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TICINOCrisi finanziaria mondiale, Crameri di UBS Ticino: "Clienti ticinesi preoccupati"

18.09.08 - 09:57
Si parla di una crisi finanziaria di proporzioni simili a quella del 1929. Notizie allarmanti che preoccupano la clientela. Giovanni Crameri, responsabile UBS Regione Ticino: "La preoccupazione dei clienti è palese. Ci chiamano e chiedono cosa stia succedendo". E c'è anche chi ha iniziato a spostare i propri capitali in altre banche. "È successo anche questo"ci dice Crameri, ma avverte: "L'UBS è un istituto con una base solida. La preoccupazione è immotivata"
Ti Press/ Potzu
Crisi finanziaria mondiale, Crameri di UBS Ticino: "Clienti ticinesi preoccupati"
Si parla di una crisi finanziaria di proporzioni simili a quella del 1929. Notizie allarmanti che preoccupano la clientela. Giovanni Crameri, responsabile UBS Regione Ticino: "La preoccupazione dei clienti è palese. Ci chiamano e chiedono cosa stia succedendo". E c'è anche chi ha iniziato a spostare i propri capitali in altre banche. "È successo anche questo"ci dice Crameri, ma avverte: "L'UBS è un istituto con una base solida. La preoccupazione è immotivata"
LUGANO - Le notizie che arrivano dai mercati finanziari internazionali assumono toni preoccupanti. Gli analisti hanno addirittura parlato  di una crisi di sistema  che non sarà affatto passeggera e che "se il sistema finanziario e monetario non fa dei correttivi, livellando la curva del debito, potremmo ritrovarci presto in una crisi tipo quella del 1929".

Parole che inevitabilmente suscitano preoccupazione tra  coloro che hanno qualche risparmio in banca. Se poi la banca si chiama UBS che proprio due giorni  ha fatto sapere che la bancarotta di Lehman Bro­thers il maggiore istituto di credito svizzero potrebbe perdere fino a 330 milioni di franchi, le perplessità sono comprensibili, tanto che in questi giorni i centralini dell'UBS squillano continuamente, come ci conferma  Giovanni Crameri, responsabile UBS Regione Ticino.

"Senza alcun dubbio  stiamo assistendo ad avvenimenti che non possono definirsi di certo rallegranti. Ma come succede spesso in questi casi prende il sopravvento una reazione più emozionale  piuttosto che una reazione basata su criteri razionali e scientifici. È comprensibile che sia cosi. Voglio però precisare che le banche americane hanno caratteristiche molto diverse rispetto a una banca come l'UBS. Il settore più importante del nostro istituto di credito è senza dubbio la gestione patrimoniale, che non hanno invece le banche americane, quindi fare un confronto tra la Lehman e l'UBS è abbastanza azzardato".

Come sta reagendo la clientela ticinese, alle notizie di questi giorni? Ci sono clienti che si stanno preoccupando? Vi telefonano? Chiedono informazioni? 
"Ognuno nella vita  mette da parte un po' di risparmi e quando succedono questi fatti la preoccupazione è inevitabile. I mercati finanziari stanno dando delle performance negative per cui le preoccupazioni dei clienti sono palesi. I clienti continuano a telefonarci e chiedono informazioni su come comportarsi. La preoccupazione che riscontriamo è grande, e la comprendiamo. Oggi il cliente cerca soprattutto sicurezza e tende a passare da investimenti a rischio a forme di investimenti molto piu sicure, addirittura  c'è una forte richiesta di prodotti a capitale garantito".

Come vi comportate di fronte a queste telefonate preoccupate?
"I nostri consulenti cercano il più possibile di venire incontro alle richieste da parte del cliente. È in questi momenti di crisi che ci sforziamo di essere più vicini possibili alla gente. I nostri consulenti arrivano perfino a chiamare i clienti e spiegano loro ciò che sta capitando in modo chiaro ed efficace".

Qualcuno ha già mostrato interesse a portare via i soldi  dalla UBS dopo la vostra comunicazione che l'istituto di credito ha stimato una perdita di 330 milioni di franchi a causa della bancarotta della Lehman Brothers?
"Ribadisco ciò che ho detto più volte: l'UBS è un istituto di credito con una base solida. L'UBS ha cercato di fronteggiare questa crisi già diversi mesi fa con delle misure concrete che altri istituti non hanno preso. Ha ridotto ad esempio drasticamente le proprie esposizioni nei sub prime, riducendo molti  rischi. Ha realizzato due aumenti di capitali in tempi brevissimi con grande successo. Quindi dal punto di vista della solidità della banca non ci sono problemi. Ciò non toglie che qualche cliente abbia paura, e qualcuno ha anche deciso di spostare i propri soldi altrove. Ma a dirle la verità questa non è una crisi dell'UBS, bensì una  crisi che coinvolge tutto il mondo finanziario".

C'è chi è arrivato a dire - con una battuta - che ormai i soldi sono sicuri solo sotto il materasso di casa.
"È una battuta comprensibile. Da che mondo è mondo si è sempre pensato che il posto più sicuro per tenere i soldi sia quello di custodirlo in casa. Una convinzione che cresce ancora di più quando si verificano queste crisi. Ma se poi arrivano i ladri in casa come la mettiamo?"

Oggi il Giornale del Popolo in un editoriale parla di voci di una presunta mega fusione tra Credit Suisse e UBS. Quanto c'è di vero in queste indiscrezioni?
"Non essendo nella stanza dei bottoni a Zurigo, se questa notizia fosse vera la verrei a leggere solo sul giornale. La mia opinione personale è che si tratta di una fusione molto improbabile.

sa.fe
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