Lega dei mussulmani in Ticino (LMT)
La Lega dei Musulmani in Ticino (LMT) vuole mettere in guardia e invitare il popolo ticinese a riflettere sulle affermazioni del consigliere nazionale Oskar Freysinger – promotore UDC dell’iniziativa popolare contro l’edificazione di minareti che ha affermato durante la trasmissione Democrazia Diretta andata in onda Lunedì 16 Novembre sulla RSI LA2 che il problema non sono i minareti, bensì l’Islam. Dopo essere stato incalzato a più riprese per chiarire la sua posizione, ha quindi ceduto e ammesso che il reale disagio risiede nella religione musulmana stessa.
La questione dei minareti era insomma solo un pretesto per un’iniziativa a sfondo di discriminazione religiosa. L’elettorato svizzero è quindi stato manipolato e chiamato a votare su un’iniziativa mascherata basata sulla disinformazione. L’assurda affermazione che il minareto sia un simbolo di conquista, di potere o di non integrazione non è infatti difendibile; esso è al contrario una componente architettonica distintiva dei luoghi di culto islamico.
Siamo tutti certi che nessun Cristiano ritenga i propri campanili in territori a maggioranza musulmana (o in qualsiasi altra parte del mondo, persino in paesi quali Cina e India) come alcuno dei sopraccitati simboli; perché dunque dovrebbe esserlo il minareto?
Uno slogan ricorrente è poi che i minareti non sono indispensabili per un musulmano; ma lo sarebbero forse i campanili? Ambedue le costruzioni sono componenti importanti dei rispettivi luoghi di culto, e servono soprattutto a segnalare la presenza degli stessi, rendendoli riconoscibili senza ambiguità a tutta la popolazione. Verrebbe da domandarsi se il sig. Freisinger preferisca che i musulmani siano ben identificabili attraverso i loro stessi simboli (per cui facilmente localizzabili e monitorabili per evitare improbabili derive di pensiero) o se preferisca invece che facciano parte di un “movimento underground”? Cosa ci fa più “paura”: qualcosa che non vediamo o qualcosa alla Luce del sole? Riguardo la presunta non conformità delle moschee con la paesaggistica locale, ricordiamo che ci sono studi universitari che mostrano come la costruzione di moschee e minareti è sempre avvenuta seguendo la cultura e l’identità del paese in cui venivano edificate. Per non parlare delle foto pubblicate dal Corriere del Ticino in cui si vedono chiese e moschee (con rispettivi campanili e minareti) coesistere perfettamente in termini paesaggistici in una stessa città. Perlopiù il governo e gli esponenti della stragrande maggioranza dei partiti politici hanno più volte ribadito che la legge Svizzera è già munita di tutti gli strumenti necessari per affrontare questo tema; nello specifico il piano regolatore e le norme dell’edilizia, della paesaggistica e le disposizioni vigenti sui limiti dell’inquinamento acustico.
Riguardo al principio di reciprocità, diremo che in tutti i paesi a maggioranza musulmana (tranne l’Arabia Saudita, che ha uno statuto speciale a molto simile a quello del Vaticano) è ben permessa l’edificazione di chiese o campanili. Se si vuole invocare questo principio, lo si dovrebbe fare con costruzioni finanziate da quest’unico paese.
Rispondendo al sig, Freysinger e ai sostenitori di questa iniziativa, che vedono nell’Islam il vero “problema” e non nei minareti, diremo che è proprio per rispondere a ogni domanda, accettare ogni critica e costruire ponti su cui dialogare che la LMT fa parte del forum di dialogo inter ]religioso (FONDIT); piattaforma alla quale i promotori di questa iniziativa non hanno mai partecipato, rendendo palese il loro totale disinteresse verso la materia stessa. Questa campagna diffamatoria ha purtroppo già portato i suoi frutti: il recente attacco xenofobo contro la moschea di Ginevra; un fatto infame che ha segnato il passaggio dalla violenza verbale a quella fisica, in un paese in cui fin’oggi – ringraziando Dio – nulla di grave era mai successo. Di conseguenza lanciamo un appello a tutte le autorità religiose, agli intellettuali e ai politici di questo nostro paese a prendere posizione e condannare con decisione quest’atto d’intolleranza senza precedenti; un atto ingiustificabile per una società civile, multiculturale e multi religiosa come la nostra che porta a turbare la pacifica convivenza tra tutti i cittadini, siano svizzeri e non, di ogni credo religioso. I 350'000 cittadini di religione musulmana – di cui oltre 60'000 svizzeri ] sono cittadini con gli stessi doveri e diritti del resto della popolazione, e come tali richiedono di essere rispettati (ma non “tollerati”, essendo osservanti di tutte le leggi svizzere), così come loro stessi rispettano la maggioranza e tutte le altre minoranze presenti sul territorio. Per questo nostro paese (il paese depositario delle Convenzioni di Ginevra dove ha sede il Consiglio dei diritti umani, il paese riconosciuto internazionalmente come mediatore in situazione di conflitti tra paesi terzi, quel paese visto come tollerante e come esempio da imitare) sarebbe veramente un enorme passo indietro se alla sua lista degna di lode dovesse aggiungersi il triste primato di primo paese al mondo a inserire nella costituzione un articolo discriminatorio verso una sola religione. Comunque la Svizzera è un paese sovrano, e pertanto non si deve inchinare alla paura di ricatti o ritorsioni da paesi terzi, da logiche di mercato discutibili, o da fantomatiche minacce. Purtroppo, alla luce delle rivelazioni dei promotori dell’iniziativa, i quali invece di voler votare sui minareti, hanno promosso una votazione sull’islam, siamo costretti a invitare i cittadini votanti a questa riflessione personale: Dato che la descrizione di cosa sia l’islam si trova solo e soltanto nel Corano, e visto che una parte della popolazione voterà sull’islam(invece che sui minareti), allora ci chiediamo: possiamo davvero affermare di non aver compiuto una ingiustizia nel votare contro la religione di una comunità, sempre fedele alle leggi svizzere, della quale non possediamo neanche una copia tradotta nella nostra libreria? Possiamo davvero sostenere a testa alta che le conseguenze che ci pioveranno addosso dal resto del mondo non siano il frutto di una nostra stessa decisione, presa forse troppo frettolosamente in un clima sentimentale e di paura, non sufficientemente ponderato? Ricordiamo che la Svizzera è uno Stato di Diritto, dunque deve proteggere tutte le sue minoranze. Pertanto solo chi ha intenzione di compiere un’ingiustizia, dovrebbe valutarne prima le conseguenze; mentre chi sostiene la giustizia non dovrà mai cedere a nessun ricatto (sia esso di natura economica o di immagine). Con questa lettera aperta, vogliamo invitare tutto il popolo svizzero, e soprattutto quello ticinese, ad andare votare sulla modifica della costituzione svizzera sul divieto o no di edificare minareti; e di poi venire trovarci, interrogarci confrontarci su tutto quanto riguarda l’islam e i musulmani. Preghiamo che il 29 Novembre sia un giorno di festa per la democrazia e che la pace regni sovrana su tutti noi, qualunque sia il verdetto finale.
Amen.
Con la più grande stima.