Danilo Forini, deputato in Gran Consiglio
Enormi vantaggi per pochi (i soliti) e le briciole per gli altri. La riforma fiscale cantonale in votazione il 9 giugno è un grande affare soprattutto per chi guadagna più di 450'000.- franchi all’anno grazie ad uno sconto delle tasse che, per una piccolissima categoria di contribuenti, sarà addirittura del 20% (!): questo l’impatto per i plurimilionari di una delle misure previste, la diminuzione dell’aliquota massima sull’imposta sul reddito dal 15% al 12%. Quello che sembra un piccolo ritocco, in realtà per pochi fortunati sarà un ulteriore sei al lotto. Per tutti gli altri rimangono le briciole: uno sconto tra l’1 e il 2%, la solita pizza offerta.
Di sicuro alla maggior parte della popolazione rimarrà comunque sul gozzo un ben altro 20%: quello dell’aumento dei premi di cassa malati negli ultimi due anni. Il 9 giungo avremo finalmente anche l’occasione di votare l’iniziativa federale per “premi meno onerosi” che prevede un freno all’aumento dei premi. Ma questa è un’altra storia. Tornando alla riforma fiscale cantonale, la considerazione più ragionevole da fare è perlomeno che questo non è proprio il momento di fare regali fiscali per pochi. Proprio mentre si tagliano le prestazioni sociosanitarie, gli aiuti alle persone anziane, i sostegni ai giovani in difficoltà e alle famiglie. Proprio quando si sono tagliati undici milioni agli enti che sostengono le persone con disabilità.
Dapprima che si trovi la maniera di uscire da questa situazione di crisi finanziaria delle casse pubbliche e poi si potrà riparlare di deduzioni fiscali per i plurimilionari, che – cifre alla mano – non è vero che sono diminuiti. Dal 2003 al 2020 sono aumentai di 1870 unità le persone fisiche che in Ticino dichiarano un patrimonio superiore ai 5 milioni. Un record svizzero. E una bella notizia.
Eppure, il Gran Consiglio aveva l’opportunità di “spacchettare” le misure di questa riforma tributaria dando il via libera alle misure non contestate da nessuno. Invece, anche con una certa arroganza, la maggioranza politica ha voluto giocare la carta del “o tutto o niente”. Poco male. Come socialisti abbiamo già ripresentato in Parlamento le tre misure di sgravio che toccano anche il ceto medio che, in caso di un ragionevole rifiuto popolare di questa riforma fiscale, potranno comunque entrare in vigore entro fine anno: maggiori deduzioni per le spese professionali, l’aggiornamento dell’imposta di successione e donazione e la riduzione dell’imposizione delle prestazioni in capitale della previdenza. Non facciamoci però fregare dal pacchetto completo e votiamo di no il 9 giugno ad una riforma fiscale avvelenata.
Danilo Forini, deputato in Gran Consiglio