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CANTONE«Basta business con la dolce morte»

10.03.17 - 20:49
Raoul Ghisletta chiede l'introduzione di requisiti cantonali per gli enti e le persone che si occupano di assistenza al suicidio
Tipress
«Basta business con la dolce morte»
Raoul Ghisletta chiede l'introduzione di requisiti cantonali per gli enti e le persone che si occupano di assistenza al suicidio

CHIASSO - I recenti casi di "morte dolce" avvenuti a Chiasso hanno fatto storcere il naso al deputato in Gran Consiglio Raoul Ghisletta. Il parlamentare ritiene infatti che sia necessaria l'introduzione «di requisiti cantonali per gli enti e le persone che si occupano di assistenza al suicidio». 

Nella sua iniziativa parlamentare generica, Ghisletta espone e chiede l’adozione di una legge che «regoli chiaramente l’attività degli enti e delle persone che si occupano di assistenza al suicidio», e questo a tutela delle «persone assistite e dei loro famigliari».

Il Granconsigliere ritiene importante rispettare alcuni fondamentali requisiti. In primo luogo «l'assistenza al suicidio può essere svolta solamente da associazioni ed enti pubblici senza scopo di lucro». Secondo Ghisletta è importantissimo che ci sia «un controllo da parte del Cantone della loro gestione finanziaria». In parole povere «gli interessati devono coprire i costi provocati alla collettività» e questi enti «devono disporre di una copertura assicurativa per la responsabilità civile, estesa anche ai dipendenti e volontari».

Ma non solo, perché Ghisletta ha pensato pure ai dipendenti che verranno impegnati in queste associazioni che assistono al suicidio. Mettendo alcune condizioni. «Queste persone vanno autorizzate dal Cantone solamente se hanno una buona reputazione, un casellario giudiziale senza condanne e un'assenza di attestati di carenza beni, provvisori o definitivi o certificati equipollenti». Ma non solo: i dipendenti dovranno pure avere «requisiti fisici e psichici necessari all’esercizio dell’attività e «qualifiche adeguate».

Infine il Cantone dovrà controllare «l'adeguatezza e la dignità delle strutture utilizzate da associazioni/enti di assistenza al suicidio».

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