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BASILEA CAMPAGNA«Nessuno può costringerci a stringere una mano»

10.04.16 - 12:00
Parlano i fratelli siriani protagonisti della vicenda di Therwil
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«Nessuno può costringerci a stringere una mano»
Parlano i fratelli siriani protagonisti della vicenda di Therwil

THERWIL - «Non abbiamo fatto del male a nessuno», dice il più giovane dei due fratelli siriani di Therwil, diventati famosi per il caso della stretta di mano e della dispensa ricevuta. «I giornalisti ci seguono ovunque, alla scuola, in moschea». Ma c'è di peggio. «Veniamo minacciati da gente che nemmeno conosciamo». In un'intervista rilasciata al "Sonntagszeitung" i due studenti si dicono scioccati dal clamore mediatico del caso. «Ma nessuno può costringerci a stringere una mano».

«Non sanno nulla di noi» - Per il fratello più grande il messaggio è chiaro. «I politici ci stanno usando per fare campagna contro i musulmani, in particolar modo quelli dell'UDC». E questo benché lui e suo fratello siano perfettamente integrati e seguano le leggi svizzere.  «Come possono giudicarci e attaccarci se non ci conoscono? Tutte queste persone non sanno nulla di noi».

Il video dell'Isis - Il consiglio scolastico teme la radicalizzazione dei due ragazzi, ma loro non ci stanno. «Saremmo radicali perché osserviamo i comandamenti del Corano? È il nostro dovere». L'esempio da seguire è il profetta Maometto, che non ha mai toccato nessuna donna, a parte la sua. La polizia sta indagando sul maggiore dei due fratelli per aver condiviso su Facebook un video inneggiante all'Isis. «Io e mio fratello siamo contro l'Isis. La nostra religione vieta l'uccisione di civili innocenti». 

 

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