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SVIZZERAUn orgasmo per premi di cassa malati più bassi

23.04.24 - 06:30
La provocazione del negozio di sex toys Amorana: i vibratori come ausilio terapeutico. La sessuologa: «Fanno bene, ma se ne può fare a meno»
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Fonte Red
Un orgasmo per premi di cassa malati più bassi
La provocazione del negozio di sex toys Amorana: i vibratori come ausilio terapeutico. La sessuologa: «Fanno bene, ma se ne può fare a meno»

ZURIGO - Una provocazione? Forse, ma per il negozio online di sex toys Amorana qualche orgasmo in più potrebbe essere la panacea di molti mali. Insomma, il piacere (anche autoindotto), sarebbe in grado di tenere sotto controllo problemi di salute quali insonnia, senso di fatica, indebolimento del sistema immunitario, stress e molto altro.

«L'attività sessuale può essere considerata un efficace allenamento per tutto il corpo», aggiunge il negozio online.

Insomma, più in forma, più felici, più sani. «Non c'è da stupirsi se è giunto il momento che gli orgasmi siano inclusi nel catalogo delle prestazioni offerte dal sistema sanitario» sottolinea Amorana. Poiché questi non possono essere prescritti come lo sciroppo per la tosse, l'intraprendente società di giocattoli per adulti ha in mente qualcos'altro: i sex toys dovrebbero essere pagati dalle casse malati. Potrebbero «servire come ausili terapeutici».

Una mossa di marketing? Probabilmente. Sta di fatto che l'azienda ha inviato una lettera aperta a 12 casse malati. Corredata da una piccola "tangente": un giocattolo utile per convincere uomini e donne del potere benefico di un orgasmo.

Per le donne è stato consegnato un vibratore che, secondo la descrizione, è «silenzioso», ha una «durata della batteria di 120 minuti» e diverse velocità. Per gli uomini c'era un masturbatore con funzione di vibrazione. Un centinaio di questi prodotti sono stati spediti via posta. Amorana vuole che le casse malati facciano un «passo verso una visione più ampia della salute e del benessere». Lo slogan c'è già: «L'orgasmo per la salute».

«Fanno bene, ma non sono indispensabili» - La proposta fa sorridere Federica Puddu, sessuologa. «È certamente un bene che tutto ciò sia liberalizzato. È bello che le persone possano scegliere e comprare questa tipologia di prodotti, creano diversità e possono rompere la monotonia di coppia. Ma da qui a definirli un prodotto sanitario ecco... ne passa. Insomma, diciamo che per il compito che devono assolvere è possibile fare anche senza».

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