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Mammina cara, ti uccido

Matricidi in aumento: madri vittime silenziose della crisi familiare. Fenomeno poco studiato ma sempre più allarmante a livello globale.
Matricidi in aumento: madri vittime silenziose della crisi familiare. Fenomeno poco studiato ma sempre più allarmante a livello globale.

Uccidere la propria madre è qualcosa di atavico, simbolico, ma anche terribilmente reale. Quando l'uccisione si compie in senso figurato può avere un significato liberatorio: ci si emancipa dalla figura genitoriale, in genere più presente e pregnante della nostra vita, per diventare persone adulte e non più solo figli da accudire. Quando l'assassinio avviene nella realtà, invece, si rimane scossi e increduli perché a morire è proprio colei che dona la vita, e tale contrasto ha un effetto particolarmente sconvolgente.

Il matricidio ha origini antichissime che si perdono nel mito, se si pensa a Oreste, figlio di Agamennone re di Troia, che uccise la madre per vendicare la morte dell'augusto genitore, e ciò induce a ritenerlo un delitto radicato in società ancestrali, ma quasi desueto ai giorni nostri.

La realtà, invece, è ben diversa ed esaminando il tragico fenomeno dei femminicidi si può facilmente rilevare come sia in crescita il numero di madri uccise dai propri figli. Il matricidio è ancora avvertito come un tabù sociale, ed è per tale motivo che si sa così poco su quale reale incidenza abbia nelle statistiche relative agli omicidi compiuti in ambito famigliare.

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170 madri uccise - Secondo il “2'000 Women Report by the Feminicide Census”, che ha analizzato i casi di due mila donne uccise da uomini dal 2009 a oggi, le madri uccise dai propri figli sono state più di centosettanta. Secondo Karen Ingala, cofondatrice del gruppo Feminicide Census, «le donne sono state spesso lasciate sole a pagare il prezzo per i fallimenti statali. La violenza maschile contro le madri è una realtà in gran parte non conosciuta ma brutale, e ciò che vediamo da questi dati è solo la punta dell'iceberg. Queste sono le donne uccise, ma ce ne sono molte altre, vittime nascoste che vivranno una vita di assoluta miseria».

Problemi mentali - I risultati di tale rapporto sono confluiti in una ricerca sul fenomeno condotta da due accademiche e ricercatrici del'Università di Oxford e Machester, Rachel Condry e Carolin Miles, dalla quale emerge che «nei casi di donne uccise dai loro figli e nipoti dal 2009 al 2021, il 70% degli autori soffriva di problemi di salute mentale». Tale aspetto è particolarmente allarmante e denuncia l'inerzia delle istituzioni nel prendersi carico di situazioni così problematiche.

Troppo spesso le famiglie sono lasciate sole nel gestire i gravosi problemi di salute mentale che possono sfociare, con allarmante frequenza, in episodi di violenza se non in casi di omicidio. Secondo la professoressa Condry «i genitori che subiscono la violenza dei figli spesso non la identificano come una forma di abuso domestico, ed è incredibilmente difficile per loro cercare aiuto o riconoscere di avere un problema».

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Il peso della droga e la crisi degli alloggi - Tra le altre cause del matricidio vengono indicate anche l'abuso di alcol e di sostanze stupefacenti e il fatto che troppo spesso, a causa delle crisi economica e della crisi degli alloggi, i genitori e i figli adulti si trovino obbligati a una forzosa convivenza. Nello studio citato viene indicata anche la misoginia come uno dei fattori concorrenti al verificarsi di tale reato. Spesso i figli maschi, infatti, considerano le proprie madri «come uno spazio sicuro nella quale poter sfogare la propria violenza».

Numeri che fanno paura - L'allarmante aumento dei matricidi non riguarda solo la Gran Bretagna, ma molti altri Paesi al mondo anche se sono pochi coloro che si sono impegnati ad aggiornare i propri dati su tale fenomeno. In Australia, ad esempio, il quotidiano The Senior in un suo recente articolo ha lanciato l'allarme sul fatto che gli omicidi di donne di età pari o superiore ai cinquantacinque anni siano raddoppiati in questo ultimo decennio, e che vi sia un aumento delle madri uccise per mano dei propri figli.

Secondo i dati forniti dal Counting Dead Women Project, gestito dal gruppo femminista online Destroying the Joint, «nove donne di età pari o superiore ai sessanta anni sono state uccise dai figli fino a metà ottobre del 2024, rappresentando quasi la metà dei diciannove omicidi riguardanti tale fascia di età». Lo scorso anno, il primo ministro australiano Anthony Albanese ha dichiarato la violenza domestica come una “crisi nazionale”, ed ha promesso di stanziare nuovi finanziamenti e promuovere nuove politiche di sostegno per arginare questa emergenza.

InstagramAndre Rebelo in uno scatto social con la compagna Gracie Piscopo.

Andre, che ha ucciso la madre per soldi - Il caso di Andre Rebelo ha suscitato molto clamore presso l'opinione pubblica australiana, anche se non costituisce certo un caso isolato. Il ventottenne originario dell'Australia occidentale è stato ritenuto colpevole, lo scorso dicembre, di aver ucciso la madre Colleen Rebelo, di cinquantotto anni, nella sua casa a Bicton nel maggio del 2020. All'epoca, il giovane e la sua compagna mostravano sui social media uno stile di vita ritenuto “glamour e perfetto”, e per tale motivo Rebelo aveva contratto debiti per migliaia di dollari.

Secondo la Corte Suprema del West Australia che lo ha condannato, l'uomo, poco prima di commettere l'omicidio, aveva stipulato, all'insaputa della madre, tre polizza assicurative del valore di un milione e mezzo di dollari intestate alla donna ma avendo lui come beneficiario. Secondo la Corte, quindi, Coleen Rebelo sarebbe stata uccisa per motivi finanziari anche se il figlio, da sempre dichiaratosi innocente, continua a sostenere che la donna si sia tolta la vita.

In due anni, dal 2022 al 2024, in Australia dieci donne sono state uccise dai propri figli e dietro molte di queste vicende ci sono storie di disagio mentale e modelli disfunzionali di famiglia.

IMAGO / NurPhoto

In Italia 2110 omicidi in famiglia - Nella vicina Italia, le cose non vanno meglio. Secondo i dati Eures, tra il 2012 e il 2024 ci sono stati 2.110 omicidi in ambito famigliare pari al 43% di tutti quelli commessi in Italia. Il picco si è avuto nel 2020, durante il lockdown dovuto alla pandemia, quando si è arrivati al 53%. Secondo l'Eures «i delitti tra partner rappresentano quasi la metà dei crimini famigliari, ma significativo è l'aumento dei parricidi e dei matricidi che costituiscono il 17,6% dei casi». Anche in questo caso sarebbe utile una seria riflessione sui tanti motivi che ci sono alla base di avvenimenti simili.

La vergogna dei disagi psichici - Troppo spesso in determinate realtà come quella italiana i problemi famigliari vengono vissuti con vergogna e nascosti alla società. I disagi psichici dei figli troppo spesso ricadono su genitori anziani che non hanno la forza di chiedere aiuto, e quando lo fanno si trovano troppo spesso inascoltati e non supportati dalle istituzioni preposte. I matricidi diventano casi di cronaca molto di frequente, ma sembra impossibile andare oltre la mera curiosità morbosa suscitata dalla vicenda in questione.

Spesso sono reati compiuti in contesti di malattia e isolamento, come l'ultimo in ordine di tempo compiuto da Francesca R. che ha confessato di aver ucciso la madre novantunenne a Riva del Garda, o di Cristina S. che nel maggio del 2024 ha tolto la vita all'anziana madre che soffriva di una grave forma di demenza senile. Altre volte ancora, come detto, i problemi famigliari deflagrano dopo essere stati a lungo taciuti come a Prato dove un ventiduenne affetto da gravi problemi psichici ha assassinato la madre sessantunenne e ha dato fuoco alla casa in cui viveva con la donna.

Imago/Ronald GrantNorman Bates, celebre matricida del capolavoro di Alfred Hitchcok “Psycho”.

Tra misoginia e fallimenti istituzionali - Anche in Canada si monitorizza il fenomeno dell'aumento degli omicidi in ambito famigliare, compresi i matricidi, con attenzione, ed il Canadian Femicide Observatory for Accountability and Justice, Cfoa, analizza gli omicidi legati al genere.

Tale organizzazione, nell'ambito delle sue ricerche, ha denunciato più volte come la mancanza di uno studio globale sul matricidio, renda difficile non solo determinare la sua reale portata ma anche adottare degli efficaci strumenti di prevenzione in merito. Secondo il Cfoa, l'alta percentuale di donne vittime per mano dei propri figli rende necessario «riconoscere il matricidio come una forma distinta di femminicidio frutto della misoginia, di distorte dinamiche famigliari e del fallimento delle istituzioni».


Appendice 1

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Imago/Ronald GrantNorman Bates, celebre matricida del capolavoro di Alfred Hitchcok “Psycho”.

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InstagramAndre Rebelo in uno scatto social con la compagna Gracie Piscopo.

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