Oriente contro Occidente, Cina contro Stati Uniti, DeepSeek contro ChatGPT: lo scontro è davvero epocale. Ecco perché.
Gli equilibri nel mondo dell'intelligenza artificiale sono cambiati nel giro di pochi giorni, e la Cina ha raggiunto gli Stati Uniti in ciò che si pensava fosse un suo monopolio, il rilascio di modelli di intelligenza artificiale all'avanguardia nel mondo.
Tra il 10 e il 27 gennaio, l'assistente di A.I., creata dalla startup cinese DeepSeek, è divenuta l'applicazione più scaricata sull'app store della Apple, spazzando via in un attimo la certezza che i giganti tecnologici americani la facessero da padrone nel campo dell'intelligenza artificiale generativa.
Basti pensare che, come ricordato dal giornalista Paris Marx su Internazionale, appena pochi giorni fa Sam Altman, Ceo di OpenAi era a colloquio con Donald Trump, insieme al Ceo di Oracle, Larry Ellison, e a quello di Softbank, Masayoshi Son, per concretizzare un progetto del valore di cinquecento miliardi di dollari per implementare le infrastrutture dell'A.I nell'ambito dell'amministrazione pubblica nel progetto battezzato Stargate.
Anche Microsoft e Meta sono da tempo in prima fila nel convogliare grandi quantità di denaro in questo settore in investimento, e i risultati, ad oggi, stavano dando loro ragione.
Una rivoluzione a ciel sereno - A rompere gli equilibri ci ha pensato, come detto, Deepseek, la startup fondata nel 2023 da Liang Wenfeng, un talentuoso imprenditore originario di Guangdong, che ha iniziato la sua scalata al successo prima nel campo finanziario e poi tecnologico, lanciando nel mercato ciò che è stato definito dall'investitore Marc Andreessen “una delle scoperte più sorprendenti e impressionanti”.
I punti di forza di questa nuova open source denominata R1 è quella di poter garantire, con un budget ridotto di investimento, i medesimi standard qualitativi dei modelli creati dai colossi americani, come Open Ai e Google, e metterli a disposizione in maniera gratuita. Ciò ha provocato come immediata ripercussione il crollo in Borsa di Nvidia, azienda leader nel settore dell'intelligenza artificiale grazie alla produzione di chip che venivano definiti essenziali e venduti a cifre altissime.
L'ingresso di Deepseek nel mercato dell'A.I ha avuto, quindi, un effetto deflagrante perché, per la prima volta, un'azienda tecnologica ha reso gratuitamente fruibili i suoi servizi, lasciando liberamente consultabili i suoi algoritmi e codici di accesso. Ciò ha permesso a migliaia di sviluppatori di integrare la tecnologia, con l'introduzione di una grande varietà di applicazioni, accelerando la sua diffusione a livello globale.
L'azienda cinese ha anche affermato di essere riuscita ad addestrare il proprio chatbot utilizzando un numero di chip più datati e di gran lunga inferiore a quelli utilizzati dalle principali aziende del settore, e tutto ciò in poco più di cinquanta giorni. Un vantaggio competitivo che gli Stati Uniti, impegnati da anni in una guerra con la Cina a suon di dazi sui chip, si sono affrettati ad ostacolare denunciando un furto di proprietà intellettuale da parte di Deepseek ai danni di Open Ai.
DeepSeek apre le danze - È sembrato che con DeepSeek si avesse il sorpasso definitivo della Cina sugli Stati Uniti, ma i nostri sono tempi frenetici, dove tutto può cambiare da un momento all'altro. Alla competizione tra quest'ultima e le grandi aziende hi-tech statunitensi, infatti, si sono aggiunte altre società cinesi, a dimostrazione che il settore è molto vivace e competitivo anche a livello nazionale.
Neanche il tempo di assorbire la notizia del successo del modello di questa startup, che Alibaba ha annunciato di aver sviluppato una nuova versione della sua intelligenza artificiale Qwen 2.5, capace, a suo dire, “di superare quasi su tutta la linea Gpt-40, DeepSeek-V3 e Llama-3.1-405B”, ossia tra i modelli più avanzati di Meta e Open Ai e della concorrente cinese.
È evidente che il successo di Deepseek abbia messo pressione alle altre aziende tecnologiche per innovare i propri modelli di A.I. Tanto che, come riferito da Open, appena due giorni dopo l'uscita di DeepSeek-R1 del 20 gennaio, la holding TikTok Bytedance ha dichiarato di aver rilasciato un nuovo modello aggiornato della propria A.I. di maggior successo, mettendo online Doubao 1.5 che, secondo i risultati dei test effettuatati, offrirebbe prestazioni migliori rispetto ad OpenAi nella risoluzione e nella comprensione di quesiti molto complessi.
Anche in questo caso, come riferito da Reuters, ciò avviene ad un prezzo molto più competitivo, appena due yuan, circa 0,27 euro, per Doubao 1.5, e 9 yuan, circa 1,19 euro, per la versione più potente pro-256k. In questa competizione, è sceso in campo anche Baidu, il principale motore di ricerca in lingua cinese che, già nell'agosto del 2023, aveva sviluppato Ernie Bot, il primo chatbot A.I. disponibile in Cina, aggiornato in Ernie 4.0 nell'ottobre dello stesso anno, capace, in poco tempo, di conquistare milioni di utenti, stimati in duecento milioni nell'aprile dello scorso anno.
Vi è infine Tencent, una società di investimenti con sede ad Hong Kong leader nel settore della tecnologia, che lo scorso 28 gennaio ha rilasciato il suo sistema Hunyuan 3D 2.0, disponibile in open source, in grado di trasformare delle descrizioni di testo o della immagini in modelli tridimensionali.
Come gli Usa, più a buon mercato degli Usa - E' un periodo particolarmente vivace per il settore dell'intelligenza artificiale e l'esordio di nuovi chatbot cinesi, oltre al disastroso crollo in Borsa delle principali aziende tecnologiche statunitensi, ha mandato “tutti fuori di testa”, come detto dall'esperto di tecnologia Ben Thompson, e ciò principalmente perchè la Cina ha dimostrato di poter competere ad armi pari con le aziende tecnologiche americane.
Fino a pochi giorni fa, queste erano sicuramente leader del settore, ma DeepSeek è riuscita a scardinare l'assunto che la tecnologia A.I. offerta da queste ultime fosse di gran lunga superiore a quelle delle altre aziende concorrenti, motivo per cui era giustificato spendere cifre folli per i loro microchip e datacenter.
Gli investitori, quindi, hanno dovuto fare i conti con gli enormi piani di spesa fino ad ora ritenuti necessari, alla luce del successo di modelli molto più economici ed egualmente efficaci.
Lo stesso discorso vale per i fruitori di servizi dei chatbot A.I. che, se è vero che forniscono un livello base di servizi, necessitano di abbonamenti periodici per poter accedere a maggiori funzionalità. Per ChatGpt, ad esempio, un abbonamento mensile può variare dai 20 ai 200 dollari. Anche in questo caso, come detto, Deepseek propone dei servizi molto più economici rispetto a ChatGpt, 0,50 dollari a fronte dei 20 dollari mensili di quest'ultima.
Sarà necessario aspettare un po' di tempo per capire, dati alla mano, se DeepSeek possa tenere fede agli standard qualitativi e di spesa promessi ma, come sostenuto da molti esperti del settore, se anche i costi sostenuti per la produzione di R1 fossero più alti di quanto sostenuto dall'azienda cinese, sarebbero comunque di molto inferiori rispetto a quelli sostenuti dalle aziende tecnologiche statunitensi, confermandosi più conveniente.
La guerra delle AI è una questione geopolitica - La competizione in corso tra Stati Uniti e Cina per il primato nel campo della intelligenza artificiale ha rimodellato, non solo lo scenario tecnologico globale, ma influisce anche sugli equilibri di geopolitica, condizionata dall'alternarsi di periodi di tensione e di distensione tra queste due super potenze che, a livello economico, nonostante le politiche restrittive sulle importazioni ed esportazioni di componenti elettroniche e materie prime necessarie per il settore tecnologico, conservano una propria interdipendenza.
La probabile frammentazione del mercato tecnologico, alla luce anche del rilevante impulso dato da Deepseek e dalle altre aziende tech cinesi al settore dell'A.I, potrebbero spingere sia i fornitori che i consumatori a dover scegliere a quale delle due potenze fare riferimento, con evidenti riflessi economici e politici.
L'A.I generativa cinese debba fare i conti con «i valori socialisti fondamentali», non dovendo contenere contenuti lesivi agli stessi, secondo quanto stabilito da un documento tecnico pubblicato dal Comitati nazionale per gli standard di sicurezza informatica.
Interrogato dalla scrittrice scientifica Donna Lu per il Guardian, a proposito di eventi storici e sociali censurati dal Governo cinese, come la rivolta di Piazza Tiananmen, le proteste contro il duro lockdown imposto nel 2020, e l'indipendenza di Taiwan, Deepseek si è detto incompetente a fornire risposte in merito, e la censura è stata violata, in alcuni casi, chiedendogli di usare un linguaggio misto di lettere e numeri.
Il controllo imposto dalla Cina su tale modello di intelligenza artificiale potrebbe indurre gli scettici della prima ora, e molti consumatori futuri, a porsi delle domande su argomenti spinosi come la possibile violazione della propria privacy e l'utilizzo fatto da Pechino dei dati raccolti con tale sistema.