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SVIZZERAParla la spia svizzera: «Sapevo di violare la legge tedesca»

22.11.17 - 21:04
L'ex poliziotto zurighese è stato condannato il 9 novembre a Francoforte a un anno e 10 mesi di prigione con la condizionale per "attività di agenti segreti" a favore dell'intelligence elvetica
Parla la spia svizzera: «Sapevo di violare la legge tedesca»
L'ex poliziotto zurighese è stato condannato il 9 novembre a Francoforte a un anno e 10 mesi di prigione con la condizionale per "attività di agenti segreti" a favore dell'intelligence elvetica

ZURIGO - Condannato il 9 novembre a Francoforte a un anno e 10 mesi di prigione con la condizionale per "attività di agenti segreti" a favore dell'intelligence elvetica, Daniel Moser si è espresso oggi per la prima volta sui media svizzeri.

L'ex poliziotto zurighese - scarcerato di recente dopo essere stato messo dietro le sbarre lo scorso 28 aprile - ha detto ai canali svizzerotedeschi TeleZüri, Tele M1 e TeleBärn, così come al sito del Blick, di non considerarsi né una vittima né un delinquente.

Ha poi aggiunto che sapeva di violare la legge tedesca, mentre cercava di procurarsi informazioni sulle indagini avviate dal fisco del Nordreno-Vestfalia per identificare gli evasori germanici clienti di banche svizzere. Si è poi definito un patriota e non una spia, precisando che la sua attività in Germania gli ha permesso di guadagnare 13'000 euro. Oggi è a suo dire "rovinato" dal punto di vista finanziario.

Il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) gli aveva affidato la missione di completare con nomi e indirizzi una lista di ispettori del fisco tedesco, oltre a quella di piazzare una talpa fra le autorità. L'obbiettivo era quello di smascherare questi ispettori tramite i falsi nomi sotto i quali operavano su suolo elvetico, in modo da poterli arrestare.

Per conto della Svizzera, Moser ha rivelato di aver versato due volte 30'000 euro a un informatore, ma l'operazione è stata in seguito conclusa. Durante quella che ha definito un'avventura, ha anche venduto falsi dati bancari ai tedeschi per 20'000 euro, col benestare del Ministero pubblico della Confederazione (MPC).

L'uomo e il suo avvocato Valentin Landmann stanno ora vagliando l'ipotesi di denunciare le autorità elvetiche, che accusano di aver abbandonato Moser dopo il suo arresto. I due si augurano però di non dover arrivare fino a questo punto e di poter regolare la questione con un accordo che preveda un risarcimento. La Confederazione avrebbe però al momento rifiutato ogni tipo di dialogo in questo senso.

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