Il miracolo di Diego e Manuel, giovani disabili che sabato saranno ai nastri di partenza della corsa podistica. Ecco come
LUGANO - Diego Maschietto, classe 1990. Manuel Miai, classe 1993. Segni particolari: tetraplegici. Ma nonostante l’handicap, sabato pomeriggio saranno ai nastri di partenza della prima Push & Go, singolare corsa che si tiene all’interno della StraLugano. L’idea è venuta a Sara Roiter, responsabile del Gruppo di appassionati di podismo Runner Power. «Lo scorso anno ho partecipato alla StraLugano. Ricordo che all’arrivo c’era un ragazzino in sedia a rotelle. Mi sono venuti i brividi, guardandolo negli occhi. Ho capito che gli sarebbe piaciuto tanto vivere un’esperienza simile».
Gli amici di Diego - E così Sara contatta Diego e Manuel, due ragazzi di Treviso, entrambi tetraplegici dalla nascita a causa di complicazioni col parto. Diego, in particolare, ha la mamma svizzera ed è il fondatore dell’associazione "Gli amici di Diego”. «Dal 2011 - riprende Roiter - Diego e Manuel partecipano a gare per persone che si trovano nelle loro condizioni. A spingere le loro sedie a rotelle solitamente sono gli amici».
Coraggio - A Lugano i due giovani saranno spinti, invece, da 2 top runners. «Lo scopo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica contro l’indifferenza. E anche quello di promuovere uno sport che integri e faccia sorridere. Ovviamente Diego e Manuel non parteciperanno alla gara vera e propria. La loro sarà una “corsa” a parte. Con la speranza che tra i disabili ticinesi qualcuno prenda coraggio e decida di fare parte delle nostre simpatiche sfide».
Targa ricordo - Un percorso lungo 5 chilometri, una gara “non competitiva” con lo scopo di raccogliere fondi da devolvere in beneficenza. «La corsa partirà alle 20.15 di sabato. E alla domenica, nell’ambito delle premiazioni, Diego, Manuel e i loro due runner riceveranno una targa ricordo. La nostra è una manifestazione nella manifestazione. Però ancora prima dell’evento posso già dire che abbiamo suscitato l’interesse di diverse associazioni ticinesi e svizzere che si occupano di disabili».
Integrazione - Il senso dell’idea, d’altra parte, è proprio quello di dare un’opportunità di svago a persone meno fortunate. «Perché è terribile desiderare di provare una sensazione e non poterlo fare. Certo, noi non possiamo permettere agli “atleti” tetraplegici o paraplegici di correre come gli altri. Però possiamo promuovere un concetto nuovo, di integrazione. Che forse potrebbe essere ampliato anche ad altre discipline».