un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Lancet lo scorso anno, il 97% del pianeta avrà tassi di fertilità inferiori a quelli necessari per sostenere la propria popolazione entro la fine di questo secolo.

IMAGO / Newscom / Yonhap NewsUna madre cammina con la figlia in un centro commerciale di Seul. La Corea del Sud, con la sua crescita demografica bassa, è vista un po' come spauracchio dai pronatalisti più accesi.

La religione non c'entra, l'animo conservatore... a volte - A differenza di quel che si può pensare, i pronatalisti sono spesso scevri da convinzioni religiose, anche se non mancano tra essi i fondamentalisti religiosi come lo speaker della Camera Mike Johnson che ha dichiarato che gli aborti danneggiano l'economia nazionale perché eliminano dei potenziali lavoratori.

Molti pronatalisti sono invece atei e convinti che la scienza possa essere utilizzata al servizio del movimento per mettere al mondo il maggior numero di bambini possibile, selezionando il Dna e rendendoli geneticamente superiori. L'ascesa del pronatalismo, che come visto procede a braccetto con i progetti più tecnologicamente avanzati della Silicon Valley in campo di procreazione assistita, si colloca nel solco di una destra sempre più nazionalista che si prefigge, non solo di sconfiggere il calo demografico, ma di scongiurare il pericolo di una “sostituzione etnica” e promuovere la nascita di bambini geneticamente superiori.

Come detto dalla giornalista Carter Sherman sul Guardian, «il pronatalismo è così controverso che spesso si fatica a trovare una definizione: potrebbe essere definito come la convinzione che avere figli sia un bene per la famiglia, o che lo sia per il bene comune, per il proprio Stato. Forse la cosa più importante è che il pronatalismo può essere definito come la convinzione che la politica governativa dovrebbe incentivare le persone a partorire».

IMAGO / Newscom / AdMediaIl vice-presidente americano JD Vance, pronatalista dichiarato.

Fare un figlio come dovere sociale - Alla radice del pensiero per il quale fare molti figli non è solo una scelta individuale, ma un vero e proprio dovere sociale, si trova la filosofia del longtermism, sempre più diffusa nella Silicon Valley, che, servendosi di una serie di calcoli, dice alle persone come poter utilizzare al meglio le proprie risorse economiche ed il proprio tempo per aiutare la società.

Dalla storia americana alla nuova eugenetica digitale: il pronatalismo come risposta ai cambiamenti sociali e culturali - Il pronatalismo non è un fenomeno recente, e secondo la docente di Storia alla Pittsburgh University Laura Lovett, negli Stati Uniti l'interesse per tale movimento è sempre coinciso con i grandi cambiamenti sociali riguardanti l'economia e le norme di genere.

Negli anni Venti del secolo scorso, ad esempio, l'adesione al pronatalismo crebbe in coincidenza con l'ottenimento del diritto di voto da parte delle donne, vista la crescente preoccupazione che queste ultime, ormai emancipate, potessero dedicarsi troppo al lavoro e alla vita fuori casa. “C'è un legame tra il futuro educativo e aspirazionale delle donne e il declino del tasso di natalità – ha spiegato la Lovett – e all'epoca si temeva che le donne bianche, nate nella classe media, avessero famiglie meno numerose”.

Il pronatalismo ha sempre avuto un legame con lo studio della eugenetica, e ai nostri giorni i moderni sostenitori di tale movimento vogliono usare gli strumenti tecnologici più avanzati per dar vita «ad una razza umana migliore». Lo stesso Musk si è vantato che il figlio X Æ A-12 abbia un quoziente intellettivo superiore alla media, avendo eseguito dei test genetici sull'embrione, ma è anche accusato dalla figlia Vivien Jenna Wilson «di aver pagato per farlo nascere maschio». È cosa nota, infatti, che Musk abbia scelto il sesso dei propri figli nati in vitro seguendo la propria aspirazione di formare una “legione romana” di discendenti il cui numero non è certo dato che il milionario sudafricano è anche donatore di sperma.

Pronatalist.orgSimone e Malcom Collins, con due dei loro figli

I Collins e Pronatalist.org, quando i figli vengono programmati - Tra i sostenitori del moderno movimento pronatalista la famiglia Collins è sicuramente tra le più famose. Composta da Malcom e Simone, due venture capitalist della Silicon Valley, e dai loro cinque figli, ma vogliono arrivare almeno a sette, la famiglia Collins rappresenta al meglio la filosofia dei nuovi pronatalisti, tutti politica e tecnologia.

Loro stessi, come riferito dal Guardian, si definiscono degli 'eugenetisti hipster', e hanno dichiarato di aver speso migliaia di dollari per la fecondazione in vitro e per lo screening dei propri embrioni sulla base del quoziente intellettivo, il rischio di depressione e altri indicatori. Questo atteggiamento li pone in netto contrasto, come già detto, con i pronatalisti più tradizionali, anti-abortisti e contrari alla fecondazione in vitro, che furono determinanti per l'elezione di Trump a presidente degli Stati Uniti nel 2016.

Fondatori della prima organizzazione pronatalista al mondo, Pronatalist.org, oltre che autori del podcast Based Camp, Malcom e Simone dichiarano di «assumere una posizione rigorosa e non confessionale», e di essere «fortemente contrari alle politiche autoritarie di controllo della popolazione» offrendo supporto «a chiunque abbia figli o li desideri».

Come riferito dal sito di informazione The Conversation, i coniugi Collins adottano un atteggiamento estremamente razionale e pragmatico nella gestione del proprio mènage familiare, dalla selezione genetica degli embrioni, ai nomi dei figli e alla gestione della quotidianità. Inclini a non concedere delle «inutili indulgenze», quali il riscaldamento in inverno nella propria fattoria in Pennsylvania, dicono di adottare un modello genitoriale ispirato «alle tigri nel loro ambiente naturale», colpendo in faccia i bambini per riportarli all'ordine. Secondo Malcom Collins, la Corea del Sud è l'emblema di ciò che accadrà al mondo se non si faranno più figli, ritenendo il calo di natalità più forte nei Paesi «tecnofili, pluralistici, istruiti e dove le donne hanno diritti».

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«Scegliamo anche il nome pensando alle prospettive di carriera» - Come riferito dalla giornalista Jenny Kleeman del Guardian, che li ha intervistati nel maggio dello scorso anno, ogni decisione presa dai Collins è supportata dallo studio di dati e numeri, e se i nomi dei figli vengono scelti sulla base del fatto che, statisticamente, «nomi di genere neutro quali Titan e Industry, hanno maggiori probabilità di avere carriere più pagate e ottenere diplomi Stem», la scelta della casa in cui vivere è stata determinata «da un foglio di calcolo nel quale è stato appuntato la densità dei premi Nobel, il verificarsi di eventi meteorologici e la tutela dei diritti LGBTQ+».

In fondo anche Malcom e Simone si sono incontrati iscrivendosi a una app di incontri selezionando i propri appuntamenti sulla base di calcoli probabilistici. La coppia si è poi accordata per avere una famiglia numerosa impiantando gli embrioni fecondati circa ogni diciotto mesi, dovendo la donna, per motivi di salute, sottoporsi a dei tagli cesarei. Gli stessi hanno altresì dichiarato di aver fatto testare i genomi dei loro embrioni congelati, selezionando quelli da impiantare sulla base del punteggio ottenuto con riguardo al quoziente intellettivo e alla prospettiva futura di mantenersi in salute.

Sono stati scartati, di conseguenza, gli embrioni con alti fattori di sviluppare il cancro o problemi di salute mentale non curabili, come l'Alzheimer o la depressione, mentre non sono stati testati sull'autismo, che viene invece considerato come un tratto della personalità.


Appendice 1

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IMAGO / Newscom / Yonhap NewsUna madre cammina con la figlia in un centro commerciale di Seul. La Corea del Sud, con la sua crescita demografica bassa, è vista un po' come spauracchio dai pronatalisti più accesi.

Pronatalist.orgSimone e Malcom Collins, con due dei loro figli

IMAGO / Newscom / AdMediaIl vice-presidente americano JD Vance, pronatalista dichiarato.

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