Si aspetta un aumento della pressione sul franco e dunque su taluni settori d'esportazione
BERNA - La decisione britannica di uscire dall'Unione europea non rimarrà senza conseguenze per l'economia svizzera. Chi si occupa di previsioni congiunturali ancora non le rivede ma si aspetta un aumento della pressione sul franco e dunque su taluni settori d'esportazione.
Deterioramento delle prospettive di crescita - A breve termine le prospettive di crescita dell'economia elvetica potrebbero deteriorarsi, mentre a più lungo termine la Svizzera potrebbe soffrire di un indebolimento strutturale a livello europeo, scrive l'istituto BAKBASEL.
Apprezzamento sul franco - L'annuncio dei risultati del referendum britannico ha subito avuto stamane per conseguenza un forte apprezzamento del franco, che ritrova il suo ruolo di valore rifugio. Le incertezze sul futuro status della Gran Bretagna dovrebbero accrescere ancora la pressione al rialzo: un contesto sfavorevole per i settori esportatori, già messi in forte difficoltà dall'abbandono del tasso minimo di cambio franco-euro da parte della Banca nazionale svizzera (BNS) il 15 gennaio 2015, constatano i ricercatori basilesi.
L'uscita peserà sull'export - L'indebolimento della sterlina britannica e della congiuntura oltre Manica non rimarrà senza conseguenze neppure sulle esportazioni elvetiche verso il Regno Unito, quinto cliente della Svizzera con una quota del 5,8% sul totale dell'export, rileva dal canto suo il Centro di ricerche congiunturali KOF del Politecnico federale di Zurigo.
Fra i settori che più potrebbero soffrire a causa di un nuovo apprezzamento del franco figurano l'industria meccanica, elettrotecnica e metallurgica (MEM), il turismo e il commercio al minuto. L'industria farmaceutica, che ha continuato a crescere l'anno scorso nonostante il vigore del franco, non dovrebbe invece risentirne troppo.
Reazione a catena che indebolirà l'Europa - Gli economisti zurighesi temono una reazione a catena che indebolirebbe ulteriormente l'Europa, primo cliente degli esportatori elvetici. Il referendum britannico potrebbe infatti fare da modello ad altri Paesi europei, rileva dal canto suo il Credit Suisse, che prevede per la Gran Bretagna un periodo di recessione nella seconda parte del 2016 e un rallentamento generalizzato dell'economia dell'eurozona.
Per il momento, tuttavia, la maggior parte degli esperti, come il capo economista dell'UBS Daniel Kalt, non rivedono le loro previsioni congiunturali per la Svizzera. Per il 2016 il numero uno bancario elvetico preconizza una crescita del prodotto interno lordo (Pil) dell'1%, come anche BAKBASEL e KOF. La Segreteria di Stato dell'economia (Seco) punta su una crescita dell'1,4% mentre la BNS anticipa un aumento del Pil reale compreso tra l'1% e l'1,5% quest'anno.
Kalt rileva in ogni caso che bisognerà seguire con attenzione le reazioni politiche e quelle dei mercati nei prossimi giorni. Il direttore del KOF Jan-Egbert Sturm anticipa da parte sua una possibile revisione al ribasso delle previsioni congiunturali, senza poterne ancora valutare l'ampiezza. Tuttavia, ha detto all'ats, "non posso immaginarmi che la Brexit possa avere effetti drammatici sulla Svizzera".
Interviene la BNS - La BNS è già intervenuta sui mercati dei cambi per evitare un eccessivo apprezzamento del franco nell'agitazione seguita all'annuncio dei risultati del voto britannico. Il capo economista dell'UBS Kalt non pensa però che la BNS possa proseguire su questa via. Tutto dipenderà dai volumi di divise estere che la banca centrale acquista. Se dovessero raggiungere i livelli di dicembre 2014 e gennaio 2015, mesi in cui la BNS era intervenuta acquistando per 20 miliardi di franchi a settimana, l'istituto di emissione potrebbe ancora ridurre il tasso degli interessi degli averi a vista. Un passo non escluso neppure dagli esperti del Credit Suisse.
Alle 14.20 circa, la valuta svizzera veniva scambiata a 1,0812 franchi per un euro, dopo un picco a 1.0624 verso le 07.00. Ieri sera era ancora 1.1013 franchi per un euro.
Tra la sterlina e il franco il movimento era simile. La moneta britannica veniva scambiata contro 1.3410 franchi, dopo essere scivolata a 1.2864 ad inizio mattinata.
"I mercati avevano anticipato una vittoria del 'remain' e l'effetto sorpresa dovrebbe amplificarsi sui mercati finanziari", ha valutato Andreas Ruhlmann d'IG Bank (Svizzera). L'effetto diretto di questo voto saranno "un'estrema volatilità, (...) vendite sotto effetto di panico e la ricerca di investimenti sicuri", ha aggiunto.
Il presidente della Banca nazionale Thomas Jordan, interpellato una settimana fa sul livello delle riserve valutarie della BNS, aveva rammentato che l'istituto non ha limiti d'intervento. La Banca nazionale ha confermato giovedì scorso gli interessi negativi dello 0,75% sui conti giro presso la BNS e ha mantenuto fermo fra il -1,25% e il -0,25% il margine di fluttuazione del Libor a tre mesi, suo principale tasso di riferimento.