Cerca e trova immobili

L'OSPITEVotazione anti-minareti o anti­islam?

26.11.09 - 10:42
Lega dei mussulmani in Ticino (LMT)
None
Votazione anti-minareti o anti­islam?
Lega dei mussulmani in Ticino (LMT)

La Lega dei Musulmani in Ticino (LMT) vuole mettere in guardia e invitare il popolo ticinese a riflettere sulle affermazioni del consigliere nazionale Oskar Freysinger – promotore UDC dell’iniziativa popolare contro l’edificazione di minareti che ha affermato durante la  trasmissione Democrazia Diretta andata in onda Lunedì 16 Novembre sulla RSI LA2 che il problema non sono i minareti, bensì l’Islam.  Dopo essere stato incalzato a più riprese per chiarire la sua posizione, ha quindi ceduto e ammesso che il reale disagio risiede nella religione musulmana stessa.

La questione dei minareti era insomma solo un pretesto per  un’iniziativa a sfondo di discriminazione religiosa.  L’elettorato svizzero è quindi  stato manipolato e chiamato a votare su un’iniziativa mascherata basata sulla disinformazione.  L’assurda affermazione che il minareto sia un simbolo di conquista,  di potere o di non integrazione non è infatti difendibile; esso è al contrario una componente architettonica distintiva dei luoghi  di culto  islamico.

Siamo tutti  certi che nessun  Cristiano  ritenga i propri campanili in territori a maggioranza musulmana (o in qualsiasi altra parte del mondo, persino in paesi quali Cina e India) come alcuno dei sopraccitati simboli; perché  dunque dovrebbe  esserlo il minareto?

Uno slogan ricorrente è poi  che i minareti non sono indispensabili per  un musulmano; ma lo sarebbero forse i campanili? Ambedue le costruzioni sono componenti  importanti dei rispettivi luoghi di culto,  e servono soprattutto a segnalare la presenza degli stessi, rendendoli  riconoscibili senza ambiguità  a tutta la popolazione. Verrebbe da domandarsi  se il sig. Freisinger  preferisca che i musulmani  siano ben identificabili attraverso i loro stessi simboli (per cui facilmente localizzabili e monitorabili per evitare  improbabili derive di pensiero)  o se  preferisca invece che  facciano parte di un “movimento underground”? Cosa  ci fa più “paura”: qualcosa che non vediamo o qualcosa alla Luce del sole?  Riguardo la presunta non conformità delle moschee con la paesaggistica locale, ricordiamo che ci sono  studi universitari che  mostrano come la costruzione  di  moschee e minareti è sempre avvenuta seguendo la cultura e l’identità  del  paese in cui venivano edificate.  Per non  parlare delle foto pubblicate dal Corriere del  Ticino in cui si vedono chiese e moschee (con rispettivi campanili  e minareti) coesistere perfettamente in termini paesaggistici in una stessa città.  Perlopiù il governo e  gli esponenti della stragrande maggioranza dei partiti politici hanno più volte ribadito che la legge Svizzera è già  munita  di tutti gli strumenti  necessari per affrontare questo tema;  nello specifico il piano regolatore  e  le norme dell’edilizia, della  paesaggistica e le disposizioni vigenti sui  limiti dell’inquinamento acustico.

Riguardo al principio di reciprocità, diremo che in  tutti i paesi a maggioranza musulmana (tranne l’Arabia  Saudita, che  ha uno statuto  speciale a molto simile a  quello del Vaticano) è ben  permessa l’edificazione  di chiese o  campanili.  Se si vuole invocare questo principio, lo si dovrebbe fare con costruzioni finanziate da quest’unico  paese.

Rispondendo al sig, Freysinger e ai sostenitori di questa iniziativa,  che vedono nell’Islam il vero “problema” e non nei minareti, diremo che è proprio per rispondere a ogni  domanda, accettare ogni critica e costruire ponti su cui dialogare che la LMT fa parte del  forum di dialogo inter ]religioso  (FONDIT); piattaforma alla  quale  i promotori  di questa  iniziativa non hanno mai  partecipato,  rendendo palese il  loro totale  disinteresse verso la materia stessa. Questa campagna diffamatoria ha  purtroppo già portato i suoi  frutti: il recente attacco  xenofobo contro la moschea di Ginevra; un  fatto infame che ha segnato  il  passaggio dalla violenza verbale a quella fisica,  in  un  paese in cui fin’oggi – ringraziando Dio – nulla di grave  era mai successo. Di conseguenza lanciamo  un  appello  a tutte le autorità religiose,  agli intellettuali e ai  politici di questo nostro paese  a prendere posizione  e condannare con decisione quest’atto  d’intolleranza senza precedenti; un atto ingiustificabile per una società civile, multiculturale e multi religiosa  come la nostra che porta a turbare  la  pacifica convivenza tra tutti i cittadini,  siano  svizzeri e non,  di ogni credo religioso. I  350'000 cittadini  di religione  musulmana  –  di cui  oltre  60'000 svizzeri ] sono cittadini con gli stessi doveri e diritti del resto della popolazione,  e come tali  richiedono   di essere rispettati (ma non “tollerati”, essendo osservanti di  tutte le leggi svizzere), così come loro stessi rispettano la maggioranza  e tutte  le altre minoranze presenti sul territorio. Per questo nostro paese (il paese depositario delle Convenzioni di Ginevra dove ha sede il Consiglio dei diritti umani,  il paese riconosciuto internazionalmente come mediatore in  situazione  di conflitti tra paesi terzi, quel paese visto come tollerante e  come  esempio da   imitare) sarebbe veramente un enorme passo indietro se alla sua lista degna di lode dovesse aggiungersi il triste primato di primo paese al mondo a inserire  nella costituzione un articolo discriminatorio verso una sola religione. Comunque la Svizzera è un paese  sovrano, e pertanto  non si deve  inchinare  alla paura di  ricatti o ritorsioni da paesi terzi, da logiche di  mercato discutibili, o da fantomatiche minacce. Purtroppo, alla luce delle rivelazioni dei promotori  dell’iniziativa, i quali invece di voler votare sui  minareti, hanno  promosso una votazione sull’islam, siamo costretti a invitare i cittadini  votanti a questa riflessione personale: Dato che  la descrizione   di cosa sia l’islam si trova solo e soltanto nel Corano,  e visto che una parte della popolazione voterà sull’islam(invece che sui minareti), allora  ci chiediamo: possiamo davvero affermare di non aver compiuto una ingiustizia nel votare contro la  religione  di una comunità, sempre fedele alle leggi svizzere, della quale non possediamo  neanche una  copia tradotta nella nostra libreria? Possiamo davvero sostenere a testa alta che le conseguenze che  ci pioveranno addosso dal resto del mondo non siano il  frutto di una nostra stessa decisione, presa forse troppo frettolosamente in un clima sentimentale e  di paura, non  sufficientemente ponderato? Ricordiamo che  la Svizzera è uno Stato  di Diritto, dunque deve proteggere tutte le sue minoranze. Pertanto solo chi  ha intenzione di compiere un’ingiustizia, dovrebbe valutarne prima le conseguenze; mentre chi sostiene la giustizia non dovrà mai cedere a nessun ricatto  (sia esso di natura economica o di  immagine). Con questa lettera aperta,  vogliamo invitare  tutto il popolo svizzero,  e soprattutto quello ticinese,  ad andare votare sulla modifica della costituzione svizzera sul divieto o  no di edificare minareti; e di poi  venire  trovarci, interrogarci   confrontarci  su tutto  quanto  riguarda l’islam e i  musulmani. Preghiamo che il  29 Novembre  sia un giorno di festa per la democrazia  e che  la  pace  regni sovrana su tutti noi, qualunque  sia il verdetto finale.
Amen.

Con  la più grande stima.

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE