Spose bambine e influenze patrimoniali

Servono interventi mirati all’indipendenza femminile per estirpare la consuetudine dei matrimoni precoci
Avete mai pensato che anche il problema delle spose bambine possa essere legato ad una questione economica? Non esattamente intesa in senso stretto, in verità, e nemmeno in un’ottica di guadagno, bensì di potere decisionale. Spieghiamoci meglio. I matrimoni precoci sono un’usanza diffusa in Paesi molto poveri e dalle tradizioni particolari. Nelle famiglie che vivono in condizioni di disagio e crisi, con prospettive di vita basse e scarsa accessibilità ai servizi primari, il matrimonio delle figlie minori di 18 anni è assai diffuso, perché diventa uno strumento di sopravvivenza. La decisione di condannare la propria giovanissima figlia al matrimonio con un uomo più vecchio di lei è sostanzialmente del padre, soprattutto se è il detentore del benessere familiare. Ma se in famiglia anche la moglie è indipendente e ha un suo patrimonio, la decisione non sarà solo paterna. Ed è questo il senso di questione economica sul quale ci interessa richiamare l’attenzione. Una donna che abbia un telefono cellulare o una bicicletta o, addirittura, una macchina per cucire o dei monili preziosi ha più autorevolezza nella decisione sul destino delle proprie figlie. Le madri più indipendenti sono più contrarie a veder diventare le proprie figlie delle spose bambine e riescono anche a comprendere e far valere il loro desiderio di non sposare un perfetto sconosciuto molto più grande.
A far luce sulla discriminante patrimoniale è il responsabile dello studio Patrimonio dei genitori e matrimonio precoce, Feliz Muchomba, che evidenzia gli aspetti salienti del fenomeno. La ricerca, pubblicata su World Development, sottolinea il potere di contrattazione derivante alle donne dalla propria ricchezza, nella decisione sul futuro delle proprie figlie. Considerato che i matrimoni precoci rappresentano una rovina ad ampio spettro poiché sono causa di infezioni, malattie, parti rischiosi e mortalità materna, oltre che dell’abbandono scolastico, bisognerebbe effettuare interventi mirati ad estirpare questa usanza, anche quando è generata da leggi tribali. In pratica: se i beni materni, rispetto a quelli paterni, tutelano meglio il destino delle bambine, è necessario operare al fine di mettere sempre più donne nelle condizioni di avere un proprio patrimonio e quindi la propria indipendenza di valenza decisionale. L’impegno dei Paesi che si sforzano per migliorare le condizioni di vita dei popoli più sventurati, quindi, dovrebbe essere principalmente quello del sostegno alle donne affinché possano acquisire indipendenza e migliorare la propria posizione economica, al fine di conquistare autorevolezza nella famiglia e nelle decisioni in seno ad essa.
TMT (ti.mamme team)






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