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SVIZZERACrisi economica, parla l'UBS: "Rallenterà la crescita mondiale. La crisi è seria"

22.09.08 - 16:01
Quanto peserà sulle nostre spalle la crisi economica che arriva dagli Stati Uniti. Si continua a parlare di una crisi simile a quella del crollo del 1929. Ma quanto c'è di vero? A colloquio con Giorgio Cortiana, responsabile ricerca azionaria di UBS Wealth Managment.
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Crisi economica, parla l'UBS: "Rallenterà la crescita mondiale. La crisi è seria"
Quanto peserà sulle nostre spalle la crisi economica che arriva dagli Stati Uniti. Si continua a parlare di una crisi simile a quella del crollo del 1929. Ma quanto c'è di vero? A colloquio con Giorgio Cortiana, responsabile ricerca azionaria di UBS Wealth Managment.

Da più una settimana le prime pagine dei giornali, i telegionali e i siti Internet parlano di crisi economica. In più di un'occasione  è stato scritto che la  bancarotta di Lehman Brothers potrebbe portare a una crisi mondiale simile a quella del 1929.  Sono giustificate queste analisi?
"Indubbiamente la crisi che colpisce il settore finanziario è seria e gli addetti al lavoro rivangano nella memoria gli eventi del 1929. Il vero problema è la scarsa circolazione di liquidità tra gli attori i mercato. L'intervento del governo americano e delle banche centrali è comunque massiccio e dovrebbe contribuire ad evitare in maniera decisiva al tracollo completo del sistema".

La crisi degli intermediari travolgerà i risparmiatori che hanno acquistato i titoli derivati dai prestiti balordi?
"Le perdite direttamente legate a strumenti finanziari derivati  dal settore del credito immobiliare sono già state enormi. Ad esse si aggiungono le perdite su altre categorie d'investimento (e.g. mercato azionario).  L'intervento della politica serve proprio a stabilizzare la situazione. In particolare si tratta di rimettere in funzionamento i normali flussi di denaro tra le banche ed evitare crisi di panico come quella vissuta settimana scorsa".

Qualcuno ha parlato di fine del capitalismo roulette. È un’affermazione esatta?
"E' molto probabile che l'intervento dei governi vada al di là delle recenti azioni intraprese dal governo americano e altre autorità politiche e monetarie. Si va quindi verso una serie di correzioni che, non da ultimo, cercheranno di ridurre o eliminare le esagerazioni speculative".

È fallita una grande banca americana e stava per fallire una grande assicurazione americana. L’Europa, e in particolare la Svizzera, quanto è toccata da questi fatti?
"Relativamente al resto dell'Europa l'economia svizzera è in discreta salute. Più che la crisi del settore finanziario americano, nei prossimi mesi si farà sentire il rallentamento della crescita mondiale. La crescita dell'economia svizzera sarà dunque meno forte rispetto agli ultimi 2-3 anni".

Quali potrebbero esseri i risvolti positivi di questa crisi per le banche svizzere?
"E' troppo presto per dare una risposta chiara ma non mi aspetto ne sconti ne miracoli. Dipenderà dalla capacità del settore bancario svizzero di mantenere alto il senso di fiducia che i clienti vogliono sentire quando cercano casa per i loro risparmi. Inoltre la qualità di prodotti e servizi dovrà rimanere elevata. E' interessante osservare che, a seguito della crisi, gli Stati Uniti si stanno orientando maggiormente verso il modello di banca universale. Questo modello di attività è notoriamente ben radicato in Svizzera".

L’eventuale fallimento di una grande banca europea o di una grande assicurazione europea quanto influirebbero sul mercato nord americano?
"Dal punto di vista psicologico, e corto termine, eventi del genere sono negativi per tutto il mondo della finanza, indipendentemente dal domicilio dell'attore in questione. Le conseguenze reali non vanno però sopravalutate".

RED
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