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Sono atterrate ieri a Malpensa le due ticinesi scampate al disastro in Nepal. Le loro voci.
MALPENSA - Erano tutti lì ad aspettarle, al gate dei voli internazionali: genitori, famigliari, amici. Abbracci, lacrime, persino lo champagne.
Come in un film – a lieto fine per fortuna. Sono tornate a casa sane e salve Romina Prandi e Consuelo Moreschi, le due escursioniste ticinesi scampate al disastro di Kathmandu sono atterrate ieri all’aeroporto di Malpensa alle 14.00. «Un’esperienza sconvolgente,abbiamo tirato un sospiro di sollievo solo una volta messo piede sull’aereo» spiega: un viaggio durato 17 ore, con uno scalo a Doha di otto ore e l’adrenalina alle stelle.
«È stato terribile» - «Solo quando ho abbracciato mia madre, in aeroporto, mi sono detta: ok, sono ancora viva» racconta a caldo Romina, 36 anni, di Carena.
«È stata un’esperienza terribile, ringrazio chi è stato vicino a noi e alle nostre famiglie in questi momenti difficili».
Istanti di panico - «Al momento della prima scossa mi trovavo in hotel a Kathmandu – continua Romina – ho sentito un colpo di vento, sono caduta, poi le urla: sono scesa in strada e ho provato a chiamare il telefonino di Consuelo, che era uscita con un amico, ma non rispondeva».
Soccorsi «insufficienti» - «Non ho saputo nulla di lei fino a diverse ore dopo, quando è ritornata all’albergo. Ci siamo precipitate in aeroporto e lì ne abbiamo viste di tutti i colori. Persone senza acqua, accomodate alla bell’e meglio. Sono anche delusa da come la Svizzera ha gestito i soccorsi: altri paesi sono stati più rapidi e presenti, intendo anche nell’assistenza dei propri cittadini. Senza contare le condizioni della gente del posto: occorre fare di più e il più in fretta possibile».
