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SportCALCIO A 5: TICLI, TROPPI ORIUNDI HANNO FATTO MALE A SETTORE GIOVANILE

20.02.09 - 16:24
CALCIO A 5: TICLI, TROPPI ORIUNDI HANNO FATTO MALE A SETTORE GIOVANILE
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Roma, 20 feb. - (Adnkronos) - "Il calcio a cinque ha esagerato nel rivolgersi ai giocatori non nati in Italia, limitando lo sviluppo del settore giovanile". E' questo il pensiero di Salvatore Ticli, candidato alla presidenza della Divisione calcio a 5, in merito all'utilizzo di giocatori non nati in Italia e sull'organizzazione dei vivai e dei settori giovanili. Proprio oggi e' apparso un articolo sul Corriere della Sera che dipinge la disciplina tra spericolate manovre burocratiche ed inchieste. Ticli, libero professionista, e da oltre 20 anni e' impegnato con vari ruoli in attivita' inerenti il calcio a 5, vuole portare aria nuova nella divisione. "I giocatori naturalizzati sono uno dei punti piu' importanti del nostro programma -spiega all'ADNKRONOS-. Fino ad oggi si e' giustificato il ricorso agli oriundi con il fatto che e' piu' facile prendere giocatori formati. Ma secondo me piu' redditizio, aprire una scuola calcio, che vuol dire 100 bambini e 100 famiglie che possono interessarsi a questa disciplina".

Per le elezioni di domenica Ticli si dice "ottimista". "Al di la' dei numeri siamo fiduciosi di aver portato avanti un processo di lavoro. Le scelte sono state condivise con le societa' che ci hanno appoggiato, c'e' massima trasparenza, vogliamo essere un punto di riferimento vero. Vogliamo creare la disciplina calcio a 5. Siamo ad un punto di partenza per creare una nuova mentalita' di gestione, di metodo". Ticli non si sbilancia sulle accuse del giocatore dell'Italia, Douglas Corsini, che e' stato rimandato a casa, senza apparenti motivi, prima dell'inizio dei Mondiali di calcio a 5 in Brasile, ma alla Fifa sembra sia stata inviata una diagnosi medica del calciatore dove si spiegava che aveva gravi problemi ai reni. "Bisognera' vedere, se e' cosi' avvenuto e' un fatto grave. Bisogna aspettare e porre attenzione cercando di capire, nel caso, di chi sia la responsabilita'". (segue)

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