Cerca e trova immobili
AUSTRALIA

Coober Pedy, la città sotterranea

Un paesino di 2mila persone sviluppato sotto la superficie terrestre
Coober Pedy, la città sotterranea
Un paesino di 2mila persone sviluppato sotto la superficie terrestre

COOBER PEDY - Il cinema ci ha proposto spesso storie di società post-apocalittiche costrette a vivere sottosuolo a causa di epidemie mortali o conseguenze di guerre nucleari. La vita sotto terra, però, non appartiene soltanto a questi terrificanti scenari di fantasia. In Australia, ad esempio, c’è un luogo i cui abitanti svolgono la propria vita al di sotto della superficie terrestre. Si tratta di Coober Pedy, paesino di poco meno di 2mila abitanti, che può essere definito come una vera e propria città sotterranea.

Situata in pieno deserto australiano, dove le temperature in estate - da novembre a marzo - possono superare i 45° centigradi, Coober Pedy fu fondata all’inizio del ‘900 per sfruttare la ricchezza del sottosuolo, ricco di opale, minerale di cui oggi è l’Australia è la maggiore produttrice al mondo. I lavoratori delle miniere, però, preferirono all’epoca non solo lavorare, ma anche vivere nel sottosuolo, per sfuggire al terribile caldo in superficie. Nelle case sotterranee, infatti, la temperatura si mantiene costante, a differenza che nel deserto. Nacque così una vera e propria città sotterranea, con musei, chiese, negozi, uffici e gallerie d’arte, tutti situati nelle profondità della terra.

Nel corso dei decenni l’insediamento crebbe, grazie all’arrivo degli immigrati europei arrivati in Australia in cerca di fortuna. Al giorno d’oggi, all’attività mineraria si è aggiunta quella turistica: la vita sotterranea di Coober Pedy, infatti, attira ogni anno migliaia di turisti. Se programmate un viaggio in Australia, non perdetevi questo luogo a metà tra realtà e fantasia.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
Naviga su tio.ch senza pubblicità Prova TioABO per 7 giorni.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!