Chieste le remunerazioni anche al Canton Vallese
BELLINZONA - Da Palazzo Lombardia a Milano, sede del governo regionale, sono partite le richieste ai cantoni svizzeri per avere i dati relativi agli stipendi dei frontalieri.
Come è noto, il governo italiano di centro-destra (sulla spinta del vice-premier Salvini) punta a "rosicchiare" lo stipendio dei lavoratori frontalieri per creare la famosa "tassa sulla salute", che dovrebbe finanziare gli aumenti dei salari di medici e infermieri negli ospedali italiani di confine e frenare la loro corsa verso gli istituti clinici svizzeri.
In attesa della decisione che prenderà il governo ticinese, è arrivata intanto la prima risposta da quello grigionese, una risposta che non farà certo fare salti di gioia all'esecutivo lombardo guidato da Attilio Fontana: «Non c'è base legale per fornirli» ha dichiarato alla RSI il direttore del Dipartimento delle finanze grigionese Martin Bühler.
Coira ha detto «no» anche alla trasmissione di dati sulla «situazione della cassa malati dei frontalieri» riporta sempre la RSI.
Dati e informazioni sensibili che servirebbero alla Regione Lombardia per calcolare la partecipazione economica di ogni frontaliere al sostegno della sanità pubblica d'oltre confine: un "obolo" osteggiato da molti e che ha già prodotto una levata di scudi anche da parte delle compagini sindacali, oltre che degli stessi lavoratori, vista la consistenza del prelievo previsto sullo stipendio che oscillerebbe tra i 30 e i 200 euro al mese.
Per fare un esempio più specifico, un lavoratore che guadagna 4'000 franchi al mese netti si vedrebbe tassato di 120 euro mensili.
Si attende adesso la risposta che arriverà da Palazzo delle Orsoline e da Sion.