Cerca e trova immobili

CONFINECrisalide, Del Don: "Bernasconi si rivolgeva a me quando aveva casi difficili"

10.07.07 - 12:00
Del Don smentisce di essere stato un suo collaboratore, ma di avere preso in cura dei casi estremi che Bernasconi non riusciva più a gestire, quando il vice presidente dell'UDC era direttore sanitario della Clinica Alabardia di Piazzogna.
None
Crisalide, Del Don: "Bernasconi si rivolgeva a me quando aveva casi difficili"
Del Don smentisce di essere stato un suo collaboratore, ma di avere preso in cura dei casi estremi che Bernasconi non riusciva più a gestire, quando il vice presidente dell'UDC era direttore sanitario della Clinica Alabardia di Piazzogna.
BELLINZONA - Il nome del Professor Del Don, psichiatra e vice presidente dell'UDC cantonale figura tra i collaboratori di redazione nel sito
, curato da Waldo Bernasconi in cui si possono leggere articoli di natura scientifica. Abbiamo chiesto a Del Don se e quale tipo di collaborazione intrattiene con Waldo Bernasconi, indagato per associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata e all'esercizio abusivo della professione medica.

Professore, da quanto si evince dal sito curato da Waldo Bernasconi, lei sarebbe tra i collaboratori di redazione...

"No, questa mi è nuova. Non collaboro assolutamente con questi qua".

Conosce Bernasconi?

"Sì, lo conosco. E' un personaggio in Ticino, ormai lo conoscono tutti. E quando ancora ero direttore alla clinica Alabardia, ci mandava dei suoi pazienti 'ingestibili'. Lui ne chiedeva il ricovero, che veniva da me accettato".

In che periodo vi è stata questa specie di collaborazione?
"Tra il 2002 e il 2004 e in tutto sono stati 7-8 i casi trattati".


Cosa pensa dei metodi di cura del Bernasconi?

"Metodi? No, per carità, Bernasconi non ha nessuna competenza medica. I suoi titoli poi... Non si sa neppure bene da dove arrivino. Per trattare ragazze anoressiche e bulimiche ci vuole una competenza medica, che lui non ha. Ha trovato una nicchia di mercato, quando c'era ancora possibilità di muoversi in questo campo. In Italia si è fatto conoscere attraverso inserzioni pubblicitarie in tutta la penisola. E così sono iniziati i viaggi della speranza. Al di là del fatto che non ha i titoli, sono i metodi che destano perplessità".

Che fine facevano le ragazze dopo la fine della cura?
"Una volta terminato il trattamento venivano dimesse e quindi o tornavano a casa o, scelta loro, ritornavano da Bernasconi. Ripeto, mi aveva chiesto delle consulenze in clinica. Tutto qui".

Non sospettava niente?
"Io non potevo sottrarmi alla richiesta di un aiuto o di un ricovero. E' il compito di ogni medico. Io lavoravo nella mia struttura e con il mio metodo. Sui titoli di studio di Bernasconi, il sospetto che qualcosa non quadrasse, ormai era alla luce del sole".

In che condizioni arrivavano le ragazze?
"Infelici, magre e caratterialmente difficili. Quando una comincia a pesare 35 chili la cosa è grave indubbiamente".

E quando il Bernasconi si affidava a lei?
"Lui le prendeva tutte e quando vedeva che c'era bisogno di un intervento medico e i parenti delle pazienti erano scontenti, chiedeva aiuto. E lì si rendeva conto dei suoi limiti".

Infine Del Don invita a chinarsi sul problema reale che è rappresentato dalle tante ragazze confrontate con il dramma dei disturbi alimentari e mette in guardia: "Anche da noi c'è la necessità di mettere ordine nel settore. E' una delle frontiere con la quale la psichiatria e il dipartimento dovrà confrontarsi prossimamente".


p.d'a.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE