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LUGANOSana Vita, parla una ragazza: “Una casa di appuntamenti, altro che clinica”

07.08.07 - 07:06
Testimonianza dai risvolti torbidi quella di Linda, una ragazza piemontese con seri disturbi alimentari che nel 2004 si era rivolta a Crisalide dopo aver tentato il suicidio per essere ingrassata due chili.
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Sana Vita, parla una ragazza: “Una casa di appuntamenti, altro che clinica”
Testimonianza dai risvolti torbidi quella di Linda, una ragazza piemontese con seri disturbi alimentari che nel 2004 si era rivolta a Crisalide dopo aver tentato il suicidio per essere ingrassata due chili.
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LUGANO – “Provo rabbia e faccio fatica a parlarne”. I sentimenti forti riaffiorano nelle parole di Linda, (nome fittizio) ragazza piemontese che ha vissuto il dramma dell'anoressia e che ha voluto testimoniare l’esperienza avuta a sana Vita quando era ancora minorenne nel 2004. “Quando ho visto nei giorni scorsi sul TG Bernasconi, stavo per svenire”. La voce di Linda per un attimo si spezza, ma poi si riprende, lucida e ferma: “Nel 2004 ho tentato il suicidio perché avevo preso due chili. Rendendomi conto di quello che avevo fatto accettai l’aiuto offerto da mia madre che, a mia insaputa, aveva contattato Sana Vita”. Il forum Crisalide, a contrario delle cliniche pubbliche italiane, faceva molta pubblicità e, come racconta Linda “si presentava come telefono amico, che fungeva da pretesto per avvicinare le ragazze alla clinica Svizzera”. Linda racconta che “i sei mesi di ricovero a Sana Vita costavano 60.000 euro per 6 mesi e anche se la ragazza decideva di andarsene prima doveva pagare l'intera cifra”.

Linda, che ha trascorso ‘soltanto’ tre settimane di ricovero in una “stanza parcheggio” affittata dal forum Crisalide, presso una casa di riposo di Como, aveva chiesto loro di metterla in contatto con una clinica pubblica in Italia “perché i 60.000 euro per Sana vita i miei genitori non li avevano”. A tal proposito quelli della clinica “hanno iniziato a dire, per convincere i miei, che se io avessi avuto un tumore al cervello e sarebbero stati sicuri di guarirmi, quei soldi li avrebbero sborsati”. Con Crisalide e Sana Vita infatti la guarigione era garantita: “Vieni qua e guarisci” si è sentita dire Linda che però commenta: “Da questa malattia non si guarisce mai, non è una ferita: bisogna imparare a gestirla e a controllarla”.

Al telefono con Pietro Billari

Il forum Crisalide aveva aperto un telefono amico attraverso cui, coloro che avevano disturbi alimentari, potevano rivolgersi. E tra le voci amiche, si raccontava fossero ragazze guarite, c’era anche quella di Pietro Billari, l’ex presidente del forum Crisalide indagato da Mariano Fadda per violenza sessuale: “Si era presentato come psicologo” - dice Linda - “e lui aveva un ruolo molto importante perché era colui che sentiva le ragazze per telefono prima del ricovero”. La ragazza poi rivela: “Inizialmente ero io a chiamare perché stavo male. Poi ha iniziato lui a farlo. A qualsiasi ora del giorno e della notte”. Linda ammette che le telefonate di Billari le facevano piacere, anche perché, spiega la ragazza, “una persona che ha tentato il suicidio vuol dire che non ha più niente da dividere con la vita. In lui avevo trovato una persona che mi comprendeva, e lo difendevo sempre quando i miei dicevano di non fidarsi”. Poi però un giorno arriva la doccia fredda: “Lui si masturbava al telefono. Me lo hanno confidato altre ragazze. Bastava parlare, nessun tipo di racconto particolare. Anche io l’ho sentito ansimare, rimasi zitta e appesi il telefono”. Su Billari poi Linda conclude ammettendo la sua attrazione nei suoi confronti: “Una volta è venuto a trovarci in ospizio. Mi chiamò nel suo ufficio, per un colloquio privato e mi disse esplicitamente che, una volta guarita, avrei potuto avere una storia con lui. Mi sentivo felice. Avevo 16 anni. Alla sua proposta ho reagito con felicità. Mi sentivo sola al mondo e odiata e la sua proposta mi rese felice”.

Il ricovero a Crisalide

“Questo ricovero breve sarebbe servito, secondo loro, per acquisire la consapevolezza di avere questo problema” – racconta la ragazza che poi parla dei prezzi e della durata della degenza in quella casa di riposo: “Pagavo 1.500 euro alla settimana per tre settimane. Anzi, due pagate e una regalata dal signor Bernasconi”.

La terapia e la teatroterapia di Isaac George

Il cellulare era proibito. Nessun contatto con il mondo esterno, men che meno coi genitori. Faceva parte della terapia: “Inizialmente ero tranquilla: vedevo cose normalissime. Le terapie consistevano nel volersi più bene, nell’abbracciarsi, nell'aver fiducia nel prossimo”.

Poi però arrivano altri personaggi: “Sono subentrati più personaggi, tra cui un certo Isaac (Isaac George), che tra l'altro con il fatto di aver fatto i “Ragazzi della IIIaC” ce l'aveva menata parecchio”. Lui faceva teatroterapia che, secondo Linda, “non si capisce bene a che cosa servisse, ma non mi dispiaceva”. “Lui aveva degli atteggiamenti un po' strani nei miei confronti”. Linda racconta che Isaac le propose di diventare sua figlia adottiva: “Mi diceva che voleva adottarmi. In quel periodo, ammetto, ero incapace di intendere e di volere. Mi prendeva da parte e mi diceva che mi avrebbe adottato, insieme a sua moglie bulgara, di cui non mi ricordo il nome (Galina Hristova, ndr). Io mi sentivo tranquilla e sicura con loro anche perché con la mia famiglia avevo dei conflitti e lsaac e gli altri lo sapevano perfettamente”.

La visita a sana Vita

“Una sera, facendoci tra l'altro saltare il pasto (non controllavano mai se mangiavamo o no), ci hanno portato in Svizzera senza dire niente ai miei genitori”. Linda, che nonostante abbia cercato di rimuovere le brutte esperienze di quei giorni, racconta che lo scopo della trasferta era un “congresso sul disturbo alimentare nella coppia”. A Linda poco importava dell’argomento e nonostante il suo rifiuto fu costretta ad andare: “Io sinceramente non ero per nulla interessata anche perché non avevo nessun fidanzato. Loro ci rimasero male e per convincermi dicevano che il Bernasconi voleva tanto vedermi e che era lui a regalarmi una settimana gratuita in clinica. Io piangevo, avevo paura e sono stata obbligata a partire”.

L'arrivo in Svizzera

“Ho visto una casa di appuntamenti, altro che clinica. Era percepibile che lì dentro ci si drogava e si faceva sesso. E Bernasconi secondo me se le faceva tutte”. Linda non usa mezzi termini e aggiunge: “Le ragazze erano, secondo me, sotto effetto di droghe o di pesanti psicofarmaci. Le vedevo con gli occhi spalancati, che barcollavano. Una realtà ancora più degradata di Como. La villa all'interno era piena di specchi. Ed io pensavo che la cosa fosse positiva perchè se delle ragazze che non amano il proprio corpo riescono a vivere 24 ore su 24 circondate da specchi, vuol dire che la terapia funziona. Ma poi ho notato delle foto di queste ragazze nude, appese. La loro spiegazione era che queste foto facevano parte della terapia e che serviva ad accettare il proprio corpo. E io ho pensato che non avrei mai fatto una cosa simile. E' lì che mi sono detta: io scappo. Era una setta con a capo Bernasconi. Lui adorato e gli altri trattati malissimo”.

La riunione

Linda racconta della riunione: “La riunione iniziò tardi, verso le 23.00. Mi ricordo, infatti, che tornammo a Como in piena notte. C'erano ragazze da tutta Italia. Bellissime. Sembravano modelle e sicuramente ricche, perché per permettersi un ricovero a tal prezzo…. Lo scopo della riunione io non lo capivo. E poi c'erano delle domande che non c'entravano niente… E devo aggiungere che una ragazza, veniva dalla Sicilia, più piccola di me, mi è rimasta particolarmente impressa perché durante questa riunione lei guardava il Bernasconi in modo inequivocabile. A un certo punto, con un tono sempre interrotto, mi sembrava una tossica, ha chiesto come era fatta una vagina. Risata generale. Un ambiente pesante”.

Ragazze svestitissime

“L'ambiente non era solo pesante” - continua Linda - “le ragazze erano ‘svestitissime’ e quel poco di stoffa che avevano addosso era lucente e firmato. E non era una eccezione, mi dicevano che tutte le sere era così”.

“Isaac mi voleva convincere ad andare in Svizzera”

“Il giorno dopo questa visita notturna ero incavolata nera. Dopo avermi forzato ad andare in Svizzera, il giorno dopo ero arrabbiata e non parlavo con nessuno finché il signor Isaac, mi ha chiamato in una stanza e mi ha fatto sedere sulle sue gambe. Ha cominciato a farmi tutto un discorso per convincermi ad andare in Svizzera. Mi diceva che voleva adottarmi, ma a patto che io guarissi. Ed è stato chiaro il messaggio: Isaac avrebbe raccontato la sua storia a Linda: lui voleva studiare recitazione, ma i suoi genitori non si potevano permettere di pagare la scuola migliore, ma grazie ai loro sacrifici, Isaac ha potuto studiare nella scuola più costosa. Questo, secondo Linda stava chiaramente a significare: “se i tuoi genitori non ti mandano in Svizzera vuol dire che non ti amano. Una pressione psicologica incredibile”.

Infine a Linda chiediamo se lei avesse mai sentito di una guarigione a sana Vita: “Mi ricordo di una certa Silvia, figlia di due medici di Milano che viveva nella stessa casa del dottor Bernasconi. Lei diceva che la sua guarigione era merito di Bernasconi”.

Linda fortunatamente, nonostante la cattiva pubblicità di Billari nei confronti delle cliniche pubbliche italiane, è riuscita a superare la parte più critica del suo malessere, in una struttura pubblica di Firenze.

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