Dai rivoltosi del 6 gennaio, passando per i miliziani di estrema destra e gli imprenditori del darkweb. Sono loro i “salvati” da Trump.
Fin dalla sua campagna elettorale Donald Trump si è presentato come un uomo d'azione. Ha fatto molte promesse ai suoi elettori, giurando di mantenerle tutte.
Tra i tanti provvedimenti adottati fin dal primo giorno da presidente degli Stati Uniti, Trump ha concesso, così come preannunciato, perdoni e commutazioni di pena a quasi milleseicento persone, compresi coloro che presero parte all'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 oltre che a controverse figure della società civile e dell'imprenditoria.
Il Presidente ha anche dato ordine al Dipartimento di Giustizia di abbandonare tutti i casi pendenti contro coloro che furono accusati di essere coinvolti nella rivolta di quattro anni fa.
Secondo la Cnn ci sono ancora trecento procedimenti giudiziali da concludere davanti ai tribunali, molti per crimini violenti come aggressione agli agenti di polizia, che ora verranno interrotti definitivamente.
Un potere garantito dalla Costituzione - Tale potere presidenziale non è arbitrario, ma è garantito dalla Costituzione dove c'è scritto che il Presidente americano può «può concedere rinvii e perdoni per reati contro gli Stati Uniti, tranne i casi di impeachment», quando cioè si è accusati di aver commesso determinati illeciti nello svolgimento di cariche pubbliche.
Il perdono presidenziale, di fatto, pone fine, riduce o modifica qualsiasi pena comminata, e ripristina i diritti eventualmente persi a causa della condanna penale, quale quello di votare o di ricoprire cariche pubbliche. Il perdono presidenziale, anche se ha una portata molto ampia, tanto da non dipendere dall'approvazione del Congresso, vale per i reati federali e nazionali ma non per quelli statali.
Utilizzato per la prima volta dal presidente George Washington nel 1795, per graziare i partecipanti della rivolta del whisky, tale strumento ha fortemente caratterizzato la presidenza di Barack Obama e Joe Biden che, prima della fine del proprio mandato, ha “perdonato” anche alcuni membri della propria famiglia, tra cui il figlio Hunter, accusato di brogli fiscali e condannato per detenzione illegale d'arma da fuoco.
Il perdono presidenziale forse più discusso, però, fu quello concesso nel 1974 dal presidente Gerald Ford al suo predecessore Richard Nixon, invischiato nello scandalo Watergate.
Quei “Ragazzi Orgogliosi” - Le decisioni adottate da Trump stanno facendo molto discutere, e se da una parte, i suoi sostenitori plaudono alla coerenza del neo presidente, c'è anche chi polemizza sui soggetti destinatari di questi provvedimenti.
Tra i graziati da Trump vi sono, come detto, quasi tutti i partecipanti all'assalto di Capitol Hill, sicuramente uno degli episodi più preoccupanti e destabilizzanti per l'ordine civile vissuti dagli Stati Uniti in questi ultimi anni. Il Presidente li ha definiti «ostaggi» descrivendo la giornata del 6 gennaio 2021 come «piena d'amore e pace».
Tra di loro spiccano personaggi del calibro di Henry 'Enrique' Tarrio, leader dei Proud Boys, condannato a ventidue anni di carcere per cospirazione volta a sedizione, il quale ha dichiarato, subito dopo la scarcerazione, di voler continuare a far parte dell'organizzazione di suprematisti bianchi di cui si sente ancora il capo indiscusso.
«Ringrazio il presidente per avermi ridato la vita, letteralmente - ha dichiarato Tarrio intervistato dal outlet di controinformazione Info Wars - ma le persone che ci hanno fatto questo devono sentire la pressione, devono essere messe dietro le sbarre, devono essere perseguitate. Dobbiamo trovarli e metterli dietro le sbarre». Lo stesso Gavin McInnes, fondatore del gruppo, ora scrittore e podcaster, si è detto felice della scarcerazione «dei suoi amici» con i quali «ha festeggiato e riso a crepapelle».
Secondo le analisi degli esperti, la grazia concessa ai membri dei Proud Boys non fa altro che rafforzare ulteriormente l'immagine pubblica dell'organizzazione estremista di destra che, secondo uno studio condotto dall'associazione senza scopo di lucro Global Project Against Hate and Extremism, starebbero già «fantasticano di piani legati alle espulsioni di massa e minacciano di intensificare gli attacchi durante il mese del Gay Pride».
Alcuni gruppi dei Proud Boys stanno facendo circolare sui propri profili social l'idea di porre delle taglie sugli immigrati clandestini, e di ricevere delle ricompense dopo averli consegnati alle autorità competenti.
Guardiani bellicosi - Un altro personaggio di spicco nell'ambito delle organizzazioni dell'estrema destra graziato da Trump è Stewart Rhodes, fondatore e leader degli Oath Keepers, condannato a diciotto anni di carcere per il ruolo svolto nell'assalto al Campidoglio, a Washington.
Secondo i pubblici ministeri, infatti, gli Oath Keepers hanno avuto un ruolo chiave nella rivolta, avendo accumulato anche armi da fuoco in un hotel della capitale. Dopo la scarcerazione, Rhodes ha dichiarato ad Abc News che le accuse contro di lui «erano sciocchezze» e che le elezione del 2020 «sono state incostituzionali» perché «sono state violate le leggi elettorali statali».
Gli Oath Keepers, letteralmente Guardiani del giuramento, sono una organizzazione suprematista di estrema destra rea di aver diffuso teorie cospirazioniste antigovernative molto pericolose. Si propone di svolgere il compito di milizia armata per difendere gli interessi dei cittadini contro i millantati abusi del governo e «le invasioni» dei migranti clandestini al confine con gli Stati Uniti.
Tra gli altri assaltatori di Capitol Hill graziati da Trump figurano anche Julian Khater, reo di aver aggredito degli agenti di polizia con l'uso delle armi, Devlyn Thompson, che aveva aggredito un agente con un bastone di metallo e Robert Palmer che aveva ferito gravemente un agente colpendolo con un estintore e una tavola di legno.
Nell'elenco vi sono anche Kelly Meggs, membro degli Oath Keepers della Florida, condannato a dieci anni di carcere per cospirazione sediziosa, e Thomas Caldwell che, pur non facendo parte di gruppi oltranzisti, ha fornito aiuto per trasportare un gran numero delle armi da fuoco poste a disposizione dei sediziosi. Anche se la maggior parte dei destinatari del perdono presidenziale sono stati i rivoltosi di Capitol Hill, non mancano nell'elenco anche personaggi molto discussi per i loro trascorsi imprenditoriali e personali.
Un'oscura via della seta - Tra di essi vi è Ross Ulbricht, ideatore di Silk Road, il sito di e-commerce fondato nel 2011 come servizio su darknet e definito 'l'Amazon della droga'.
Si stima che negli anni in cui è stato attivo, oltre cento mila persone si siano servite di questa sorta di mercato nero virtuale per acquistare e vendere, secondo Reuters, «duecentoquattordici milioni di dollari di droghe illegali e altri servizi illeciti».
Come scritto da Trump sulla sua piattaforma Truth Social a proposito del perdono concesso a Ulbricht, «la feccia che ha lavorato per condannarlo sono alcuni degli stessi pazzi che erano coinvolti in una nuova corsa agli armamenti contro il mio governo».
Il presidente ha concesso all'imprenditore il perdono «pieno e incondizionato», e ha raccontato di aver chiamato la madre dell'uomo per darle personalmente la notizia, mettendo così in chiaro la sua posizione nei confronti delle leggi restrittive per il settore delle criptovalute volute da Biden.
Attiviste pro-life e nonne coraggiose - Anche Lauren Handy, insieme ad altri ventitré attivisti pro-life, è stata graziata da Trump tra l'indignazione di tante persone. La donna, esponente di punta del gruppo Progressive Anti-Abortation Uprising (Paau) era stata arrestata nel 2022 dagli agenti del Dipartimento di Washington D.C. che avevano rinvenuto nel suo appartamento i resti di numerosi feti umani.
Nel 2020, la donna aveva fatto irruzione, insieme ad altre nove persone, in una clinica dove si praticavano aborti, determinando il ferimento di una paziente e una infermiera, il tutto filmato in diretta su Facebook.
La Handy è stata arrestata più di trenta volte nell'ambito della sua attività anti-abortista, durante la quale bloccava l'ingresso alle cliniche dove vengono eseguiti aborti legali o faceva irruzione all'interno delle stesse per impedire ai medici di operare.
A fronte di chi ha beneficiato del perdono presidenziale, vi è anche chi ha deciso di rifiutarlo. Pamela Hemphill, la settantunenne ribattezzata 'nonna MAGA' che si era dichiarata colpevole per aver preso parte alla rivolta di Capitol Hill, ha dichiarato alla Bbc di aver rifiutato perché «accettare un perdono insulterebbe solo gli agenti di polizia del Campidoglio, lo stato di diritto e, naturalmente, la nostra nazione».
La donna, intervistata da La Repubblica, ha chiarito il suo pensiero, affermando di essersi dichiarata colpevole «perché ero colpevole, e accettare un perdono sarebbe servito a contribuire al diffondersi di bugie: eravamo lì per violare la Costituzione. È stata una insurrezione non una protesta pacifica».
Grazia piena anche per Blagojevich - Dulcis in fundo, il 10 febbraio Trump ha firmato una grazia piena e incondizionata all'ex governatore democratico dell'Illinois Rod Blagojevich, cui nel primo mandato aveva già commutato la pena dopo che aveva scontato otto dei 14 anni di condanna per corruzione.
In carica dal 2003 al 2009, era stato rimosso dall'incarico e in seguito condannato per accuse che includevano un piano per vendere una nomina per il seggio al Senato lasciato vacante da Barack Obama. Un primo processo si concluse con una giuria in stallo su molte delle accuse chiave contro di lui, ma un secondo dibattimento portò alla condanna di Blagojevich nel 2011 per 17 dei 20 capi di imputazione per corruzione.
Trump ha descritto Blagojevich come una «persona molto perbene» e ha sostenuto che «è stato incastrato da un sacco di gente cattiva». La decisione di Trump ha incontrato l'opposizione di alcuni membri conservatori del Congresso e di consiglieri della Casa Bianca, secondo cui una tale mossa avrebbe minato la sua promessa di «bonificare la palude».
Intanto, un alto dirigente del dipartimento di giustizia, Emil Bove, ha ordinato all'ufficio del procuratore per il distretto meridionale di New York di chiedere l'archiviazione delle accuse di corruzione contro il sindaco democratico di New York Eric Adams. Lo riferiscono i media Usa.
Se un giudice dovesse approvare la richiesta per tutti e cinque i capi d'imputazione, il sindaco potrebbe condurre la campagna per la rielezione senza il rischio di un processo o di una condanna. La mossa solleva interrogativi sulla gestione della giustizia sotto Trump e mette in dubbio l'indipendenza dei procuratori federali.
Trump ha inoltre annunciato su Truth di aver nominato Richard Grenell, suo inviato per le missioni speciali, il direttore esecutivo ad interim del Kennedy Center. "Ric condivide la mia visione per un'età dell'oro delle arti e della cultura americana e supervisionerà le operazioni quotidiane del centro. Niente più drag show o altra propaganda antiamericana - solo il meglio. Ric, benvenuto nel mondo dello spettacolo!", ha scritto.
Sotto la prima presidenza Trum, Grenell, apertamente gay, è stato anche ambasciatore Usa in Germania e direttore ad interim della National intelligence. In passato è stato portavoce del dipartimento di stato all'Onu durante l'amministrazione di George W. Bush e portavoce per la politica estera del sen. Mitt Romney durante la sua campagna presidenziale del 2012.
Il presidente Usa ha inoltre rimosso il direttore dell'Office of Government Ethics (Oge), un funzionario incaricato di garantire che i dipendenti pubblici rispettino i requisiti su conflitti di interessi ed etica. David Huitema era stato confermato dal Senato a dicembre per un mandato di cinque anni.
Il suo licenziamento è stato annunciato con una sola frase sul sito web dell'Oge, riferendo che l'ufficio era stato informato che Trump lo avrebbe rimosso dal ruolo di direttore. Il sito web ha anche affermato che l'Oge avrà un direttore ad interim: Shelley K. Finlayson, capo dello staff e consulente del programma presso l'ufficio. È l'ultimo tentativo di Trump di rimuovere dal governo federale le persone incaricate della supervisione della sua amministrazione.
Dal canto suo, il sindacato che rappresenta il personale dell'ufficio per la protezione dei consumatori ha citato in giudizio il direttore ad interim dopo che l'amministrazione Trump ha ordinato la cessazione di tutte le attività dell'organismo di controllo a partire da lunedì. Lo riferiscono i media Usa.