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GERMANIAL'uomo arrestato al posto di Amri teme per la sua vita

29.12.16 - 16:40
Il 24enne pakistano Naveed Baloch parla del fermo, del trattamento ricevuto dalla polizia berlinese e delle minacce giunte alla sua famiglia
L'uomo arrestato al posto di Amri teme per la sua vita
Il 24enne pakistano Naveed Baloch parla del fermo, del trattamento ricevuto dalla polizia berlinese e delle minacce giunte alla sua famiglia

BERLINO - Naveed Baloch è il 24enne di origine pakistana che lo scorso 19 dicembre è stato arrestato dalla polizia tedesca come sospetto autore della strage del mercatino di Natale a Berlino.

Il giovane ha raccontato in esclusiva al quotidiano britannico Guardian cosa è accaduto quella sera: dopo aver lasciato la casa di un amico stava attraversando una strada quando una macchina si è diretta contro di lui. Il suo istinto è stato di correre via: «Ho realizzato in un secondo momento che era una vettura della polizia. Ho mostrato loro tutti i documenti di identità che avevo». Gli agenti l'hanno inizialmente lasciato andare, salvo poi richiamarlo e arrestarlo. 

Mani dietro la schiena, è stato caricato su una volante e portato in una stazione di polizia. Più tardi quella sera è stato condotto, con gli occhi bendati, in un'altra caserma. Qui Baloch denuncia maltrattamenti da parte degli investigatori: due «hanno pestato i tacchi delle loro scarpe sui miei piedi», mentre uno dei due «ha fatto grande pressione sul mio collo con la mano». Il 24enne è stato spogliato e gli hanno fatto diverse foto. «Quando ho resistito, mi hanno schiaffeggiato». Dopo avergli prelevato campioni di sangue i suoi connotati sono stati inoltrati alle autorità federali, e il suo nome è stato pronunciato - come principale sospettato della strage - dal ministro dell'Interno Thomas de Maizière.

Ora Naveed, scagionato quando è emersa con certezza che il responsabile dell'attentato era il tunisino Anis Amri, ha paura per la sua vita e per quella dei famigliari. «Saremo più al sicuro dopo aver raccontato la mia storia», ha dichiarato. Membri della sua famiglia in Pakistan, infatti, sono stati minacciati telefonicamente.

Naveed Baloch è giunto a febbraio dal Pakistan, dove la sua vita - ha affermato - era in pericolo essendo un appartenente a un movimento separatista della regione del Beluchistan. Di professione pastore, spiega di essere un devoto musulmano e di essere molto grato alla Germania che gli ha permesso di sfamarsi e curarsi. «Siete come mia madre» afferma di aver dichiarato agli investigatori che lo stavano interrogando. «Se riuscite a provare che ho fatto quelle cose non dovreste darmi una morte immediata, ma una lenta agonia».

Nei due giorni e una notte del suo arresto ha ricevuto solo tè e biscotti. «Ma non ho potuto mangiare. I biscotti erano disgustosi, e il tè era freddo». Ha dormito su un tavolo di legno, senza materasso. Di fronte alla mancanza di prove nei suoi confronti, alla fine le autorità berlinesi lo hanno rilasciato. «Mi hanno spiegato che, siccome mi sono messo a correre prima del momento del mio arresto, hanno avuto ragione di credere che fossi un criminale. Ho detto loro che li capivo».

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