Davvero i telefonini hanno la capacità di spiarci? Sei persone su dieci sono convinte di essere ascoltate dai propri smartphone.
Che il cellulare ci spii è una certezza radicata in un gran numero di persone. Come si spiegherebbe, altrimenti, che l'oggetto principale di una nostra conversazione ci venga proposto nei banner pubblicitari dei nostri social media? Tale legittimo dubbio è stato derubricato, fino ad ora, come mera leggenda metropolitana.
Un risultato ambiguo - Nel 2018 un team di ricercatori della Northeastern University aveva esaminato oltre diciassette mila applicazioni per verificare se alcune di esse fossero in grado, effettivamente, di utilizzare il microfono dello smartphone per carpire quanto detto da coloro che si trovavano nei pressi del dispositivo. Il risultato della ricerca, però, era stato alquanto ambiguo e i ricercatori non erano stati in grado di fornire alcuna prova del fatto che ciò avvenisse per davvero.
Il cellulare che ti spia - L'idea che esistessero, quindi, dei cellulari-spia cadde un pò nel dimenticatoio fino a quando, alcuni giorni fa, il sito di giornalismo investigativo 404 Media ha pubblicato la notizia che l'agenzia di marketing statunitense Cox Media Group, nota come CMG, sarebbe in grado, grazie al proprio software 'Active Listening', di carpire le conversazioni private delle persone attraverso i microfoni degli smartphone e di utilizzarle a scopo pubblicitario. Il giornale in questione - come ha riportato di recente il Corriere della Sera - è riuscito ad entrare in possesso di una pitch deck, ossia una breve presentazione di un prodotto da far conoscere agli investitori, relativa proprio ad Active Listening in cui compare l'immagine di un gruppo di persone che fissa i propri telefoni cellulari. Nel documento analizzato da 404 Media, inoltre, verrebbe anche citata l'intelligenza artificiale come strumento per tracciare ed analizzare i comportamenti dei consumatori che lasciano una traccia di dati online. Il documento di presentazione, pubblicato dal Daily Mail, mostra chiaramente la strategia dell'azienda, dalla identificazione dei dati estrapolati dalle conversazioni dei consumatori alla creazione di annunci digitali mirati.
Roba da Black Mirror - Tanto è bastato a dare nuovo vigore alla teoria, non più avvertita come sciocca e visionaria, che i cellulari siano in grado di spiare le nostre conversazioni. D'altra parte, come scritto dal Guardian, già lo scorso anno la Cox Media Group (CMG), a proposito di Active Listening, aveva sollevato l'interrogativo di quale impatto potesse avere la capacità “di indirizzare potenziali clienti che stanno attivamente discutendo del bisogno dei tuoi servizi nelle proprie conversazioni personali”. La risposta data dalla stessa società era che una tale possibilità esisteva già e “non si trattava di un episodio di Black Mirror, trattandosi di Voice Data”.
Dal complotto alla certezza - Il riferimento alla serie tv Black Mirror, ambientata in un futuro distopico in cui ciò che pensiamo non possa mai avverarsi è già realtà, non è casuale se si pensa che tra i partner della CMG compaiono Amazon, Google e Facebook, ossia società capaci di influenzare realmente la nostra esistenza, e poco importa se, dopo l'articolo di 404 Media, tali società abbiano preso le distanze dall'agenzia di marketing, perché ciò che si pensava essere una teoria complottista è diventata per molti una certezza. Nello stesso post pubblicato nel novembre dello scorso anno, e poi prontamente cancellato, la CMG dichiarava che Active Listening potesse fornire agli inserzionisti un elenco settimanale di consumatori e di quali prodotti e servizi ricercano online in un mondo in cui “nessun mormorio pre-acquisto rimane inascoltato e i sussurri dei consumatori diventano strumenti per indirizzare e conquistare il mercato locale”. Una dichiarazione d'intenti che non può non far riflettere.
Sei persone su dieci sono convinte di essere ascoltate - L'argomento dei telefoni spia è, come detto, oggetto di discussione da diversi anni e nel 2019 la rivista Forbes ha pubblicato un sondaggio di Nixplay secondo il quale ben il 60 % dei millennial sosteneva di avere la certezza di essere ascoltati dai propri telefoni per scopi pubblicitari, e lo stesso convincimento riguardava il 55% degli americani intervistati. Meno del 10% dei intervistati, inoltre, si riteneva adeguatamente informato sulla privacy relativa all'uso delle molteplici applicazioni scaricabili sul proprio cellulare. L'azienda ha intervistato oltre due mila cittadini americani che si sono detti “sempre più preoccupati per i pericoli legati alla condivisione di dati personali”ma impreparati su come difendersi dal loro utilizzo illecito. Moltissimi intervistati hanno raccontato di storie personali in cui, dopo aver parlato con amici o parenti di possibili acquisti, si sono visti suggerire lo stesso prodotto oggetto di conversazione nei banner pubblicitari dei propri profili social.
La smentita dei cellulari - La paura di essere spiati dai propri smartphone è trasversale e riguarda tutte le classi sociali. Come riferito da Forbes, Julie Albright, professoressa della Southern California, ha raccontato su Facebook “di aver parlato di Lexus in macchina con un amico a cui poi è arrivato un annuncio pubblicitario proprio sulla casa automobilistica citata”. Episodi simili sono capitate a moltissime altre persone che li hanno condivisi sui propri social anche se, fino ad oggi, le aziende di telefonia mobile e le agenzie pubblicitarie hanno sempre categoricamente negato che ciò possa effettivamente accadere. Non più tardi di alcuni anni fa, Stan Chudnovsky, vicepresidente del settore messaggistica di Meta, aveva affermato al Web Summit di Lisbona che ritenere di essere ascoltati dal proprio telefono “era un pregiudizio umano, un esempio di pregiudizio cognitivo comune. Se si è impegnati in molte conversazioni e si parla di un sacco di cose diverse(...)è statisticamente probabile che a un certo punto ciò accada”.
Realtà o coincidenza? - Nel 2017, Rob Goldman, vicepresidente degli annunci di Facebook aveva dichiarato alla Bbc che l'essere ascoltati dal microfono del proprio smartphone “semplicemente non è vero “, ma si trattava di una pura coincidenza “data dalla quantità di pubblicità online che le persone visualizzano ogni giorno e a cui non danno immediata rilevanza”. Eppure il numero di coloro che raccontano di aver ricevuto annunci pubblicitari relativi alla celebrazione del matrimonio il giorno in cui hanno annunciato il proprio fidanzamento o annunci di lavoro dopo aver espresso il desiderio di essere assunti proprio da una determinata catena d'abbigliamento o di ristorazione aumenta sempre più.
L'esperimento - Nel 2023 il giornale El Pais ha raccontato di uno studio condotto dalla società di sicurezza informatica che ha sviluppato il software NordVPN che consisteva nel dar dialogare tra loro tre dipendenti della società stessa, tenendo i cellulari a portata di mano e utilizzando parole chiave, ripetute più volte, quali 'Alaska' o 'Volvo' per un numero limitato di giorni. Il risultato della sperimentazione non è stato univoco ma uno dei partecipanti all'esperimento ha riferito di essere stato tempestato di annunci pubblicitari riguardanti proprio il marchio Volvo, dallo stesso più volte citato, pur non avendo mai acquistato una macchina né avendo cercato degli annunci pubblicitari riguardante qualsiasi tipo di automobile.
Attenzione a ciò che autorizzate sul telefonino - Secondo quanto dichiarato su El Pais da Fernando Suarez, presidente del Council of Colleges in Engineering Informatics, una organizzazione no-profit spagnola, “ci sono assistenti vocali come Alexa e Siri che sono programmate proprio per essere attente ai nostri comandi vocali. Con riguardo alle applicazioni che scarichiamo, invece, le stesse possono avere la capacità di ascoltare a seconda delle autorizzazioni che concediamo loro”. Secondo Suarez, quindi, se gli utenti vogliono assicurarsi che i propri dati non vengano utilizzati in modo improprio dovrebbero assicurarsi di sapere esattamente quali autorizzazioni sono state concesse sui nostri dispositivi. Molte autorizzazioni riguardano proprio l'utilizzo dei microfoni e delle telecamere del cellulare e, in questo caso, “sarebbe di fondamentale importanza revocare le autorizzazioni concesse alle applicazioni che non necessitano di tale accesso”.
Il telefono nasconde tante cose - Insomma, l'idea che i nostri telefoni possano ascoltare le nostre conversazioni non è così peregrina e, in generale, risulta chiaro che i nostri dati personali non sono così difendibili così come si è indotti a pensare. Non è un mistero che i nostri dispositivi raccolgano ogni giorno una notevole quantità di dati che ci riguardano anche senza dover attivare i microfoni dello smartphone. La navigazione su internet può rivelare molto di noi, sui luoghi che frequentiamo e il nostro stile di vita. Tutto ciò si traduce in annunci pubblicitari che danno corpo ai nostri desideri, o presunti tali. Urge capire che il nostro smartphone non è un semplice telefono, ma uno strumento dalle infinite potenzialità che molto ci offre ma tanto ci nasconde, e che a fronte di innumerevoli servizi ci chiede di tenere una finestra costantemente aperta sulla nostra vita. Con buona pace della tanto citata privacy.