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LUGANO"Analisi distorte sul problema della sicurezza a Lugano"

22.12.09 - 09:55
È stato approvato ieri sera a mezzanotte e mezza il progetto SecurCity: i 3 milioni e mezzo per 35 telecamere in centro città, dalla Cattedrale a Via Nassa. Dubbi e perplessità di Ps
"Analisi distorte sul problema della sicurezza a Lugano"
È stato approvato ieri sera a mezzanotte e mezza il progetto SecurCity: i 3 milioni e mezzo per 35 telecamere in centro città, dalla Cattedrale a Via Nassa. Dubbi e perplessità di Ps

LUGANO - “Uno spettro si aggira per Lugano da un decennio: la politica di sicurezza”. Il capo gruppo Martino Rossi spiega perché il Ps si sente diviso riguardo la richiesta di credito di 3'466'334  per la realizzazione di un sistema di Sicurezza Integrata nel Centro Città (SecurCity).

“La commissione della gestione, ricorda, ha chiesto due volte il Rapporto di bilancio di SicLuga 2001, poi di SecurCity. Invano. Il Consiglio Comunale ha però nel frattempo approvato sia il credito per le colonnine, sia quello per la videosorveglianza negli autosili (decurtato da quello per la videosorveglianza sul Piazzale ex-Scuole, ritenuto non conforme al principio di proporzionalità).

Tuttavia, né le colonnine né  le quasi 100 videocamere e i 300 pulsanti d’allarme previsti negli autosili sono stati installati”.

I membri del gruppo Ps condividono una parte della proposta municipale: quella di regolare più rigorosamente gli accessi veicolari alla zona pedonale facendo capo a dispositivi automatici, anche se piuttosto costosi.

Perché il Ps ritiene importante la sicurezza luganese -“Ravvediamo invece ragioni legittime e plausibili di consenso e di dissenso nei confronti dell’istallazione di 35 videocamere che, secondo il Comando della polizia comunale, terranno sotto controllo ogni metro quadrato del Centro”, scrive Rossi elencando le tre ragioni a favore:

1 - Il Centro è denso di insediamenti economici particolarmente attrattivi per i malintenzionati: banche, uffici di cambio, negozi con merci di grande valore. Occorre, ben inteso, un’autoprotezione di quei luoghi privati, ma anche una sorveglianza dissuasiva nelle aree d’accesso pubbliche e nelle vie di fuga.

2 - Il Centro è molto frequentato da cittadini e turisti. È possibile che una parte di loro si senta insicura, vulnerabile ad eventuali aggressioni a scopo di borseggio, e che si senta quindi tranquillizzata da una maggiore sorveglianza.

3 - La presenza di agenti in uniforme più numerosi –  dissuasivi e tranquillizzanti, capaci di intervenire per impedire i reati, e non solo a cose fatte – sembra essere impossibile, o non economicamente sostenibile, secondo il Municipio. Da cui il consenso ad una videosorveglianze estesa. 

Ci sono però tre motivi per dire di no, secondo i socialisti: una scorretta valutazione dei rischi; autorevoli studi britannici sull'inefficacia della videosorveglianza; la questione della privacy.

Lettura della realtà – Per combattere il crimine, bisogna analizzare correttamente i rischi. Ecco però, secondo Martino Rossi, alcuni esempi di “contraddizioni e lacune”:

1 - Se, come è stato detto, i tre quarti dei reati avvengono nei quartieri diversi dal Centro (la polizia non sa dire però in quali), perché il Centro sarebbe più vulnerabile e prioritario”? In Via Nassa avrebbero luogo 2 danneggiamenti all’anno e 62 furti di ogni tipo, di cui 36 nei negozi e 4 in aree pubbliche. E gli altri 22 furti?

2 - Abbiamo desunto dai bollettini settimanali della polizia comunale che, negli ultimi 10 mesi, le “persone trattate” per infrazione alla legge sugli stupefacenti (in tutta la città) sono state 74: 29 cittadini svizzeri, 16 italiani, 27 stranieri vari, 2 soli richiedenti l’asilo o Nem classificati come tali. Perché allora si lascia credere che lo spaccio sia l’affare di asilanti e Nem?

3 - Il Comando della polizia comunale indica che nel 2010 il rapporto fra gli abitanti di Lugano (57'300) e il numero di agenti sarà di 819: l’aritmetica ci dice quindi che gli agenti saranno 70. Il preventivo della Città parla però di 160 (oggi 153) unità a disposizione della PolCom. Cosa fanno allora le 90 unità non computate fra gli “agenti”? 

Le telecamere non bastano - L’efficacia della videosorveglianza non può essere data per scontata soprattutto negli spazi aperti (strade e piazze), e numerose e autorevoli voci lo ripetono. Lo dicono per esempio Mick Neville, un responsabile di Scotland Yard, su “The Guardian” del 16 maggio 2008 è categorico sulla videosorveglianza: “un fiasco completo”; e Michele Albertini, preposto cantonale alla protezione dei dati, intervistato da Swissinfo.ch, sottolinea che “una telecamera non sostituirà mai il personale di sicurezza, che può intervenire in tempo reale”.

Questione di privacy - Come ultima considerazione, Rossi ricorda che il Dipartimento federale di giustizia e polizia, citando diversi articoli costituzionali, in un rapporto del settembre 2007 scrive: “La videosorveglianza dissuasiva mediante telecamere può ledere i diritti fondamentali alla dignità umana, all’autodeterminazione in materia d’informazione e alla protezione della sfera personale”. Per questo motivo, si legge nel medesimo Rapporto che il ricorso al mezzo della videosorveglianza:
“deve essere necessario, vale a dire che non deve essere possibile raggiungere gli obiettivi posti tramite una misura parimenti appropriata ma più mite”.

Ecco perché il Ps non è stato compatto nella votazione di ieri sera.

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