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Viene raccomandato un addestramento continuato in materia di "sviluppo psicosessuale"
SYDNEY - La Chiesa cattolica australiana ha riconosciuto per la prima volta che il voto di celibato può aver contribuito a decenni di abusi sessuali commessi dal clero su migliaia di minori e raccomanda un addestramento continuato in materia di "sviluppo psicosessuale".
In un rapporto presentato oggi alla Commissione nazionale d'inchiesta sulle risposte delle istituzioni agli abusi sessuali su minori, il Consiglio per la verità, la giustizia e la guarigione - che include i vescovi delle diocesi delle cinque maggiori città australiane - ha inoltre criticato una cultura nella Chiesa "che fa leva sul potere sopra gli altri e non sul servizio del prossimo". E chiede "maggiore chiarezza sul ruolo del Vaticano e sul suo coinvolgimento nella maniera in cui le autorità della Chiesa in Australia hanno risposto alle denunce di abusi".
Riconoscendo pubblicamente il ruolo potenziale del celibato, il rapporto stabilisce un precedente internazionale, in aperto contrasto con un recente rapporto della Conferenza dei vescovi cattolici in Usa, secondo cui il celibato non può essere considerato responsabile dell'epidemia di abusi.
Il direttore del Consiglio per la verità, la giustizia e la guarigione, Francis Sullivan, ex segretario dell'Associazione australiana medici, sostiene che la Chiesa deve esaminare "come degli individui che hanno scelto di rimanere celibi possano mantenere un sano equilibrio" e non cominciare ad agire in modo disfunzionale.
Ats Ans
