L'intelligenza artificiale che pornifica la disabilità. L'inquietante volto di OnlyDown

Creano falsi profili sessualizzati di ragazze con la sindrome di Down. Nuova frontiera del deepfake e della mercificazione online. Allarme sui social e sulle piattaforme a pagamento.
Ai nostri giorni, spesso gli aspetti più abietti delle persone vengono riflettuti dai social media, divenuti, nel bene o nel male, lo specchio fedele della nostra società. In essi, di sovente, il gusto dell'apparire procede a braccetto con il desiderio di arricchirsi, quanto più possibile, dal voyerismo di chi si definisce follower, e ama conoscere gli aspetti anche più intimi di coloro che seguono online. Succede nei social media più noti, come Instagram e TikTok, e, a maggior ragione, capita in quelle piattaforme create apposta per poter guadagnare dei soldi accontentando le richieste dei propri ammiratori, come OnlyFans.

Una realtà pericolosa - L'avvento dell'Intelligenza Artificiale all'interno dei social sta creando situazioni alquanto discutibili e pericolose. Come quello che da mesi sta capitando su OnlyFans, e sulle principali piattaforme online, dove sono comparsi numerosi profili di ragazze, in pose ammiccanti ed abiti succinti, i cui tratti del viso cono stati modificati con l'A.I. per assumere le fattezze tipiche dei portatori della sindrome di Down.
L'organizzazione criminale - Come denunciato da Cbs News, nel marzo scorso, uno di questi account più popolari, @mariadopari, aveva, prima di essere rimosso, un seguito di oltre 148.000 follower su Instagram. Nonostante un gran numero di questi account vengano bloccati e cancellati da Instagram e TikTok, si ripresentano praticamente identici poco tempo dopo, rimandando agli stessi account su OnlyFans, Fanvue o Telegram. Ciò fa pensare ad una organizzazione criminale organizzata che, andando a pescare delle immagini reali presenti nel web o estorte senza consenso, vada a creare dei pericolosi deepfake. Il fatto che tali immagini siano fasulle appare evidente da piccoli dettagli, come il viso non proprio a fuoco quando la persona è in movimento o le proporzioni del corpo non del tutto naturali.
L'hastag che attira follower - L'hastag #onlydown, come detto, è iniziato a circolare con insistenza diverso tempo fa sulle piattaforme social più frequentate, attirando un numero rilevante di follower. Tali profili falsamente creati con l'A.I hanno dato vita ad un trend inquietante di persone falsamente affette dalla sindrome di Down e i cui contenuti espliciti sono disponibili su delle piattaforme a pagamento, oltre che collegati a gruppi Telegram. Come riferito su Newsweek dal presidente della National Down Syndrome Society, Kandi Pickard, vi è una vera e propria ondata “di falsi account che utilizzano l'A.I. per creare personalità social con sindrome di Down e siamo delusi nel vedere che questo trend sta crescendo in popolarità”.

Ricerche su Google - Sempre secondo la rivista statunitense, nell'aprile del 2025 vi è stato un picco nella ricerca su Google di profili con sindrome di Down generata da A.I., e parole quali “Down syndrome fitness girl” o “Down syndrome beautiful girl” sono diventati molto popolari sui social media. Secondo quanto dichiarato a Newsweek dalla dottoressa Amy Gaeta, ricercatrice associata presso l'Università di Cambridge, “questo tipo di contenuto e reazioni intorno ad esso contemporaneamente feticizza sessualmente le persone con sindrome di Down ma definisce anche la sindrome di Down e la desiderabilità sessuale come incompatibili (…) non c'è nulla di immorale ed imbarazzante nel lavoro sessuale, ma è da condannare l'utilizzo dell'immagine di un altro soggetto come scudo e mezzo di profitto. Questa è la mercificazione della disabilità”.
Un'intelligenza malsana - I filtri A.I. vengono usati con sempre maggiore frequenza per modificare l'aspetto fisico delle persone passando, in breve tempo, da un loro uso giocoso ad un utilizzo pericoloso e malsano. Il mercato del furto d'identità è sempre più fiorente e su internet proliferano le cosiddette piattaforme 'drag and drop' che, nel lessico informatico, indica l'azione di cliccare sopra un oggetto virtuale, trascinarlo in un'altra posizione e venire successivamente rilasciato. Grazie all'utilizzo di tali piattaforme, quindi, è possibile modificare il viso ed il corpo di una persona per farlo aderire a contenuti sessualmente espliciti.

Il nuovo volto dell’inganno - Fanpage, in un suo recente articolo di approfondimento sul tema, racconta della presenza in rete di moltissimi account fake di donne con malformazioni fisiche fino all'immagine modificate di ragazze che, con i tratti modificati dall'A.I., inneggiano alla sindrome di Down sfoggiando minuscoli bikini. La questione non è solo riprovevole da un punto morale ed etico, ma è molto pericolosa da un punto di vista di evoluzione sociale perché, come spiegato a Fanpage.it da Martina Fuga, presidentessa di CoorDown, associazione per la tutela dei diritti delle persone con la sindrome di Down, “rischia di svuotare di senso anni di lavoro culturale, e rischia di cancellare in un attimo i progressi fatti sul fronte dei diritti, della rappresentazione e dell'autodeterminazione, anche sul tema della sessualità”. Se, quindi, nessuno può permettersi di giudicare la decisione di una persona maggiorenne che decide di pubblicare volontariamente delle proprie foto, anche intime, su delle piattaforme online, altra cosa è la lesione della proprio diritto all'autodeterminazione a causa dei sempre più numerosi furti d'identità ad opera di bande organizzate di criminali.
Più leggi contro i profili fake e la feticizzazione - Anche con riguardo al tema in questione, vanno ricordate le battaglie sociali combattute dalle persone con la sindrome di Down per vedersi riconosciute a livello sociale, lavorativo e anche affettivo. Il diritto a potersi realizzare in ambito professionale e privato viene leso da pubblicazioni di questo tipo perché sono da riferirsi a profili creati artificialmente che, come detto, sviliscono quella che è invece la giusta volontà delle persone con la sindrome di Down di essere considerate in ogni aspetto, anche quello sessuale, della propria persona. Come sottolineato da Matteo Flora, docente universitario e divulgatore italiano che tra i primi si è occupato in Italia del fenomeno denominato 'Onlydown', dietro a questo preoccupante trend “ci sono problematiche complesse: l'insufficiente regolamentazione legale e tecnologica contro questo genere di abusi, le difficoltà di moderazione da parte delle piattaforme social e il confine molto labile tra inclusione e feticizzazione di persone vulnerabili”.

Stereotipi e mercificazione - Lo sfruttamento di immagini reali, modificate ad arte dall'A.I per creare falsi profili di ragazze con la sindrome di Down, rappresenta un grosso ostacolo al processo di costruzione di una società inclusiva nella quale ognuno dovrebbe essere riconosciuto libero di vivere la propria sessualità in maniera libera e consapevole. La creazione di deepfake con l'aspetto di ragazze con la Trisomia 21, invece, focalizza l'attenzione solo sull'aspetto feticista di coloro che richiedono un tale tipo di contenuti senza apportare alcun miglioramento sociale a queste giovani che, così come i loro coetanei, vedono mercificata e sessualizzata in maniera inconsapevole la propria immagine. “Le persone con la sindrome di Down possono trovare l'amore. Avere figli, possono fare sesso - ha dichiarato al New York Post Kandi Pickard - queste sono tutte cose normali. Ma questi contenuti sono una bugia per fare soldi alle spalle delle persone con disabilità e quelle con la sindrome di Down”.
"Foto sconvolgenti" - Charlotte Woodward, che lavora per la National Down Syndrome Society ed è da tempo paladina per le politiche di inclusione per le persone con Trisomia 21, ha dichiarato al New York Post di trovare questi contenuti “personalmente sconvolgenti” e di sentire “rabbia e frustrazione”. “Mi sento come se stessero mettendo le persone con sindrome di Down a rischio di abusi e aggressioni sessuali e ciò mi preoccupa molto” ha dichiarato la Woodward. La preoccupazione e la condanna verso fenomeni come OnlyDown va condivisa da tutti, e non sono mai abbastanza le avvertenze sul pericolo, sempre più diffuso, di vedersi rubata l'identità ed il proprio diritto all'immagine che, con eccessiva leggerezza, continuiamo a condividere online.
Appendice 1
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