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BERNABrexit: previsioni negative a breve termine per l'economia svizzera

24.06.16 - 15:26
Si aspetta un aumento della pressione sul franco e dunque su taluni settori d'esportazione
Brexit: previsioni negative a breve termine per l'economia svizzera
Si aspetta un aumento della pressione sul franco e dunque su taluni settori d'esportazione

BERNA - La decisione britannica di uscire dall'Unione europea non rimarrà senza conseguenze per l'economia svizzera. Chi si occupa di previsioni congiunturali ancora non le rivede ma si aspetta un aumento della pressione sul franco e dunque su taluni settori d'esportazione.

Deterioramento delle prospettive di crescita - A breve termine le prospettive di crescita dell'economia elvetica potrebbero deteriorarsi, mentre a più lungo termine la Svizzera potrebbe soffrire di un indebolimento strutturale a livello europeo, scrive l'istituto BAKBASEL.

Apprezzamento sul franco - L'annuncio dei risultati del referendum britannico ha subito avuto stamane per conseguenza un forte apprezzamento del franco, che ritrova il suo ruolo di valore rifugio. Le incertezze sul futuro status della Gran Bretagna dovrebbero accrescere ancora la pressione al rialzo: un contesto sfavorevole per i settori esportatori, già messi in forte difficoltà dall'abbandono del tasso minimo di cambio franco-euro da parte della Banca nazionale svizzera (BNS) il 15 gennaio 2015, constatano i ricercatori basilesi.

L'uscita peserà sull'export - L'indebolimento della sterlina britannica e della congiuntura oltre Manica non rimarrà senza conseguenze neppure sulle esportazioni elvetiche verso il Regno Unito, quinto cliente della Svizzera con una quota del 5,8% sul totale dell'export, rileva dal canto suo il Centro di ricerche congiunturali KOF del Politecnico federale di Zurigo.

Fra i settori che più potrebbero soffrire a causa di un nuovo apprezzamento del franco figurano l'industria meccanica, elettrotecnica e metallurgica (MEM), il turismo e il commercio al minuto. L'industria farmaceutica, che ha continuato a crescere l'anno scorso nonostante il vigore del franco, non dovrebbe invece risentirne troppo.

Reazione a catena che indebolirà l'Europa - Gli economisti zurighesi temono una reazione a catena che indebolirebbe ulteriormente l'Europa, primo cliente degli esportatori elvetici. Il referendum britannico potrebbe infatti fare da modello ad altri Paesi europei, rileva dal canto suo il Credit Suisse, che prevede per la Gran Bretagna un periodo di recessione nella seconda parte del 2016 e un rallentamento generalizzato dell'economia dell'eurozona.

Per il momento, tuttavia, la maggior parte degli esperti, come il capo economista dell'UBS Daniel Kalt, non rivedono le loro previsioni congiunturali per la Svizzera. Per il 2016 il numero uno bancario elvetico preconizza una crescita del prodotto interno lordo (Pil) dell'1%, come anche BAKBASEL e KOF. La Segreteria di Stato dell'economia (Seco) punta su una crescita dell'1,4% mentre la BNS anticipa un aumento del Pil reale compreso tra l'1% e l'1,5% quest'anno.

Kalt rileva in ogni caso che bisognerà seguire con attenzione le reazioni politiche e quelle dei mercati nei prossimi giorni. Il direttore del KOF Jan-Egbert Sturm anticipa da parte sua una possibile revisione al ribasso delle previsioni congiunturali, senza poterne ancora valutare l'ampiezza. Tuttavia, ha detto all'ats, "non posso immaginarmi che la Brexit possa avere effetti drammatici sulla Svizzera".

Interviene la BNS - La BNS è già intervenuta sui mercati dei cambi per evitare un eccessivo apprezzamento del franco nell'agitazione seguita all'annuncio dei risultati del voto britannico. Il capo economista dell'UBS Kalt non pensa però che la BNS possa proseguire su questa via. Tutto dipenderà dai volumi di divise estere che la banca centrale acquista. Se dovessero raggiungere i livelli di dicembre 2014 e gennaio 2015, mesi in cui la BNS era intervenuta acquistando per 20 miliardi di franchi a settimana, l'istituto di emissione potrebbe ancora ridurre il tasso degli interessi degli averi a vista. Un passo non escluso neppure dagli esperti del Credit Suisse.

Alle 14.20 circa, la valuta svizzera veniva scambiata a 1,0812 franchi per un euro, dopo un picco a 1.0624 verso le 07.00. Ieri sera era ancora 1.1013 franchi per un euro.

Tra la sterlina e il franco il movimento era simile. La moneta britannica veniva scambiata contro 1.3410 franchi, dopo essere scivolata a 1.2864 ad inizio mattinata.

"I mercati avevano anticipato una vittoria del 'remain' e l'effetto sorpresa dovrebbe amplificarsi sui mercati finanziari", ha valutato Andreas Ruhlmann d'IG Bank (Svizzera). L'effetto diretto di questo voto saranno "un'estrema volatilità, (...) vendite sotto effetto di panico e la ricerca di investimenti sicuri", ha aggiunto.

 

Il presidente della Banca nazionale Thomas Jordan, interpellato una settimana fa sul livello delle riserve valutarie della BNS, aveva rammentato che l'istituto non ha limiti d'intervento. La Banca nazionale ha confermato giovedì scorso gli interessi negativi dello 0,75% sui conti giro presso la BNS e ha mantenuto fermo fra il -1,25% e il -0,25% il margine di fluttuazione del Libor a tre mesi, suo principale tasso di riferimento.

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COMMENTI
 

miba 7 anni fa su tio
Non è neanche passato un giorno e mi sembra che si stia facendo a gara a chi lancia più spauracchi e minacce... Chi vivrà vedrà e probabilmente la realtà sarà come sempre diversa dalle teorie dei presunti guru che spesso capiscono meno della gente comune

Username1973 7 anni fa su tio
Far partire subito i bilaterali con UK (e se vogliamo portarci avanti, anche con l'Olanda)

tazmaniac 7 anni fa su tio
Riassumendo la giornata. Direi che da oggi siamo sempre più EU...fuori...ci ;o)

GI 7 anni fa su tio
Risposta a tazmaniac
Bellissima !! :-)))))

tazmaniac 7 anni fa su tio
Risposta a GI
;o)

vulpus 7 anni fa su tio
L'Inghilterra non esce domani dall'EU, C'è il tempo per prendere le misure appropriate. La BNS ha iniziato le sue operazzioni. E se poi il franco diventa bene rifugio, sarebbe ora che i nostri banchieri riprendano a fare il loro mestiere che sanno fare. Da salutare positivamente inoltre il colpo di reni della BSI, che come già affermato in queste pagine, qualcosina da mettere in chiaro con gli gnomi della FINMA c'è di sicuro.

Meno 7 anni fa su tio
Risposta a vulpus
Guarda che se il franco è un bene rifugio, non vuol dire che i soldi sono depositati in banche svizzere, come tu puoi avere un conto in $ presso una banca CH e non necessariamente USA.... quindi....cosa intendi con il fatto che i banchieri devono riprendere a fare il loro mestiere? Il problema della FINMA è che dovrebbe essere un organo di vigilanza, ma senza poteri esecutivi, quelli dovrebbero rimanere alla procura e tribunali....

vulpus 7 anni fa su tio
Risposta a Meno
Che ora purtroppo , pressati da un sacco di leggi ed intimidazioni, perché in effetti di questo si tratta, il mestiere del banchiere è diventato quasi il mestiere di un avvocato. Prima di potersi concentrare sul lavoro da eseguire devono pararsi il... per non finire in guai giudiziari creati ad arte da FINMA e politici vari, quelli del sempre famoso politicamente corretto.

wlemontagne 7 anni fa su tio
evvai !! Franco forte mi aumenta lo stipendio quando lo cambio :D !! non tutti i mali vengono per nuocere XD

Meno 7 anni fa su tio
Risposta a wlemontagne
contento te.... immagino che non lavori per aziende che esportano all'estero...

wlemontagne 7 anni fa su tio
Risposta a Meno
esatto immagini giusto

Danny50 7 anni fa su tio
E' ora di finirla con i piagnistei. Franco forte non va bene, sterlina debole non va bene. Cerchiamo di produrre qualita e andiamo subito a negoziare accordi commerciali con la GB, senza introdurre religiosi dogma come la libera circolazione e altre ferecchiate che non ci interessano. Negoziamo piuttosto degli accordi che previleggiano il settore finanziario svizzero e che deburocratizzi l'import/export tra i die paesi.

gp46 7 anni fa su tio
Risposta a Danny50
Producendo qualità, si diminuisce il guadagno netto nei piani superiori delle aziende, sa po mia, sa po fa nagot...

Meno 7 anni fa su tio
Risposta a gp46
Immagino che sei un esperto di conduzione d'azienda..... oppure no dal momento che generalmente il margine di guadagno per prodotti/servizi di qualità sono maggiori! Perché anche i prezzi sono maggiori.....

gp46 7 anni fa su tio
Risposta a Meno
Certo, peccato che diminuendo costantemente il potere d'acquisto del comune cittadino, quest'ultimo cercherà sempre di piu' il prodotto a basso costo, indipendentemente dal fatto se sia di qualità o meno.. L'esempio che fai tu sta sicuramente in piedi, ma si rivolgerà sempre piu' solamente ad un certo tipo di clientela, coloro che si possono ancora permettere la qualità.. Parlando di generi alimentari, se la popolazione non avesse problemi ad arrivare a fine mese, discounter stile Aldi,Lidl, Ottos e compagnia bella probabilmente non sarebbero mai arrivati su territorio elvetico..

Meno 7 anni fa su tio
Risposta a gp46
Quello che dici te è anche vero... sorry se sono partito all'attacco. Io guardavo la cosa dall'ottica delle aziende. Lo sai che paradossalmente la qualità dei prodotti Lidl non si distanzia molto da altri come Coop o Migros? Chiaramente il concetto di vendita è totalmente differente. Cmq non sono neanche sicuro che sono riusciti a penetrare il mercato solo per l'abbassamento del potere d'acquisto.... se vai a vedere i macchinoni parcheggiati in quei negozi (mercedes, audi, ecc.) ti rendi conto come non siano catene rivolte unicamente alle classi meno abbienti.

gp46 7 anni fa su tio
Risposta a Meno
Credo che quando vedi certe macchine posteggiate fuori dai discounter, devi solamente chiederti se siano dell'UBS,Credit Suisse o un'altra di queste "associazioni umanitarie"... :)
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