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Il giovane si è sfogato in un'intervista su Al Jazeera. Suo padre non esita a parlare di prevaricazione culturale
THERWIL - Il caso della stretta di mano rifiutata a una professoressa di una scuola di Therwil (BL) da due studenti musulmani continua a tenere banco.
Una chiave di lettura diversa, rispetto a quella passata sui media svizzeri, arriva in un'intervista del canale Al Jazeera a uno degli obiettori e a suo padre.
Il ragazzo afferma che continuerà a rifiutare la stretta di mano. E spiega le sue motivazioni. Il video dell'intervista è stato postato dal giovane sulla sua pagina Facebook.
Nell'intervista, il 15enne afferma di non capire la ragione per la quale sia nato un caso dalla sua scelta, dettata tra l'altro da motivi religiosi. Il giovane spiega di non avere problemi con i suoi compagni di classe che, oltretutto, mostrano comprensione e curiosità nei confronti delle sue tradizioni.
E di tradizioni parla pure il padre del ragazzo. Rispondendo in sostanza alla consigliera federale Simonetta Sommaruga che aveva commentato così la scelta dei due studenti musulmani: «Non possiamo accettare questo in nome della libertà di religione. La stretta di mano è parte della nostra cultura».
«La Svizzera è un paese dove convivono diverse culture, lingue e religioni - spiega l'uomo -. Ma se alcune persone mi dicono che stringere la mano (a una docente) è una tradizione svizzera vuol dire che una tradizione è imposta a discapito di un'altra».
