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CANTONE«"Ti aspetto fuori" vuol dire "chi sbaglia paga", ci vuole più responsabilità»

19.11.17 - 15:10
Michel Venturelli ha sottolineato che il messaggio dell'iniziativa è stato frainteso
Foto tio.ch/20 minuti
«"Ti aspetto fuori" vuol dire "chi sbaglia paga", ci vuole più responsabilità»
Michel Venturelli ha sottolineato che il messaggio dell'iniziativa è stato frainteso

BELLINZONA - Il 6 novembre scorso diverse persone si sono presentate in piazza per partecipare al raduno pacifico "Ti aspetto fuori" contro il Governo. L’incontro era stato promosso da alcuni cittadini per protestare sulla gestione del caso Argo 1 da parte del Consiglio di Stato.

Sulla rivista di partito Opinione Liberale Nicola Pini non ha criticato o applaudito l’iniziativa, ha però sottolineato come vorrebbe che l’interesse pubblico ci fosse sempre, che non si limitasse ai casi in cui si sente «odore del sangue, dello scandalo e dell’inquisizione»

«Chi si è presentato - ha continuato Pini - doveva stare anche dopo le 19.00 quando si sono trattati temi meno roboanti e spettacolari, ma altrettanto importanti. Osservateci e aspettateci fuori, ma fatelo sempre».

A queste affermazioni ha voluto rispondere Michel Venturelli ritenendo che il messaggio di "Ti aspetto fuori" non sia stato compreso, al contrario frainteso. «L’iniziativa non è un passo avanti della democrazia, ma sottolinea l’incapacità della politica di far fronte a problemi anche banali; talmente banali che nel settore privato si risolvono in fretta: se sei un incapace, o sei disonesto, te ne vai».

Venturelli ha tenuto a precisare che «come cittadini siamo venuti di persona a dirvi che siamo stufi degli irresponsabili che saccheggiano il settore pubblico, facendo tra l’altro ombra a quelle centinaia di funzionari onesti e coscienziosi che loro malgrado si ritrovano nello stesso calderone dei Scheurer, dei Bernasconi e dei Beltraminelli. Non è giusto! Come cittadini ci aspettiamo che il Parlamento vegli sul buon funzionamento della cosa pubblica, anche nel caso in cui partiti poco lungimiranti riescano a far eleggere degli inetti. I gran consiglieri sono lì per quello. Sono pagati per quello! Ma il risultato del loro agire è sotto gli occhi di tutti: funzionari e ministri chiaramente inadeguati che continuano a gestire la roba pubblica indipendentemente dai danni che, per disonestà o inettitudine poco importa, procurano e hanno procurato al cantone e alla sua immagine».

La proposta è quindi che «si segua la regola del "chi sbaglia paga" e per diminuire i rischi di ritrovarsi degli inetti al posto sbagliato, sarebbe utile rinforzare il concetto di responsabilità personale di funzionari, ministri e magistrati. Introdurre questo concetto è oggi doveroso, e farlo è compito e dovere del parlamento che dovrebbe ora decidere se far parte del problema o della sua soluzione».

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