I dipendenti della posta, delle telecomunicazioni, dell’industria grafica, della stampa e della comunicazione visiva si pronunciano a favore di un servizio pubblico di qualità
LUGANO - L’hotel ristorante “I grappoli” di Sessa, sabato scorso, ha accolto numerosi colleghi e colleghe dei diversi settori di cui si occupa syndicom: posta, logistica, telecomunicazioni, industria e arti grafiche, giornalismo, commercio librario e altri ancora. «Ambiti sempre più vicini, nell’attuale società dell’informazione - scrive il sindacato in una nota odierna - in cui trovano convergenza telecomunicazioni e media. Ma anche settori nei quali l’esternalizzazione dei servizi, la mancanza di contratti collettivi e il peggioramento delle condizioni di lavoro sono una realtà tangibile».
Come è stato ricordato in assemblea, il 2015 è stato un anno di battaglie, come quella di Südpack di Bioggio, l’azienda di cartonaggio e imballaggio, nella quale i dipendenti, appoggiati da syndicom, si sono astenuti dal lavoro per lottare contro i licenziamenti. Accanto agli autotrasportatori della Posta, lo scorso autunno syndicom ha coordinato un’azione di protesta presso il centro Postlogistic di Cadenazzo.
syndicom si è infine pronunciata in modo chiaro anche contro gli «indegni» licenziamenti alla RSI, denunciando anche «le precarie condizioni contrattuali alle quali è sottoposto da anni il personale tecnico della stessa RSI, impiegato presso ditte esterne».
Oltre alle battaglie, il 2015 è stato anche un anno di risultati. Come quello del rinnovo del contratto collettivo di lavoro (CCL) dell’industria grafica, il primo CCL dell’infrastruttura di rete e la firma del contratto collettivo dei call center, il primo della categoria in un settore nel quale è stato rilevato il più alto tasso di abusi proprio in Ticino.
Sempre nel 2015, sono stati resi pubblici i dati relativi allo sconfinamento del lavoro nella vita privata per i dipendenti delle telecomunicazioni, strumento che fa emergere una problematica attuale in tutte le professioni. Infine, attraverso le visite alle redazioni dei media, syndicom ha denunciato la mancata rilevazione del tempo di lavoro e dato inizio alle trattative per un contratto collettivo per gli operatori dei media, che manca in Ticino dal 2004.
La prima risoluzione, approvata all’unanimità dall’assemblea syndicom Ticino e Moesano, presieduta dal presidente di sezione Jose Feijoo Fariña, riguarda proprio il contratto collettivo di lavoro per i professionisti dei media, per il quale è stata lanciata la campagna nazionale (www.cclmedia.ch).
La seconda risoluzione tocca un tema «molto sentito e attuale - prosegue il sindacato -, quale il servizio pubblico, messo costantemente in discussione da logiche di mercato che indeboliscono le condizioni di lavoro e peggiorano il funzionamento dell’intera società». L’assemblea del sindacato syndicom Ticino e Moesano ha ribadito con forza la sua volontà di contrastare l’indebolimento del servizio pubblico, attraverso una risoluzione che «grida»:
Con questa risoluzione, l’assemblea generale del sindacato syndicom sezione Ticino e Moesano ribadisce la necessità e l’importanza di «un servizio pubblico di qualità che deve essere garantito, non soltanto come modello di riferimento per condizioni di lavoro dignitose, ma anche nell’interesse di tutta la popolazione».