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La crociata di Trump contro le diversità

I DEI sono finiti nel mirino dell'amministrazione Usa: ecco cosa sono e perché sono osteggiati
I DEI sono finiti nel mirino dell'amministrazione Usa: ecco cosa sono e perché sono osteggiati

In poco più di un mese di incarico, Trump è riuscito a dividere sempre più la società americana, oltre che l'opinione pubblica internazionale.

Una mazzata contro i DEI - Da sempre acerrimo nemico delle politiche d'inclusione, a gennaio Trump ha firmato due ordini esecutivi che, secondo le parole del Guardian, «mirano a cancellare la spinta decennale data dal governo federale per garantire un luogo di lavoro inclusivo che rifletta la società americana». Il presidente ha dato ordine alle agenzie federali di scoraggiare, anche in ambito privato, quelle misure poste a protezione di diversità, equità e inclusione. Indicate come DEI, da decenni cercano di promuovere un trattamento equo e inclusivo per tutti quei soggetti che sono stati storicamente discriminati per la propria identità razziale o di genere o per essere portatori di disabilità.

L'ultima a essersi adeguata, in ordine di tempo, è stata Citigroup, una delle quattro principali banche americane. Tramite il proprio amministratore delegato Jane Fraser, ha spiegato che la banca ha rinominato il team "diversity, equity, inclusion and talent manager" in "talent manager and engagement", ossia gestione e coinvolgimento dei talenti, dicendosi decisa a seguire i programmi Dei solo se richiesti dalla legge locale. Una decisione condivisa con altre grandi aziende e banche americane, da Meta a Target da Walmart a Goldman Sachs.

A gennaio di quest'anno, proprio Meta aveva dichiarato di voler rinominare il programma DEI «perché diventato troppo carico, in quanto inteso da alcuni come una pratica che suggerisce un trattamento preferenziale di alcuni gruppi di persone rispetto ad altri», così come scritto nel forum di comunicazione interna Workplace. Secondo gli amministratori di Meta, infatti, «il principio di servire tutti può essere raggiunto attraverso team cognitivamente diversi, con differenti conoscenza, competenze, opinioni politiche, prospettive ed esperienze. Questi team sono più bravi a innovare e a risolvere problemi complessi, il che ci aiuta a realizzare la nostra ambizione di costruire prodotti al servizio di tutti».

IMAGO / ZUMA Press WireLyndon Johnson e John Fitzgerald Kennedy alla Casa Bianca.

La storia dei DEI - I DEI sono strutture organizzative che, come visto, cercano di promuovere un equo trattamento nel mondo del lavoro delle persone appartenenti a delle realtà storicamente discriminate a livello sociale. Tali programmi sono stati implementati negli anni Sessanta del Novecento, a opera del presidente Kennedy e di Lyndon Johnson - il quale emise un ordine esecutivo che richiedeva ai datori di lavoro nelle strutture governative di assumere i dipendenti «senza tenere conto della razza, colore, religione, sesso od origine nazionale».

Nel 1964, venne anche emanato il Civil Rights Act, una legge federale che dichiarò illegali le disparità nelle elezioni, e la segregazione razziale sul posto di lavoro e nelle scuole. Negli anni Ottanta, i programmi Dei sono stati strenuamente difesi, contro gli attacchi del presidente Ronald Reagan, da molte aziende statunitensi di rilievo convinte che la diversità nell'ambiente lavorativo sia un vantaggio competitivo, mentre negli anni Novanta sono stati disposti programmi di protezione a tutela dei veterani e dei lavoratori con disabilità.

Lo stesso è stato fatto dal presidente Barack Obama che, nel 2009, ha firmato un ordine esecutivo per agevolare il passaggio dei veterani di guerra al mondo del lavoro civile, oltre ad aver adottato altri ordini esecutivi a tutela della diversità e inclusione. Nel 2019, secondo la rivista Time, a seguito dell'esplosione del movimento MeToo e Black Lives Matter, la spesa destinata ai Dei era aumentata del 27% nei cinque anni precedenti, mentre nel 2021 The Economist rilevava che il numero di persone assunte nell'ambito di questi programmi fosse più che quadruplicato rispetto al decennio precedente.

IMAGO / Sipa USADonald Trump alla Casa Bianca.

Più diversità, migliore performance - Tali misure si sono rivelate utili, e hanno apportato un tangibile miglioramento nella vita delle vittime di discriminazione. Come raccontato dal quotidiano inglese The Guardian, nel 2020 venne pubblicato un rapporto che analizzava la produttività di oltre mille aziende statunitensi. Gli studiosi rilevarono che le aziende nelle quali vi era una maggiore diversità etnica e di genere erano molto più performanti delle concorrenti che non avevano queste caratteristiche; secondo i dati raccolti la diversità di genere aumenta del 25% le probabilità di profitti più elevati mentre quella etnica del 36%.

Nel 2022, la società internazionale di consulenza manageriale McKinsey&Company ha confermato i risultati delle ricerche precedenti, rimarcando il fatto che le aziende nelle quali vengono tutelate la diversità, l'equità e l'inclusività sono in grado di ottenere risultati migliori delle altre, soddisfacendo maggiormente le aspettative dei propri clienti.

Eppure Trump ha tacciato i programmi DEI di essere «legati a una eguaglianza marxista, transessualismo e Green New Deal (…) oltre che uno spreco di denaro dei contribuenti», privando le agenzie governative, le organizzazioni no profit, e i Paesi esteri che dipendono dal sostegno degli Stati Uniti di un prezioso aiuto. Gli ordini esecutivi firmati da Trump il 27 gennaio scorso sono stati fortemente condannati anche dal Partito Democratico, che ha parlato di «tentativi di minare il potere del Congresso degli Stati Uniti e mettere a rischio la sicurezza nazionale».

AFPDonald Trump a un recente evento.

L'impatto, oltre l'ideologia - Queste decisioni presidenziali avranno un forte impatto sulla società americana, e non solo, fatta di persone che, senza i Dei, vedranno la propria già precaria qualità di vita diventare ancora più scadente.

Come dichiarato da una forte di UsAid, l'Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale, «qui non si tratta di politica. Si tratta di bambini che non avranno cure, comunità senza acqua pulita, famiglie senza cibo. Questo è il prezzo del caos».

Che la situazione stia diventando caotica risulta evidente anche dal fatto che si sia scatenata una sorta di braccio di ferro tra giudici che sostengono o rifiutano il contenuto degli ordini esecutivi trumpiani. Se da una parte, infatti, il giudice federale Carl Nichols ha revocato un ordine restrittivo temporaneo volto a impedire il licenziamento di oltre 2000 dipendenti di UsAid, il collega Adam Abelson ha bollato gli ordini esecutivi come contrari ai principi costituzionali degli Stati Uniti e ha concesso una ingiunzione che, di fatto, blocca la loro applicazione.

«Garantire l'equità, la diversità e l'inclusione è stato a lungo un obiettivo, e almeno in alcuni contesti un requisito, della legge federale antidiscriminazione». L'ingiunzione di Abelson preserva alcuni elementi degli ordini contestati, come la possibilità data al procuratore generale di indagare e preparare un rapporto sulle pratiche Dei, ma blocca l'adozione di qualsiasi azione esecutiva.

IMAGO / Middle East ImagesUna protesta di dipendenti federali.

Paulette Granberry Russel, presidente di Nadohe, Associazione nazionale dei responsabili della diversità nell'istruzione superiore, si è detta molto soddisfatta della sentenza quale «testimonianza della nostra forza collettiva e dedizione nel garantire che l'eccellenza inclusiva rimanga una pietra miliare nell'istruzione superiore».

Nonostante il dibattito sul mantenimento dei programmi DEI sia appena all'inizio, non si hanno elementi per pensare che il presidente Trump voglia fare dei passi indietro sul tema. Al contrario: appare sempre più determinato nel portare avanti la propria idea che, per fare l'America grande come un tempo, si debba per forza fare piazza pulita di tutto ciò che possa far riferimento alle questioni di genere o all'equità sociale ed economica delle persone.


Appendice 1

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IMAGO / Sipa USADonald Trump alla Casa Bianca.

AFPDonald Trump a un recente evento.

IMAGO / ZUMA Press WireLyndon Johnson e John Fitzgerald Kennedy alla Casa Bianca.

IMAGO / Middle East ImagesUna protesta di dipendenti federali.

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