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LUGANOClinica Sana Vita: "Noi dipendenti non potevamo parlare"

23.07.07 - 08:49
Le parole di una ex dipendente che descrive la giornata tipo in clinica. Intanto per Bernasconi è scattata l'accusa di violenza sessuale
Clinica Sana Vita: "Noi dipendenti non potevamo parlare"
Le parole di una ex dipendente che descrive la giornata tipo in clinica. Intanto per Bernasconi è scattata l'accusa di violenza sessuale
LUGANO - È scattata anche l'accusa di violenza sessuale per Waldo Bernasconi, il sedicente medico della clinica per curare disturbi alimentari Sana Vita di Breganzona, chiusa lo scorso febbraio. Come riporta i CdT di oggi, a far scattare questa nuova accusa, le rivelazioni contenute nel diario di Daniela, una 22enne di Morbegno, morta suicida nel settembre 2005, dopo una cura nella clinica ticinese.

A mostrare i diari della ragazza, i genitori ospiti della trasmissione della TSI Falò di giovedì scorso. Nei diari Daniela descrive la terapia di Bernasconi che comprendeva baci, carezze, toccamenti, inviti ad aprire le gambe e fare di più.

Il "professore-dottore" respinge ogni accusa e dichiara di essere in grado di dimostrare la correttezza e scientificità delle cure somministrate alle ragazze. Nel frattempo si aggiungono dettagli riguardanti la vita di tutti giorni all'interno della clinica. A parlare  una ex dipendente che racconta della colazione con assistente personale, della nuotata in piscina e del solarium in topless obbligatorio e delle serata rigorosamente "di gala".

La donna racconta anche delle ferite o fratture che le ragazze più in crisi si procuravano gettandosi dal cortiletto interno del primo piano e del fatto che questi fatti erano ignorati dal medico che preferiva parlare della percentual edi successi della terapia. Secondo la testimonianza della donna la percentuali di ritorni in clinica con problemi ancora più gravi era alta, molte pazienti sono morte suicide o per malattia, ma di questo, conclude la donna, era proibito parlare.
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